È tempo che le belle anime del diritto internazionale gettino la maschera. O sono impotenti o i loro giudizi si fondano sugli interessi di chi domina, su due pesi e due misure, sull’ipocrisia.
PREMESSA
Il nostro sistema socioeconomico si fonda sull’ipocrisia, oltreché, ovviamente, sul lavoro salariato: si enunciano e si stabiliscono una serie di principi che sistematicamente non vengono rispettati, oppure valgono solo per pochi. La dichiarazione dell’ONU dei diritti umani è un esempio emblematico, sulla carta si affermano dei principi che rimangono solo sulla carta o vengono applicati solo a chi e quando conviene. Mai come in questi tempi, però, si avverte il dominio dell’ipocrisia, soprattutto a livello del diritto internazionale, ipocrisia sostenuta, nei fatti, da tutti i media irreggimentati. In particolare la dichiarazione dell’uguaglianza di tutti gli uomini sancita nella carta dei diritti dell’ONU non è stata, di fatto, mai applicata: la vita non ha mai per tutti lo stesso valore e le ultime vicende internazionali lo dimostrano appieno. Lo scopo di questo mio intervento è quello di evidenziare tutte queste ipocrisie, con particolare riferimento alle vicende della striscia di Gaza.
QUALE TERRORISMO?
Da quasi un anno e mezzo, dal 7 ottobre 2023, questo è la parola più inflazionata, i terroristi di Hamas hanno tolto la scena all’ISIS e altre organizzazioni terroristiche di qualche tempo fa. Ma come si fa a stabilire chi è terrorista? È facile, dal loro punto di vista, se sei dalla parte sbagliata sei terrorista, ma se passi dalla parte giusta smetti di essere terrorista, al massimo sei uno squilibrato. Il caso dell’attentato in Germania il 22 dicembre di quest’anno, con quattro morti e centinaia di feriti è emblematico: visto che era un affiliato di estrema destra e il suo gesto era contro l’immigrazione araba, non è stato catalogato come un attentato terroristico ma un gesto di uno squilibrato. Al contrario l’azione di Hamas del 7 ottobre 2023 è stata descritta come la peggiore delle nefandezze e per giorni, mesi, si sono visti i visi e le storie di chi è stato coinvolto nell’attacco, per esaltare le nefandezze commesse dai palestinesi. Quanta ipocrisia, è la comunità internazionale a non aver lasciato alternative che alla violenza alla resistenza palestinese, nel momento in cui non si sono rispettate le infinite risoluzioni di condanna di Israele per aver occupato territori palestinesi. Certo può essere messa in discussione l’utilità di un’azione così violenta che ha coinvolto civili, ma dov’erano i moralisti di turno quando erano uccisi migliaia di palestinesi, anche prima del 7 ottobre 2023? Il problema è che le vite degli Israeliani hanno un valore infinitamente superiore a quelle di un arabo, e questo è stato sostenuto, più o meno esplicitamente da tutti i media occidentali: subito dopo l’attacco di Hamas si sono passate in rassegna la vita delle vittime enfatizzando l’appartenenza alla nostra cultura, persone civili con la c maiuscola! Nelle immagini dei palestinesi trasmesse dai telegiornali, si vedono spesso donne con i capelli coperti, uomini dimessi, insomma decisamente inferiori. Allora cos’è terrorismo, è solo quello di Hamas e dei palestinesi oppressi? Chiaramente tutto viene giustificato ipocritamente come “diritto alla difesa di Israele” ed è quindi giusto distruggere case, ospedali, scuole, ed uccidere donne e bambini per neutralizzare i terroristi di Hamas, quando stai dalla parte giusta non puoi mai essere considerato terrorista. E Israele ha diritto di vivere dignitosamente perché appartiene alla civiltà, è uno stato democratico e condivide i nostri valori. Allora seminare terrore, morte, distruzione, impedire gli aiuti umanitari non è terrorismo, il fine giustifica i mezzi (vallo a dire alle famiglie dei bambini fatti a pezzi). Tutte le azioni militari intraprese da Israele non sono mai considerate terrorismo, anche abbattere un palazzo in Libano, uccidendo tutti i suoi occupanti per colpire un terrorista è stato ritenuto “eccesso di difesa”, magari crimini di guerra ma mai terrorismo. Ma c’è qualche differenza per un bambino essere ucciso da una bomba o da un missile lanciato da un aereo?
Intanto, mentre scrivo questo articolo, è stato trovato un accordo tra Hamas ed Israele ma nella notte l’esercito israeliano ha bombardato uccidendo decine di persone, strano modo di sancire una tregua!
L’AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI.
Anche questa è una dichiarazione del diritto internazionale che trasuda ipocrisia da tutti i pori: sulla carta viene stabilito il diritto di tutti i popoli di autodeterminarsi, ma questo diritto non è valso, e non vale, per i paesi tenuti sotto controllo dalle nazioni a capitalismo sviluppato che dominano il mercato mondiale! Con la fine del colonialismo e dell’impero ottomano, le nazioni imperialistiche si sono suddivisi i territori da loro precedentemente dominati a loro piacimento, non tenendo minimamente conto dei popoli, delle caratteristiche geografiche e territoriali: se si guarda una cartina dell’Africa si evidenzia come i confini delle nazioni sono delimitati da linee rette, confini decisi a tavolino senza neanche fare un sopralluogo sul posto. Così si sono divisi popoli in nazioni diverse e tribù nemiche si sono ritrovate insieme in un unico stato costruito artificiosamente. Chiaramente le nazioni imperialistiche hanno foraggiato le lotte tribali per dominare i popoli e vendere loro le armi. Che senso ha enunciare un principio se poi non viene fatto rispettare, ipocrisia pura! Le popolazioni private del diritto di avere una propria nazione sono innumerevoli, vedi i curdi, solo per gli israeliani è stato sancito il diritto di avere uno stato autonomo, in un territorio già occupato dai palestinesi! La creazione dello stato di Israele non ha nulla a che vedere con l’autodeterminazione dei popoli, ma è stata una parziale sostituzione etnica, mentre per i palestinesi il diritto ad uno stato autonomo non viene concesso, di fatto, da 76 anni. Ipocritamente adesso si sostiene il diritto di due stati e due popoli, su quale territorio deve svilupparsi lo stato palestinese non si comprende, visto che questo è stato deturpato dai coloni e la striscia di Gaza praticamente distrutta! In realtà la destra israeliana, che governa attualmente, ha in mente la grande Israele, un territorio che comprende tutta la Palestina, parte del Libano e della Siria. In un’intervista un esponente dell’ultradestra, affermava “qua è tutto nostro, gli arabi, se vogliono, possono lavorare nelle nostre fabbriche altrimenti se ne possono andare”
QUANTO VALGONO LE VITE?
I nazisti avevano le idee chiare sul valore delle vite degli altri, per ogni nazista ucciso dovevano morire almeno 10 nemici. Per i sionisti forse questo valore è troppo restrittivo, quanti palestinesi sono morti per vendicare i 1400 israeliani uccisi il 7 ottobre 2023, sicuramente il dato di 47000 è sottostimato. Report riportava una stima di 180.000 tra i dispersi sotto le macerie e i deceduti per stenti e malattie, la maggior parte donne e bambini. Che ne sarà di tutta questa gente che ha perso tutto e potrà vivere solo dell’elemosina e di aiuti, difficile dirlo. Nei telegiornali si vedono macerie di case e distruzione totale, ma mai si raccontano le storie di chi è rimasto sotto le macerie, le loro vite valgono poco. Se però i palestinesi sono vite di serie b quelli degli immigrati sono di serie z, non contano proprio. Non c’è nulla di strano una società divisa in classi è intrinsecamente razzista poiché considera degli uomini, gli operai salariati una merce, la forza lavoro priva di prerogative umane. Ed è da qui che nasce tutto.
PIETRO DEMARCO
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