STELLANTIS MELFI, A BOLLIRE SULLE LINEE

Dentro lo stabilimento è un forno, sulle linee il caldo è diventato insopportabile. Nè capi, nè sindacalisti hanno intenzione di risolvere il problema. La soluzione c'è, fermarsi, recarsi negli uffici al fresco.
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Dentro lo stabilimento è un forno, sulle linee il caldo è diventato insopportabile. Nè capi, nè sindacalisti hanno intenzione di risolvere il problema. La soluzione c’è, fermarsi, recarsi negli uffici al fresco.


 

Ogni anno è sempre uguale, la stessa storia, nello stabilimento Stellantis di Melfi sembra di stare in uno stabilimento che ospita le galline ovaiole dove il caldo è necessario per far fare sempre più uova alle pennute. Arriva maggio e giugno e il caldo inizia a farsi sentire, ma con la scusa che è ancora presto i condizionatori non vengono accesi. Gli operai possono strizzare le magliette tanto si suda sulle linee, ma se chiedi ai rappresentanti sindacali aziendali di far qualcosa ti rispondono che diranno, vedranno, faranno… Passa il tempo e l’unica cosa che fanno è quello di girovagare per lo stabilimento in cerca di frescura nei vari uffici con i condizionatori ben funzionanti, mentre noi schiattiamo dal caldo sulle linee di montaggio, di verniciatura ecc… Il tempo passa e l’unica “fortuna” questo anno è stare di più in cassa integrazione, purtroppo però con un miserabile salario. Passerà giugno e arriverà luglio, il caldo come sempre si farà sentire ancora di più per noi operai sulle linee, i sindacalisti continueranno sicuramente a non combinare niente e al ritorno dalle ferie di agosto sarà come un film già visto e si aspetterà l’autunno per un po’ di fresco. E’ una cosa diffusa quello di dire anche sotto voce che i delegati sindacali, chiamati bidelli, non servono a quattro soldi, peccato che il pensiero quasi unanime non si traduca in calci in culo a questi personaggi che utilizzano gli operai solo per il loro tornaconto.
Dentro lo stabilimento è un forno, fuori l’erba secca si è fatta così alta che se bruciasse, lo stabilimento dove ci sono gli operai e non le galline ovaiole, diverrebbe un forno con i polli allo spiedo. Quando muore un operaio i sindacati sembra che vogliono spaccare il mondo, poi non combinano niente. Sono solo veloci a fare comunicati stampa quando ci scappa il morto. Sono solo bravi a mettere in campo iniziative propagandistiche ognuno per la propria parrocchia, oltre fottersi un sacco di soldi dalle tessere che gli operai cacciano ogni mese. Le leggi che vengono emanate sono pubblicizzate come fossero la soluzione per gli operai, in realtà vengono molte volte messe sotto i piedi dal padrone perché non coincidono con i propri interessi. Restano sulla carta, come un quadro nella propria cornice. Frasi scritte ma che non spostano nulla. Il padrone, maggiormente quello più grande, nella sua proprietà fa quello che vuole, fa passare la propria legge e la propria legge deve essere compatibile con i suoi interessi economici. Se accendere i condizionatori costa, non si accendono fin quando gli operai non avranno la forza di sollevarsi, protestare, bloccare la produzione e far cambiare idea al padrone. Tanto è vero che in base alla norma il datore di lavoro è obbligato a garantire una temperatura adeguata nei luoghi dove i lavoratori svolgono le proprie mansioni. La normativa di riferimento è il Testo unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro (dlgs 81/08, allegato 4: la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano). Se il padrone non rispetta la norma, gli enti preposti al controllo non la fanno rispettare, ai bidelli non frega niente, ai sindacalisti di professione altrettanto, non resta altro a noi operai che prenderne atto, fermarsi e recarsi negli uffici al fresco dei condizionatori. Non c’è bisogno di essere portati per mano dai bidelli per farlo, è necessario solo prendere coscienza di poterlo fare.
Un gruppo di operai dello stabilimento Stellantis di Melfi

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