REDDITO DI CITTADINANZA DA MISURA (FALSA) CONTRO LA POVERTA’ A PRETESTO PER L’OBBLIGO (VERO) AL LAVORO

I padroni vogliono mano ancora più libera sulle condizioni di sfruttamento degli operai. Hanno iniziato con gli ultimi, i beneficiari del reddito di cittadinanza (RdC), ma l’obiettivo vero sono le condizioni degli operai per gli anni a venire.
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I padroni vogliono mano ancora più libera sulle condizioni di sfruttamento degli operai. Hanno iniziato con gli ultimi, i beneficiari del reddito di cittadinanza (RdC), ma l’obiettivo vero sono le condizioni degli operai per gli anni a venire.

Era il 2018 quando Di Maio, allora ministro del lavoro, dal balcone di palazzo Chigi esultava: l’RdC, quello che aveva permesso ai 5stelle di diventare primo partito in Italia, era legge, “la povertà era sconfitta”! In realtà L’RdC, l’elemosina di stato, non poteva e non ha assolutamente risolto il problema della povertà, né le sue cause. Misura nata per tamponare una situazione sociale tragica, già prima del COVID, con milioni di poveri, contabilizzati dalle statistiche ISTAT (Salari fermi da 20 anni, tasso di disoccupazione oltre il 10%), quelle poche centinaia di euro al mese del RdC hanno permesso di pagare qualche spesa alimentare, qualche fitto arretrato per chi vive ai margini della società, senza minimamente cambiare la propria condizione. Ma l’RdC non era solo questo. Non poteva essere solo una misura contro la povertà, non era accettabile, per i padroni, per le altre classi, una semplice elemosina di stato. Chi ne usufruiva, al pari di disoccupati, di cassaintegrati, era obbligato ad impegnarsi in un programma di ricollocazione, fatto di corsi di formazione e offerte di lavoro non rifiutabili pena la decadenza del beneficio. Una parte della platea RdC, composta da persone che vivono ai margini della società, espulsi dal mercato del lavoro e non più rientrati, ormai inservibili, non poteva essere ricollocata. Un’altra parte, composta da lavoratori precari, perlopiù a nero, con un proprio nucleo familiare, non poteva vivere di solo reddito di cittadinanza, ma è stato costretto a lavorare ancora a nero per integrare il reddito. Una parte non ricollocabile, l’altra parte costretta all’illegalità. Un fallimento annunciato e voluto.

Ora questo contentino ai poveri deve essere eliminato. Il reddito di cittadinanza è diventato il nemico numero uno dei padroni. Bisogna toglierlo da mezzo. Avere i quattro soldi del RdC non dà la possibilità ai padroni di impiegare per gli stessi soldi questi disoccupati. “Se uno prende 500 euro al mese senza lavorare, non va a lavorare per gli stessi soldi, o addirittura per meno soldi”. Questo è il ragionamento dei padroni.

La campagna padronale sull’RdC non ha avuto tregua: “I disoccupati sul divano pagati dallo stato per non fare niente! gli “imprenditori” che piangono perché non trovano manodopera a causa del RdC”.

La risposta della politica tutta (inclusi i 5 stelle sopravvissuti alle varie fronde, ultima quella di Di Maio, che alla camera hanno votato la fiducia al Decreto Aiuti) è stata pronta. In parlamento è passato un emendamento al Decreto Aiuti che stabilisce che il beneficiario RdC potrà perdere il beneficio anche per mano del padrone di cui non ha accettato l’offerta di lavoro! Basta limiti sulle offerte: Qualsiasi offerta “congrua” deve essere accettata. Cosa s’intende per “congrua” lo hanno specificato, nella discussione parlamentare, quelli che avevano proposto che l’obbligo di partecipazione ai PUC (progetti di utilità collettiva svolti presso i comuni a titolo gratuito dai beneficiari del RdC) fosse svolto presso i padroni privati che necessitavano di manodopera: Insomma “congruo” sta per lavoro “quasi” gratuito!

Non sappiamo se e come alla fine questo ignobile emendamento passerà in via definitiva e quando si arriverà ad approvare il lavoro gratuito ma è chiaro che si sta facendo passare l’idea, accettata da tutte le forze politiche, che, se i padroni hanno bisogno di operai a determinate condizioni, queste devono essere garantite, anche a mezzo di liste di costrizione, alla faccia dei principi liberali del libero contratto tra pari e senza che nessun liberale si scandalizzi della cosa.

E’ evidente che la polemica sull’RdC è puramente strumentale. I padroni vogliono carne fresca da sfruttare, vogliono i giovani, vogliono uno strumento di costrizione, di obbligo al lavoro che dia loro la possibilità di sfruttarli senza limiti. Vogliono giovani al lavoro con 500 euro al mese, o anche meno.

L’Italia non è formalmente in guerra, ma la sua economia si (il rincaro delle materie prime, la chiusura dei mercati, la concorrenza sempre più agguerrita). I padroni vogliono mano libera sulle condizioni di sfruttamento degli operai, senza più vincoli contrattuali e rivendicativi, garantiti dallo stato. Hanno iniziato con gli ultimi del RdC ma l’obiettivo vero sono le condizioni degli operai per gli anni a venire.

P. S.

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