L’ESSELUNGA VUOLE LA GUERRA FRA I POVERI

200 dipendenti messi in cassa integrazione. Una rappresaglia per metterli in contrasto con gli autisti-facchini che sono in sciopero per salari più alti e migliori condizioni di lavoro. Possono rendere i supermercati sempre più sfavillanti, social, ma i metodi per piegare gli operai sono gli stessi da 150 anni.
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200 dipendenti messi in cassa integrazione. Una rappresaglia per metterli in contrasto con gli autisti-facchini che sono in sciopero per salari più alti e migliori condizioni di lavoro. Possono rendere i supermercati sempre più sfavillanti, social, ma i metodi per piegare gli operai sono gli stessi da 150 anni.

Caro Operai Contro, la grande Esselunga in Lombardia risponde allo sciopero degli autisti-facchini in sub appalto, mettendo in cassa integrazione 200 dei suoi dipendenti.
Una rappresaglia che cerca di mettere contro i lavoratori fra di loro: gli esterni in sub appalto e quelli della Esselunga a tempo indeterminato. Tentativo del padrone di sabotare la lotta e delegittimarne le rivendicazioni.
Lo sciopero a oltranza dei corrieri che fanno le consegne a domicilio per Esselunga, è iniziato prima di Pasqua. Sono dipendenti di ditte esterne, di una catena di subappalti al ribasso, costretti a lavorare indossando la divisa Esselunga, quindi anche a fare pubblicità gratis, oltre che guidare camion con il logo Esselunga.
Sono centinaia gli scioperanti, autisti-facchini delle aziende Brivio e Viganò Logistic, Cap Delivery e Deliverit che ogni giorno in Lombardia fanno circa 10mila consegne a domicilio per la catena dei supermercati, caricando e scaricando 35 quintali di merce a turno sui camion.
Con questa lotta rivendicano:10 euro al giorno come indennità di facchinaggio, attività non prevista dal loro contratto. Stop a comportamenti aziendali discriminatori e pratiche gestionali arbitrarie. Stop a lavoratori messi a riposo senza alcuna giustificazione operativa, mentre ad altri è richiesto di lavorare in regime straordinario, ben oltre il normale orario. Stop a pressioni indebite sul personale affinché sostituiscano chi si rifiuta di lavorare con mezzi (camion ndr) sovraccarichi.
“Stiamo assistendo ad una gestione irresponsabile, che mette a rischio la salute non solo di chi lavora, ma di tutta la cittadinanza”, è il commento di G. Ruggero segretario Filt Cgil Milano.
Finora la grande Esselunga, come detto, ha reagito mettendo in Cig 200 suoi dipendenti. Si rifiuta di abbandonare la trasgressione delle più elementari regole del rapporto di lavoro. Inoltre si rifiuta di riconoscere 10 miserabili euro al giorno, agli autisti in sub appalto per l’attività di facchinaggio, che non rientra fra le mansioni del loro contratto: caricare il cibo da consegnare in progressione di consegna, (e dopo il trasporto) consegna a domicilio, spesso problematico per il posteggio del camion, soprattutto quando la consegna ai piani alti richiede più tempo. Consegne che devono essere garantite a prescindere da traffico, avversità climatiche, imprevisti e incidenti trovati sul percorso.
Approfittando e sconfinando dalle leggi, che i vari governi hanno messo a loro disposizione, le aziende fanno un uso sconsiderato della forza lavoro, i padroni spostano sempre più in là le modalità ed il limite dello sfruttamento operaio.
Il 23 aprile anche i metalmeccanici della Fiom hanno partecipato al presidio della Prefettura di Milano, convocato mentre all’interno si svolgeva l’incontro tra il Prefetto e gli autisti-facchini in lotta, insieme ai loro rappresentanti dei 3 sindacati Confederali. L’incontro si è concluso con un nulla di fatto, gli scioperanti hanno rilanciato la continuità dello sciopero a oltranza.
Il braccio di ferro continua, con una resistenza operaia molto determinata. Se il sindacato con iniziative concrete, chiamasse i dipendenti di Esselunga alla solidarietà con gli autisti-facchini, la direzione della grande Esselunga cambierebbe subito atteggiamento.
Saluti Oxervator.

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