UN NOME UN PROGRAMMA

Da dove viene il nome di “battaglia” Leone XIV del nuovo Papa, i suoi riferimenti dottrinali e storici fanno già capire verso quali prospettive si muoverà.
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Da dove viene il nome di “battaglia” Leone XIV del nuovo Papa, i suoi riferimenti dottrinali e storici fanno già capire verso quali prospettive si muoverà.

Il nuovo capo della Chiesa Cattolica, Francis Robert Prevost, ha scelto per il suo ruolo di Papa il nome di “battaglia” Leone XIV. La sua prima dichiarazione o, “minaccia”… “vengo dall’ordine di Sant’ Agostino”. Non c’è mai niente di casuale in quello che fanno e dicono i vertici dello Stato Vaticano, sono abili e scaltri politici, per niente ingenui, non lasciano niente al caso e sanno giocare di anticipo sugli altri capi di Stato, fregando tutti. Anche perché come ci insegna la storia sanno adattarsi ai nuovi corsi storici e schierarsi abilmente con i più forti, dando l’idea di essere dalla parte dei più deboli. Per capire il “messaggio” inviato dal nuovo Papa al mondo cattolico e no, bisogna capire la scelta del nome che si è dato, e la sua dichiarazione di appartenenza alla “Dottrina Agostiniana”. Non intendo imbarcarmi in un approfondimento della materia, che non sono assolutamente in grado di sostenere, ma seppure in maniera superficiale, ascoltando e leggendo i contenuti dei più esperti in materia, mi sono saltati agli occhi alcuni elementi di continuità con il passato, che forse segnano una traccia. Leone XIV arriva a distanza di 122 anni dall’ultimo Papa chiamato con lo stesso nome, Leone XIII. Fu il 256° Vescovo di Roma (1878-1903), reso famoso dalla sua Enciclica “Rerum Novarum”del 1891. Leone XIII apparteneva all’Ordine religioso Agostiniano, che nel ’800 stava rischiando la sua soppressione. Con l’enciclica del 1891, la chiesa Cattolica compie una rivoluzione epocale concernente la dottrina sociale. Questo, valse al Papa l’appellativo di “Papa sociale” “Papa dei lavoratori”. La stesura della “Rerum Novarum”, avviene in un periodo storico di grandi cambiamenti e tensioni sociali , vide la nascita di numerosi partiti e associazioni Borghesi e Operaie (1889 la Seconda Internazionale). Secondo il Pontefice “la classe operaia , non deve dare sfogo alla propria rabbia attraverso idee rivoluzionarie e di odio verso i capitalisti, e i capitalisti devono avere un atteggiamento caritatevole verso i lavoratori” bisogna “rendere amiche le due classi”. In un momento in cui le due classi sociali, iniziano a confrontarsi duramente sul terreno della lotta per il potere, la chiesa cattolica , nella sua secolare esperienza , consapevole di essere schierata con i padroni, tira fuori dal “cilindro” “la terza via”, differente dalla via” socialista” ambita dai proletari e quella” liberista” agognata dai padroni. Indica la via della “collaborazione” tra le classi, negando il conflitto tra scienza e religione, disinnesca il potenziale rivoluzionario della lotta di classe. Con questa svolta epocale, si dà inizio alla nascita di associazioni, sindacati partiti cattolici, “ sapientemente “ diretti e controllati dalla Chiesa Cattolica.
Vale la pena ricordare che l’Ordine degli Agostiniani, si distinse nel 500 per l’apertura di numerose missioni nelle Americhe, Asia e Africa, (anche il nuovo Capo dei Cattolici, è stato a lungo in una missione a Lima in Perù), esercitando la sua missione Episcopale. L’Evangelizzazione nei paesi dove è stata praticata dalla Chiesa Cattolica, ha causato presso i popoli che l’hanno subita , una perdita di identità, con conseguenze disastrose per la loro stessa sopravvivenza, oppressione, malattie, ed è stata la porta aperta al colonialismo e imperialismo (questo non lo nega più nessuno , neanche la stessa Chiesa). Tra il 1500 e il 1900 nelle sole Americhe hanno perso la vita (nel nome della Evangelizzazione) 150 milioni di nativi, vaiolo, epidemie importate dagli Europei, contagi di proposito attraverso doni infettati artificialmente, atti di violenza , trattamenti disumani, schiavitù.
La retorica di questi giorni della stampa asservita, si focalizza sulla scelta del nome del nuovo Papa e la sbandiera trionfalmente come una continuità, con la politica e la nuova strada che disegnò il suo predecessore 122 anni fa. Tutto torna, la Chiesa sa adattarsi a tutti i nuovi cambiamenti, rendendosi essa stessa protagonista e dirigente allo stesso tempo, si rende complice e coprotagonista delle politiche mondiali, qualsiasi esse siano, ritagliandosi sempre uno spazio di manovra sufficiente a determinare la sua sopravvivenza e supremazia. Il Papa precedente con i suoi proclami , contro la povertà, contro i ricchi troppo ricchi, si è accreditato presso tutti, anche a quei movimenti antagonisti e pseudo rivoluzionari, lo prendono ad esempio per il suo impegno verso gli “ultimi” (d’altra parte è un Papa , di che cosa deve parlare?) certo non è cambiato nulla, ma ha probabilmente aperto la strada a questa “nuova” fase. Anche il nuovo Capo, timidamente rimprovera i ricchi di essere troppo ricchi, e di non lasciare abbastanza briciole agli “ultimi”, però ha ben chiaro che gli affamati vanno tenuti sotto controllo. La situazione mondiale è esplosiva, ed anche se a morire al momento sono intere popolazioni, vittime della spartizione imperialista delle grandi potenze, quell’appetito insaziabile dei proletari, potrebbe trovare soddisfazione attraverso delle vie imprevedibili e difficilmente controllabili dalla Chiesa.
S.O.

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