TUTTI SODDISFATTI

L’8 maggio, dopo 4 ore di chiacchiere sulla sicurezza sul lavoro sono usciti tutti sorridenti, i capi sindacali e i rappresentanti del governo. I primi si sono accontentati di una promessa generica di rivedere il sistema degli appalti e un inasprimento delle pene, gli altri hanno deciso di finanziare i padroni per attuare misure di sicurezza che già, a loro spese, avrebbero dovuto applicare. La strage non si fermerà.
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L’8 maggio, dopo 4 ore di chiacchiere sulla sicurezza sul lavoro sono usciti tutti sorridenti, i capi sindacali e i rappresentanti del governo. I primi si sono accontentati di una promessa generica di rivedere il sistema degli appalti e un inasprimento delle pene, gli altri hanno deciso di finanziare i padroni per attuare misure di sicurezza che già, a loro spese, avrebbero dovuto applicare. La strage non si fermerà.   

Caro Operai Contro, caricato di aspettative dai sindacati stessi, perché per la prima volta il governo Meloni aveva accettato la loro richiesta d’incontro su temi precisi, ad incontro avvenuto bisogna prendere atto che la montagna ha partorito il topolino.
Diverso il giudizio del sindacato che vede un’apertura del governo sui temi del lavoro. Ma forse è solo un modo di tener bassi i toni, lasciar passare l’onda dei Referendum del 8 e 9 giugno (improntati principalmente proprio sul lavoro) che, dopo l’invito all’astensione fatto dal centrodestra, potrebbero trasformarsi in un Referendum contro il governo, a prescindere dal superamento del quorum o meno.
Quale migliore occasione per la Meloni di suonare la gran cassa della propaganda cercando di tener separate le due questioni? Subito si è detta “Convinta del confronto e del dialogo con i corpi intermedi della società”. Sembra un’altra puntata della telenovela all’insegna della chiacchiera. Mentre lei “filosofeggia” con i “corpi intermedi”, i corpi degli operai perdono la vita uccisi per il profitto.
Il governo come aveva già fatto con Brunetta, affidandogli la riesumazione del Cnel per bocciare il salario minimo, oggi per i temi sul lavoro ha nominato Stefano Caldoro, come “Consigliere per le tematiche afferenti ai rapporti con le parti sociali”, per gestire le relazioni e organizzare gli incontri.
Si direbbe una visione di lungo respiro, ma data l’impellenza dei temi sul tappeto, sembra più configurarsi la nascita di un altro baraccone a far da parafulmine al governo.
Assente Salvini, in compagnia della Meloni c’erano: il ministro degli esteri Tajani, delle Attività produttive, Urso, degli Affari Europei e Pnrr, Foti, del Lavoro Calderone, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mantovano, per l’Inail c’era il presidente D’Ascenzo.
Per il sindacato c’erano i 3 confederali Cgil, Cisl, Uil, più Usb, più altre sigle tra le quali alcune sconosciute ai più, ma evidentemente note a Meloni & C. Ugl, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsl, Ciu, Cse.
Tanti ministri al tavolo per una scenografia a riempire il vuoto di contenuti. Infatti nelle 4 ore dell’incontro, il governo non ha presentato alcuna proposta concreta, riguardo: carneficina dei morti sul lavoro, livello dello sfruttamento in crescita, contratti “usa e getta”, finte cooperative, lavoratori in somministrazione, giungla degli appalti, par-time involontari, salari, salario minimo legale, potenziamento del welfare. Da parte del governo non sono mancate idee, proposte approssimative, ammiccamenti, attenzioni ai relatori sindacali, si tratterà poi di vedere i risultati all’atto pratico, quando il signor S. Caldoro convocherà i prossimi incontri.
Invece per i padroni il governo Meloni ha le idee ben chiare, non ha bisogno di nominare Consiglieri: 200 milioni di euro da prendere dal Pnrr (cifra che salirà), per abbassare le assicurazioni Inail alle aziende che investono in sicurezza (ma non dovrebbe essere già uno obbligo per i padroni, oltretutto a loro carico?); 600 milioni di euro dell’Inail, per le aziende che comprano macchinari sicuri, o bonificano gli ambienti di lavoro. Ma la sicurezza non dovrebbe essere a carico delle aziende, ed invece i soldi dell’Inail (che sono i contributi dei lavoratori e delle aziende) essere destinati agli infortuni, malattie professionali e risarcimenti alle morti sul lavoro?
Ancora 650 milioni di euro dell’Inail per nuovi interventi da definire per la sicurezza sul lavoro. Anche qui vale quanto detto sopra.
Altri denari (cifra non specificata) per la formazione degli operai gestita dai fondi interprofessionali, (0,30% della retribuzione dei lavoratori). Anche questo non dovrebbe essere a carico dei padroni, che invece intascano profitti e non tirano fuori un soldo?
Per operai e lavoratori tante le promesse del governo. Per ora c’è solo un tavolo per un incontro fra le parti in data ignota.
Saluti Oxervator.

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