IL BONUS DELLA MORTE OPERAIA

L’ondata di caldo non deve fermare le produzioni. I padroni al massimo sono disposti a monetizzare la sicurezza operaia. Ci pensano governo e sindacati a garantire che tutto prosegua senza intoppi, firmando un protocollo che vedrà la sua attuazione solo dopo gli accordi territoriali, cioè quando il caldo sarà passato. E’ solo la capacità di mobilitazione degli operai a garantire che la produzione si fermi quando si lavora a temperature infernali.

L’ondata di caldo non deve fermare le produzioni. I padroni al massimo sono disposti a monetizzare la sicurezza operaia. Ci pensano governo e sindacati a garantire che tutto prosegua senza intoppi, firmando un protocollo che vedrà la sua attuazione solo dopo gli accordi territoriali, cioè quando il caldo sarà passato. E’ solo la capacità di mobilitazione degli operai a garantire che la produzione si fermi quando si lavora a temperature infernali.

Caro Operai Contro, i Rider della Piattaforma Glovo che consegnano cibo a domicilio, sono stati invitati dal loro padrone a non fermarsi per il troppo caldo. In cambio come premio la promessa di un bonus: del 2 per cento tra i 32 e i 36 gradi, del 4 per cento tra i 36 e i 40 gradi, dell’8% per le temperature oltre i 40 gradi e senza limiti. Un cottimo climatico o strozzinaggio legalizzato? Sicuramente un tentativo di monetizzare la sicurezza degli operai, fino al rischio della vita.
Le cronache del caldo soffocante parlano di asfalti autostradali che si sciolgono, di palazzi transennati per cedimenti di strutture pubblicitarie, di pezzi di montagna che si staccano. In molti comuni del milanese, semafori in tilt, persone bloccate in ascensore, case e negozi senza corrente elettrica.
I Pronto soccorso sono presi d’assalto da fragili e anziani, e i medici di famiglia registrano un aumento del 40% degli accessi di malori legati al caldo.
In questa situazione, gli operai come niente fosse, vengono mandati a produrre a temperature infernali: dall’edilizia all’agricoltura, dall’industria ai servizi, dai Rider alla logistica.
Mentre per tenerci buoni, ci vorrebbero piegati alle loro narrazioni “dal cattivo nemico lontano, alla bomba atomica”, la realtà è che oggi nel 2025, ancora non c’è un automatismo che – date certe condizioni climatiche e lavorative – permetta agli operai di staccare subito la spina dal lavoro.
Ogni volta e dopo qualche operaio che ci ha lasciato la vita, si deve mettere in moto il baraccone, intanto passa il caldo torrido.
Gli stessi telegiornali, che puntualmente ogni giorno ci informano sul numero delle città col bollino rosso per il caldo, non fanno la stessa cosa nell’aggiornare quotidianamente e mettere in fila gli operai che complice il caldo, muoiono sul lavoro. Questi rimangono “sepolti” nella cronaca locale.
“La sicurezza sul lavoro è una nostra priorità”, ha appena ripetuto Giorgia Meloni. Una priorità che ha messo in conto operai colti da malore, altri in coma, e pure quelli che ci lasciano la vita, come una normalità della condizione umana, e non come una necessità della società del profitto.
Dovrebbe rientrare negli obblighi della prevenzione, ma per la terza estate di fila il governo Meloni con la sua ministra del Lavoro Calderone, vedono il cambiamento climatico attraverso la lente deformante del negazionismo.
Ne consegue che ne esce deformata anche la visione e l’impostazione del governo, rispetto la prevenzione, la sicurezza e l’antinfortunistica.
Ci sono voluti gli operai morti sul lavoro per il caldo infernale e altri gravi malori, perché il governo smettesse di fare orecchie di mercante, (almeno apparentemente) e intervenisse in modo “emergenziale”.
Un’emergenza covata da 3 anni, per arrivare a firmare il 2 luglio (solo tre giorni fa) un protocollo con i sindacati, che però sarà valido solo dopo gli accordi territoriali, al punto che il sindacato degli edili Fillea Cgil ha fatto sapere che: “Quando si chiuderanno le intese locali, sarà già tardi”, ovvero l’estate sarà passata.
Intanto la vigilanza attiva degli operai e la mobilitazione dove serve, assicurano che a temperature infernali si debba fermare l’attività. Il mantenimento collettivo di un alto livello di guardia sul posto di lavoro, è garanzia che il “Bonus della morte” sul modello “Glovo” non passerà.
Saluti Oxervator.

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