La Stellantis di Pomigliano fra favole e realtà dei fatti
Guardando in casa nostra a Pomigliano, e parlando con qualche delegato firmatario, questa fabbrica appare come un gioiello in tutti i sensi; un’isola felice dove tutti sognano di andarci. Peccato però, che la realtà sia fin troppo diversa e sorprende che ancora oggi ci sia gente al di fuori della fabbrica, di cui anche operai, che ancora credono a queste favole. L’elenco delle cose che non vanno sarebbe lunghissimo, ma potremmo limitarci al fatto che questa fabbrica è in regime di cassa integrazione dal settembre del 2008. In questa fabbrica ogni giorno di lavoro gli operai vengono sempre più trattati come dei veri e proprio schiavi con ritmi di lavoro che aumentano sempre al netto dei tagli che loro chiamano incentivi all’uscita. In questa fabbrica il tanto osannato tema della salute e della sicurezza, è un qualcosa di cui riempirsi solo la bocca. Mi fermo qui e adesso a ritroso, entro un po’ nei dettagli di questi aspetti.
Da sempre denunciamo la questione del microclima interno dove in inverno si muore congelati ed in estate si brucia dal caldo. Le condizioni per lavorare non ci sono, ma chiaramente il sindacato firmatario preferisce favorire il risparmio aziendale, mentre la Fiom si limita a coprire gli scioperi degli operai, come giovedì scorso, ma così è inconsistente, non portando nessun risultato a casa. Però si continua a parlare di salute e sicurezza.
I ritmi di lavoro sono in continuo aumento con la solita metodologia di Stellantis finalizzata sempre e solo all’efficienza ovvero più produzione con meno persone. Si vocifera, infatti, che ci sarà una nuova riduzione di addetti linea che ancora non si capisce dove verrà collocata, distribuendo il lavoro sugli addetti “fortunati” che resteranno. In pratica con la stessa cadenza di produzione giornaliera, esempio 300 auto a turno, se prima montavi X e Y, domani ci si ritroverà a montare X, Y, W e Z. Se vogliamo poi dirla tutta, anche questo pone problemi di salute e sicurezza, ma tanto a chi gode dei privilegi di stare in saletta sindacale non interessa nulla.
L’ultimo punto, che voglio toccare, è che dopo un premio da fame, arriva un rinnovo economico a rate dove nel concreto non porterà nessun centesimo d’aumento nelle nostre tasche in quanto il prossimo luglio ritorneremo a fare una cassa integrazione massiccia in tutto lo stabilimento e pertanto saremo ancora una volta costretti a fare i conti col centesimo di euro per arrivare a fine mese; altro che aumento salariale! La tragicità di questa loro favola è che a pranzo firmano l’esame congiunto per la cassa integrazione, regalando anche alcuni giorni di permesso personale all’azienda, e nel pomeriggio escono con un comunicato dove denunciano questo modo di fare. Ma ci siete o ci fate?
Insomma, a trovare qualcosa di buono in questa “isola felice”, secondo i sindacati firmatari, si fa davvero molta fatica o ci vuole davvero molta fantasia. Per essere realistici, questi continuano da anni a prenderci solo per i fondelli. È ovviamente questa l’ipotesi più accreditata ma, restando nel mondo della loro fantasia, direi che è proprio giunta l’ora di svegliarli dal sonno e riportarli nella triste realtà che loro hanno costruito in questi anni di scelte scellerate e filopadronali.
PILONE, OPERAIO STELLANTIS DI POMIGLIANO D’ARCO
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