Stellantis Pomigliano. Un noto film americano si intitolava “Il silenzio degli innocenti” mentre a Pomigliano d’Arco così come nel resto degli stabilimenti in Italia assistiamo a ben altro, un “film” che va ben oltre l’innocenza.
Stellantis Pomigliano. Un noto film americano si intitolava “Il silenzio degli innocenti” mentre a Pomigliano d’Arco così come nel resto degli stabilimenti in Italia assistiamo a ben altro, un “film” che va ben oltre l’innocenza.
Un film che racconta della continua “uccisione” degli operai; un film dal genere horror e drammatico, se si pensa che il ruolo degli “assassini” sarebbe quello di tutelare i lavoratori. Esatto, sto parlando proprio del sindacato, protagonista assoluto di questo film che purtroppo siamo costretti a subirci da tantissimo tempo. Un sindacato che rappresenta perfettamente il Dottor Hannibal Lecter ex psichiatra e criminologo, detenuto da oltre otto anni con l’accusa di aver ucciso alcuni suoi pazienti e di averne divorato i corpi. I servi del padrone, che siano firmatari del CCSL oppure finti rivoluzionari, sono come Hannibal, uccidono chi dovrebbero difendere e non contenti mangiano anche i loro corpi.
Una classe operaia sempre più abbandonata al suo triste destino e purtroppo passiva davanti a tutte queste ingiustizie che continua a subire giorno dopo giorno.
Siamo andati in vacanza con una programmazione di cassa integrazione che vedeva un giorno di fermo ad agosto e quattro a settembre. Siamo ritornati dalle vacanze e subito ci hanno comunicato altre quattro giornate di cassa per il mese di ottobre. Ormai conviviamo con questa maledetta cassa integrazione da una vita e a nessuno sembra importare e tranne una piccolissima parentesi, si continuerà con questo andazzo chissà per quanto altro tempo ancora, anzi molto probabilmente peggiorando anche questo trend.
Questa cassa è diversa, diciamo al quanto “anomala”, anche se in passato ci sono state delle similitudini, vedi il 12esimo turno, cioè con la fabbrica aperta sei giorni a settimana, con riposo settimanale a scorrimento e un giornata di cassa integrazione a settimana per operaio, infatti con la comunicazione delle quattro giornate di cassa per ottobre sarebbe dovuta arrivare anche la comunicazione di un aumento della produzione di ben 80 auto a turno ed invece questa ufficialità ci viene data direttamente sul campo di battaglia dal nostro superiore e così chi lavora in Panda si becca l’aumento della produzione con un giorno di cassa integrazione a settimana. E’ alquanto particolare ricorrere agli ammortizzatori sociali e contemporaneamente aumentare la produzione. Le due cose sembrano proprio che non possano coesistere. Ma si sa, siamo in Italia dove politica, aziende e sindacato sguazzano in una corruzione spaventosa. È in questo scenario “strano”; “anomalo” forse anche “illegittimo”, che si consuma il più feroce degli assassinii a scapito degli operai proprio da parte di chi dovrebbe tutelarli. Il silenzio del sindacato è assordante e dice tutto. Un silenzio su questa situazione e soprattutto sul futuro di noi operai nella crisi dell’automotive, che oserei dire è anche imbarazzante, ma i sindacalisti non conoscono la parola vergogna. Un silenzio che per assurdo li inorgoglisce pure, in fondo così il padrone è contento. È proprio questo silenzio che li rende complici dalla base (i delegati di fabbrica) ai vertici (i segretari nazionali). Godono di privilegi sulle spalle di noi operai e con tutto quello che sta succedendo ci stanno anche facendo capire che se la barca affonda, loro hanno le scialuppe di salvataggio figlie di tanti compromessi. In un silenzio che li rende complici non avrei mai e poi mai pensato che un personaggio storicamente ambiguo; che all’epoca appoggiò senza se e senza ma il referendum minaccia di Marchionne; uno che ha fatto negli anni un tour in questi sindacati; e che oggi è ormai un ex collega, perché, appena ha potuto ha abbandonato la nave che affonda, rompesse il suddetto silenzio assordante. Ora che è fuori la fabbrica, Giannone (Video: https://www.facebook.com/giannone.gerardo/videos/1035415397893078/?mibextid=rS40aB7S9Ucbxw6v), può fare il radicale. Ma noi sappiamo che a rompere il silenzio, e forse anche altro onestamente, dobbiamo essere noi. Gli operai, che in questo film sono la vittima sacrificale per il profitto del padrone e per la convenienza del sindacato, si devono trasformare in protagonisti e rialzare la testa smettendola di essere masochisti appoggiando i propri carnefici.
PILONE OPERAIO STELLANTIS DI POMIGLIANO D’ARCO