LA LEGGE DI BILANCIO COME MANIFESTO POLITICO

Dall’analisi delle misure adottate risulta chiaro quali classi di ricchi grandi e piccoli sono ben rappresentate e sostenute dal governo della Meloni e come di conseguenza aumenta il peso dello Stato sulle classi subalterne.
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Dall’analisi delle misure adottate risulta chiaro quali classi di ricchi grandi e piccoli sono ben rappresentate e sostenute dal governo della Meloni e come di conseguenza aumenta il peso dello Stato sulle classi subalterne.


 

Il governo di destra non si poteva smentire, da buon agente “spietato” della borghesia, con la manovra fiscale ha pubblicato il manifesto politico che illuminerà la sua legislatura. Già con il primo provvedimento “anti-rave” e il blocco dei migranti, mentre lavorava al decreto flussi per lavoratori migranti per braccia a buon mercato, aveva chiarito le sue intenzioni. In tempo di crisi c’è la necessità di azioni chiare e concise che spieghino qual è la via maestra da seguire, repressione e sacrifici, senza l’ignavia di un governo che deve far credere di essere apparentemente sensibile alla povertà e allo sfruttamento, per apparire un agente “meno spietato” del capitale. La legge di bilancio, che hanno avuto il coraggio di definire un approccio “prudente e realista” che tiene conto della situazione economica, con ferocia stabilisce una linea di demarcazione netta tra chi deve subire le scelte di politica economica e chi invece beneficerà di aiuti e sostegno.

I DUE CAPISALDI DELLA MANOVRA
La manovra si muove su due capisaldi. Il primo, aiuti e provvedimenti a sostegno delle imprese e il secondo, calpestare o per meglio dire “scamazzare” le pretese di indigenti, operai e famiglie che da questa manovra si sarebbero dovuto aspettare seguendo le promesse elettorali un aiuto serio e concreto.
Il primo
Le aziende e gli affaristi di turno possono contare su una serie di benefici dalriavvio del progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina facendo un regalo gradito a tecnici ed affaristi del cemento, alla sospensione anche per il 2023 dell’entrata in vigore di plastic e sugar tax, le imposte sui prodotti in plastica monouso e sulle bevande zuccherate.
Viene rifinanziato il fondo per 1 miliardo per il 2023 che garantisce tutte le operazioni finanziarie direttamente finalizzate all’attività d’impresa concesse da un soggetto finanziatore. La manovra include agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e in particolare per le donne under 36 e per i percettori del reddito di cittadinanza.Viene alzato nuovamente il tetto all’utilizzo del contante: dal 1° gennaio 2023 la soglia salirà da 1.000 a 5.000. Confermata l’eliminazione degli oneri impropri delle bollette, viene rifinanziato fino al 30 marzo 2023 il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale che per bar, ristoranti ed esercizi commerciali salirà dal 30% al 35%, mentre per le imprese energivore e gasivore dal 40% al 45%. La modifica dell’aliquota sugli extraprofitti delle aziende energetiche viene innalzata dal 25 al 35%, una misura non voluta ma dovuta per placare le voci sul caro energia, il che è veramente ridicolo considerando che il fatturato nell’ultimo anno del settore è più che raddoppiato e l’utile è arrivato a + 132% mentre la redditività delle 18 società quotate in borsa è passata da 8 mld a 18 mld concentrandosi sulle petrolifere ENI e Saras. I carburanti dal 1° dicembre 2022 erano soggetti ad uno sconto sulla benzina e il gasolio. Ora con il ritorno delle accise si è prodotto un aumento spropositato del prezzo dei carburanti e andare al lavoro costa e costerà il doppio rispetto ad un anno fa mentre gli autotrasportatori possono contare su altri regimi agevolati. Aumenta invece la dotazione del fondo per la mitigazione del caro benzina nel trasporto pubblico locale: vengono stanziati 200 milioni per il 2022, 150 per il 2023 e 100 per il 2024 ma i prezzi dei biglietti restano inalterati salvo aumenti già in atto in alcune città, vedi Milano.Il decreto include la cancellazione delle cartelle fino al 2015 che hanno un importo inferiore a 1.000 euro. E poi la rateizzazione dei pagamenti fiscali non effettuati nel 2022 senza aggravio di sanzioni e interessi per chi a causa dell’emergenza Covid, caro bollette e difficoltà economiche non ha versato le tasse. È prevista una mini sanzione del 5% sui debiti del biennio 2019-2020 e la rateizzazione fino a 5 anni. Oltre che favorire a maglie larghe gli evasori, un provvedimento del genere in teoria può includere anche più cartelle di importo nella soglia ma che si riferiscono allo stesso debito.
La Flax tax , la vera ciliegina sulla torta, estesa ai soggetti con ricavi fino a 85 mila euro con un’imposta piatta al 15% in sostituzione di irpef, irap e imposte comunali e solo per gli autonomi una riduzione del 35 % dei contributi inps. L’estensione farà rientrare in questi numeri la quasi totalità di autonomi e professionisti non andando a recuperare niente sugli evasori cronici anche perché nessuno, pur guadagnando più di questi importi, dichiara i propri ricavi. Mentre si boccia il salario minimo rimandandolo alle singole contrattazioni e si tengono gli operai ad un livello esagerato di imposizione fiscale rispetto al reddito percepito, ai propri vassalli, bottegai e professionisti, si concedono benefici e prebende senza contare che il tax gap ossia la propensione alla fuga dal fisco nel 2020 per autonomi e imprese è salito al massimo storico del 68.7%, il che tradotto significa che hanno sottratto allo stato 28,75 miliardi.Vengono reintrodotti i voucher per aziende fino a 10 dipendenti, gradita soluzione per settori come l’agricoltura e i servizi (bar, ristoranti, ecc.) che possono sfruttare i lavoratori cancellando qualsiasi possibilità di regolarizzazione e legalizzando il lavoro nero.
Il secondo
Per operai, famiglie e poveri piovono pietre e se ci sono degli spiccioli per loro durano al massimo sei mesi. Smantellato il sussidio ai poveri. Dal 1° gennaio 2023 il rdc durerà solo 7 mesi, avranno diritto a mantenere il reddito chi all’interno del nucleo familiare ha persone con disabilità, minorenni o ultra sessantenni. Tutti i percettori di reddito “occupabili” devono essere inseriti nei corsi di formazione, per un periodo di sei mesi. In caso di mancata frequenza decade il diritto al rdc cosa che accade anche al primo rifiuto di un lavoro (determinato o indeterminato). Il provvedimento a prima impatto produrrà 300 mila disoccupati senza reddito con riduzione di spesa di 743 milioni per il 2023 utili per coprire il mancato incasso con la flat tax.
Per le famiglie più impoverite viene confermato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro. C’è poi la riduzione dell’Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. Palliativi, con riconoscimenti di poche decine di euro, che non combattono la povertà e la difficoltà delle famiglie soprattutto quelle più a reddito basso. In evidenza anche sul lato pensioni la “quota 103” ponte per un anno per andare in pensione che favorirà poche migliaia di lavoratori e molti visto il caro-vita se possono di sicuro non andranno in pensione per prendere molto meno di quanto guadagnavano.
Il cuneo fiscale nella Legge di Bilancio prevede l’estensione del taglio al 3% per i lavoratori che percepiscono fino a 25.000 euro di reddito lordo annuale, distribuito su 13 mensilità. Per chi supera questa retribuzione, e fino a 35.000 euro, resta il taglio del cuneo contributivo al 2%. Il taglio della quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti (pubblici e privati) viene, quindi, incrementato di un punto percentuale. Il taglio del cuneo fiscale porta vantaggi miseri in busta paga e ben al di sotto di quelli necessari per contrastare il caro vita. Chi ha una retribuzione annua lorda di 10mila euro riceverà nel 2023 un beneficio mensile netto di 23,08 euro, solo 7,69 euro in più rispetto al 2022, chi arriva ai 25mila euro lordi annui otterrà un beneficio mensile netto di 41,74 euro, ovvero 13,91 euro in più al mese rispetto a quest’anno, senza considerare il fatto che il dipendente, con il taglio del cuneo contributivo previsto nel 2023, vedrà aumentare la sua base imponibile fiscale e, di conseguenza, la tassazione IRPEF.
S. C.

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