LE BOLLETTE AL ROGO

In diverse città, al culmine di manifestazioni contro il carovita, le bollette sono state date al fuoco. I giornali si accontentano di farne dei semplici atti simbolici. Non è così, è un segnale di un incendio alle porte che non potranno facilmente spegnere.
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In diverse città, al culmine di manifestazioni contro il carovita, le bollette sono state date al fuoco. I giornali si accontentano di farne dei semplici atti simbolici. Non è così, è un segnale di un incendio alle porte che non potranno facilmente spegnere.


 

Caro Operai Contro, i cortei contro il carovita con i falò delle bollette energetiche, si diramano dalle grandi città alle altre. “Io pagavo 80 euro in bolletta ora sono 160, un raddoppio”. Durante le manifestazioni si mostrano le bollette ai passanti, indicando importi anche più alti: “Abbiamo scelto di non pagare le bollette per poter mangiare e mandare i nostri figli a scuola”.
I rincari non si fermano neanche nella fase di passaggio tra il governo dimissionario e quello dall’imminente insediamento. Anzi i politici di Palazzo approfittano di questa fase, per non intervenire neanche nella libera speculazione Made in Italy sui prezzi dei prodotti energetici, visto che sulla speculazione importata sono impotenti.
Fermo restando l’alleanza delle borghesie nazionali europee e i loro governi, nella responsabilità del trattato del 1996 a Cardiff nel Galles, che stabiliva la fine dei prezzi regolamentati delle materie prime, lasciando che in nome del libero mercato, fosse la Borsa, il capitale finanziario che non ha confini nazionali, con i suoi scommettitori, a definire il prezzo del gas all’ingrosso e di conseguenza al dettaglio.
Pure Bonomi presidente di Confindustria, salito in cattedra a Varese a dare consigli al nascituro governo, nulla trova da ridire ai padroni delle aziende energetiche ed ai prezzolati faccendieri che, con la benedizione dei governanti fanno la cresta ai prezzi importati già esplosivi.
Aggirano i dispositivi di legge che regolamentano il mercato dell’energia. “ Le misure del Decreto Aiuti Bis non vengono applicate “, denuncia un portavoce di Altroconsumo.
“ Tutte le aziende infatti stanno modificando le tariffe fisse della corrente e del gas, anche se dovrebbero essere bloccate per legge “.
Per giustificarsi queste aziende dicono che lo fanno perché in difficoltà economiche: interrompono i contratti in essere con gli utenti, per imporne altri con forti rialzi. Puro banditismo alla luce del sole.
La Meloni per frenare la protesta con la quale dovrà vedersela a capo del governo, ha fatto trapelare che intenderebbe “tamponare” le bollette esplosive con uno stanziamento di 25 miliardi così reperiti:
-10 miliardi ereditati dal “tesoretto” del governo Draghi.
-10 miliardi con extra entrate tributarie.
-5 miliardi con una tassa sugli extra profitti, tra aziende energetiche e aziende rinnovabili.
In questo modo solo 5 miliardi verrebbero dagli extra profitti e non si parla di toccare i profitti.
Mentre ne vorrebbe prosciugare 10 da nuove entrate tributarie. Evidentemente il ventilato taglio dell’Irpef, non servirà come promettevano a mettere più soldi in busta paga, ma a gonfiare le entrate tributarie, lasciando intatti i profitti.
Intanto fioccano le disdette dei contratti per le famiglie in difficoltà. Basta una sola rata non pagata per rientrare nei morosi e vedersi staccare le forniture di luce e gas.
“Il 70% degli italiani vive in condominio e la stragrande maggioranza ha il riscaldamento centralizzato, se già i condomìni morosi sono in crescita, cosa accadrà con il conguaglio di fine anno aumentato del 60. 70%?”. Se lo chiede F. Burelli presidente dell’Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Conodominiali e Immobiliari).
I giornali ci tengono a precisare che il dilagare delle manifestazioni in più città, con i falò delle bollette, sono proteste “simboliche”. In effetti hanno ragione. Dopo tutto sono falò cartacei, e non veri roghi ben più consistenti.
Saluti Oxervator.

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