UNA SETTIMANA DA SCHIAVI

Stellantis Pomigliano, le assemblee di questa settimana sul contratto interno non sono proprio andate come le raccontano.
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Stellantis Pomigliano, le assemblee di questa settimana sul contratto interno non sono proprio andate come le raccontano.

Un paio d’anni fa alcuni dei nostri colleghi andarono in trasferta in Francia e da subito ci hanno raccontato di metodologie di lavoro completamente diverse dalle nostre. Lì, ad esempio, non vi è nessun cartellino, documento cartaceo dove sono segnate le lavorazioni che un addetto deve svolgere, con i tempi di lavorazione. Questo non ci stupì affatto perché con la venuta della Panda e nonostante da contratto dovrebbero essere di facile accesso per i lavoratori, nessuno li ha più mai visti e nessun delegato si è mai interessato alla cosa. Eppure, i cartellini sono stati per anni un ostacolo, seppur fragile, all’aumento indiscriminato dei ritmi, in quanto in esso erano riportate le operazioni sulla postazione che ogni operaio doveva effettuare. Dopo il racconto francese, ebbi la conferma che i suddetti cartellini sarebbero scomparsi definitivamente anche a Pomigliano. Detto fatto. lunedì scorso, sulla linea della Panda si è cambiato cadenza come se nulla fosse, praticamente dalla sera alla mattina, passando dalle 300 auto a turno alle 440 con l’aiuto di qualche addetto alla Tonale approfittando del loro “riposo” per “mancanza materiale”. Sancendo, di fatto, definitivamente la fine del cartellino lavorazioni anche a Pomigliano.
Tante le difficoltà durante i turni di lavoro. Ormai si lavora sempre come se fossimo dei veri e propri schiavi, in barba alla nostra salute, vedi l’aumento degli RCL (lavoratori con ridotte capacità lavorative) soprattutto tra i giovani, e di conseguenza sulla sicurezza. Il tutto col solito benestare di tutti i sindacati; già proprio tutti ormai non fa più differenza.
Dopo aver firmato un rinnovo contrattuale che peggiora sempre di più le condizioni di noi operai a favore dell’azienda, i firmatari trovano il “coraggio”, non so da quanti mesi non succedeva, di fare un’assemblea retribuita.
Le cose non sono andate benissimo però per i nostri eroi.
Nell’assemblea della mattina, erano davvero pochi i lavoratori presenti. Qui i firmatutto si sono potuti autoproclamare come i migliori sindacalisti al mondo: “mai nella storia è stato rinnovato un contratto così meraviglioso”; “non si era mai visto un rinnovo con così tanti soldi per i lavoratori”; “questo rinnovo è talmente a favore dei lavoratori che dobbiamo esportarlo anche in altre categorie”; e così via a sviolinarsi tra di loro con conseguente applauso che non partiva dalla platea abbondantemente vuota, ma dai loro stessi addetti ai lavori. In pratica la sviolinata se la cantavano e se la suonavano da soli. Gli operai presenti pochi. Il fatto che sia stata fatta una specie di assemblea alternativa, critica nei confronti del contratto appena firmato, ha salvato i sindacalisti da contestazioni più consistenti, e loro hanno potuto concludere l’assemblea con la convinzione dichiarata di “aver svolto un ottimo lavoro; raggiunto un grandissimo risultato” … per i dirigenti Stellantis e gli azionisti aggiungiamo noi, e in effetti, essendo sindacati filo padronali, è stato davvero un meraviglioso rinnovo a conferma del ruolo che hanno come “bidelli” dell’azienda.
Nell’assemblea del pomeriggio, le cose non sono andate lisce come al mattino. Ci sono state più contestazioni e i bidelli hanno anche rischiato di non finirla integri. Molti operai erano veramente incazzati. Qui non è stato possibile incensarsi come “i migliori” rappresentanti dei lavoratori e la fregatura appena firmata come “meravigliosa”. Uno dei “bidelli”, sotto il fuoco delle critiche, ha solo potuto piagnucolare nel suo intervento che avevano dovuto sottoscrivere il contratto per forza perché o si firmava questo o non si otteneva niente, senza rendersi conto di aver svelato cosa intendono e praticano per “trattativa” i firmatutto. L’azienda comunica cosa può “concedere”, altrimenti il contratto non si fa, e loro sono tenuti a firmare quanto ha dettato l’azienda.
Qualcuno si domanderà quale sia stata la risposta della Fiom nelle assemblee, considerando che anche questo rinnovo non porta la sua firma. Ebbene, resterà deluso perché c’è stata l’assenza più totale da parte di chi si propone come alternativa a tutto ciò. In pratica nessuna presenza, nessun intervento nella prima assemblea, zero, mentre nella seconda le contestazioni più aspre e radicali sono venute da semplici operai. Altro tassello nella “lotta” della Fiom al CCSL.
Alla luce di un’altra settimana da schiavo passata in quelli di Pomigliano, la convinzione è sempre di più, che a spezzare queste catene dobbiamo essere noi senza aspettare nessuno, solo così possiamo, come spesso dico e scrivo, essere liberi.
Il fatto che il nuovo contratto non sia passato senza contestazioni fa sperare che le cose possano cambiare.
PILONE Operaio Stellantis Pomigliano d’Arco

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