L’OPERAIO CORRE DIETRO AL ROBOT, TUTTI E DUE CORRONO PER IL PADRONE

Il padrone utilizza tutto quello che può aumentargli i profitti. Lo sfruttamento della natura e dell'uomo è una sua esigenza. Sfruttare l'uomo e mettere in piedi nuove tecnologie che aumentino il suo capitale è una sua necessità ...
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Il padrone utilizza tutto quello che può aumentargli i profitti. Lo sfruttamento della natura e dell’uomo è una sua esigenza. Sfruttare l’uomo e mettere in piedi nuove tecnologie che aumentino il suo capitale è una sua necessità. La tecnologia introdotta nei luoghi dove gli schiavi moderni producono non ha il fine di favorire gli operai ma di favorire il padrone. Un operaio in un determinato tempo riesce a saldare una vite, un robot predisposto alla saldatura (e spesso anche ad altro) nello stesso tempo ne riesce a saldare molte di più. I robot in fabbrica vengono introdotti perché conviene al padrone poiché con i robot il padrone sostituisce un numero consistente di operai e aumenta la produzione. Gli operai che restano in fabbrica ma in numero inferiore rispetto a prima dell’introduzione dei robot, hanno un ruolo di appendice al robot, al macchinario, cioè caricano i pezzi che i robot poi saldano e passano ad un robot di una postazione successiva. Se il robot per effettuare il determinato numero di saldature programmate impiega più tempo rispetto al tempo assegnato agli operai per caricare i pezzi da saldare, agli operai si comanda di caricare altri pezzi per altri robot anche in diverse postazioni o a fare altri lavori vicino ad altri macchinari. Cioè gli operai o con la tecnologia robotica o senza tecnologia robotica vengono impegnati per tutto il tempo durante la giornata di lavoro, ma con i robot è più facile farli lavorare più velocemente e senza interruzioni. L’avanzamento tecnologico introdotto nelle fabbriche favorisce il padrone e non gli operai, in quanto il numero degli operai si riduce perché un robot riesce a fare il lavoro di più operai nello stesso tempo. Gli operai occupati in fabbrica in numero minore vengono sfruttati di più. Aumenta la produzione che fanno con le stesse ore di lavoro. Addirittura può anche ridursi la fatica fisica e i disagi su lavorazioni scomode, ma aumenta il lavoro che fanno gratis per il padrone. Se prima, per esempio lavoravano due ore per produrre l’equivalente del loro salario, ora lavorano solo un’ora per loro e le ore che lavorano gratis per il padrone passano da sei a sette in una giornata di otto ore. La tecnologia non favorisce la collettività operaia che produce in fabbrica ma nemmeno l’esercito di riserva degli schiavi che si trovano fuori dalle fabbriche e che chiedono di poter entrare nel processo produttivo con un eventuale sufficiente salario. L’esercito di riserva degli schiavi moderni che aspettano fuori dalle fabbriche iscritti nelle varie agenzie interinali e in cerca di lavoro ovviamente, quando deciderà il padrone di farli entrare nel processo produttivo, entreranno con contratti sempre più precari affinché possano essere maggiormente sfruttati e ricattati dal padrone poiché il fine ultimo saranno sempre i profitti, con o senza la robotica.
Crocco, operaio di Melfi

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