IL “CARICO RESIDUALE” E’ IN FONDO AL MARE

Non c’è niente da meravigliarsi, per il Ministro Piantedosi che definì i migranti (esclusi i fragili) un carico residuale è naturale che il salvataggio di chi stava naufragando non sia stato nemmeno preso in considerazione.
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Non c’è niente da meravigliarsi, per il Ministro Piantedosi che definì i migranti (esclusi i fragili) un carico residuale è naturale che il salvataggio di chi stava naufragando non sia stato nemmeno preso in considerazione.

Caro Operai Contro, sostanzialmente considerati e trattati come “esuberi sociali” un peso per la società dei padroni, almeno 6 milioni di esseri umani venivano eliminati dal nazismo tramite forni crematori e camere a gas.
Oggi nella civile Italia con già 28 mila migranti affogati nel mar mediterraneo (ultima stima), in fuga da situazioni insostenibili, il decreto del ministro degli Interni Piantedosi incentiva la strage di una parte tra i più diseredati della terra, senza neanche consumare gas. Basta non soccorrerli in mare, lasciarli annegare e poi dare la colpa agli scafisti.
Non senza averli prima criminalizzati perché “non stanno a casa loro”. Come se andassero in cerca di una seconda casa per le vacanze. Quando invece non hanno casa o è andata rasa al suolo dalla miseria imperante, dalla guerra, dal terremoto. Condizioni causate dalla politica dei paesi sviluppati, come qui chiaramente denunciato nell’articolo: “Che bella società”.
Ora che il “carico residuale” (definizione di Piantedosi riferita ai migranti, esclusi i “fragili”) comincia a presentare il conto, con centinaia di migranti annegati (compresi i dispersi) perché non soccorsi, Salvini e Piantedosi si sentiranno al sicuro, al riparo dalle invasioni tribali, potranno finalmente dormire sonni tranquilli.
Pure la Meloni che in difesa della razza pura italica, strepitava esserci “un disegno di sostituzione etnica in Italia”, si sentirà più in pace con il suo gridato ai 4 venti, essere “cristiana”. Beatamente fra l’altro, in aperta trasgressione con le leggi internazionali del mare.
La tracciabilità dell’operato della Guardia Costiera e della Finanza, sul mancato soccorso ai migranti poi naufragati a un centinaio di metri dalla spiaggia di Cutro (Calabria) incrociata con le segnalazioni dell’agenzia europea Frontex, mette chiaramente in luce che, dalla sera prima era stata segnalata in quel tratto di mare, un barcone con persone a bordo.
Quindi tempo e mezzi per salvare i migranti prima del naufragio c’è n’erano e come! Ed è stato anche reso noto che il mare era forza 4 e non forza 7, fatto trapelare in un primo momento, come se il governo volesse giustificare il mancato soccorso.
Soccorso mancato, dicono gli analisti di questa tragedia, perché il ministro delle Infrastrutture Salvini non ha emanato un S.O.S. (SAR: Search And Rescue, “cerca e salva”) che ordinasse alla Guardia Costiera di muoversi per il salvataggio.
Quando la Meloni negò a Salvini il ministero degli Interni, assegnandogli quello delle Infrastrutture, lui accettò ma pretese “La competenza dei Porti è del ministro delle infrastrutture”.
Le parole premonitrici del responsabile di Medici senza Frontiere, Marco Bertotto, sono purtroppo diventate realtà: “Saremo costretti a lasciare sguarnite le zone di soccorso nel mar Mediterraneo, con un inevitabile aumento del numero dei morti”.
Per aver sfidato il decreto Piantedosi continuando i soccorsi in mare, Medici Senza Frontiere è stata sanzionata e sarà chiamata a processo, come ha reso noto il suo stesso staff: “Le autorità italiane ci hanno comunicato che la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, è stata raggiunta da un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 10 mila euro”.
Questo chiarisce se ve ne fosse bisogno, più di qualsivoglia ricostruzione alla ricerca della verità sulla responsabilità oggettiva dei mancati soccorsi.
Saluti Oxervator.

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