PRIMO COMPITO DI UN SINDACATO CHE SI RISPETTI DIFENDERE IL SALARIO, MA NON ABBIAMO UN SINDACATO CHE SI RISPETTI

Dopo il capo degli industriali, é sceso in campo il governatore della banca centrale: “le richieste di aumenti salariali sono impraticabili”. Senza vergogna parlano di fronte a salari fermi da 30 anni, che si riducono giorno per giorno per l’inflazione. Il sindacato è imbalsamato e senza una forte spinta operaia non si muoverà.
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Dopo il capo degli industriali, é sceso in campo il governatore della banca centrale: “le richieste di aumenti salariali sono impraticabili”. Senza vergogna parlano di fronte a salari fermi da 30 anni, che si riducono giorno per giorno per l’inflazione. Il sindacato è imbalsamato e senza una forte spinta operaia non si muoverà.


 

Caro Operai Contro, è azzardato chiedersi: “che si aspetta a scioperare?” Visto che i padroni non vogliono adeguare i salari al carovita? A maggio l’inflazione è arrivata al 6,9%, per una famiglia media vuol dire che servono 202 euro in più al mese per campare, 2.421 in un anno. I prezzi del carrello della spesa, rileva l’Istat, sono aumentati come non si vedeva da 36 anni!
Tra i primi a non voler adeguare i salari, c’è Bonomi/Confindustria, per lui vanno benissimo, se non fosse per il R. di c. (Reddito di cittadinanza) che per sfiga di Bonomi, scoraggia i senza lavoro a farsi assumere per lavorare quasi gratis.
Senza questo sussidio di sopravvivenza, le famiglie povere che lo percepiscono, (max 580 euro al mese per famiglia, anche se il percettore è solo uno, essendo questo l’importo medio per nucleo famigliare) si troverebbero nelle condizioni di accettare lavori con salari da fame come vuole Bonomi. Sembra incredibile questa sua dichiarazione: “Quando cerchiamo i giovani per dargli lavoro, abbiamo un grande competitor che è il R. di c.”.
A braccetto con Bonomi c’è Visco, governatore di Bankitalia, che strizza l’occhio ai padroni perché non aumentino i salari, ma diano più soldi ai banchieri, da far fruttare attraverso il capitale finanziario, fra le tante opportunità nate con gli scenari della guerra in Ucraina e le sue conseguenze.
Il governatore di Bankitalia riassume così il suo monito nei confronti di operai e sindacati che volessero rivendicare aumenti salariali: “Evitare una vana rincorsa fra prezzi e salari di fronte all’aumento dell’inflazione”.
“Com’è possibile – si chiede Orlando ministro del Lavoro del Pd – che dal 1990 a oggi l’Italia sia l’unico paese Ue che ha visto decrescere la media degli stipendi del 2,90%? In Irlanda sono aumentati dell’85%, in Germania del 37,70%, in Francia del 31,10%, in Grecia del 30,50%”.
La risposta a questo quesito se la dà lo stesso Orlando, dal momento che sposa la tesi dei padroni della scarsa competitività: “Il nostro Paese sconta una perdita di competitività cui si è pensato di fare fronte con una flessibilizzazione del costo del lavoro, ma questa strategia non ha funzionato”.
Purtroppo ha funzionato sì per i padroni, che in Italia con i loro uomini in parlamento, hanno legiferato fino a creare e rendere legale in tutti i settori l’operaio usa e getta, con salari e normative che hanno tirato in basso tutta la condizione operaia. Con la complicità di un sindacalismo compiacente che non ha mobilitato gli operai, dove questi erano sindacalmente organizzati.
La crociata per salari da fame e contro il R. di c. condotta dai vertici di Bankitalia e Confindustria, esalta il fior fiore di quello che viene definito “populismo”: Salvini, Meloni, il leghista Garavaglia al Ministero del turismo. Non manca Renzi a minacciare un referendum per abolire il R. di c. Agitato com’è ci starà già ripensando, e magari vorrà abolire direttamente i poveri tramite referendum.
Anche il leghista Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico sostiene che: “il reddito di cittadinanza ha una sua nobile funzione, ma rischia di assumere una dimensione un po’ patologica”. Come se essere poveri fosse una patologia.
Ma dove Giorgetti non lascia scampo ai senza lavoro e ai disoccupati, giovani e non giovani, è quando minacciosamente assicura che: “Se qualcuno vuole lavorare in questo Paese un lavoro lo trova”.
Per Forza Italia A.M. Bernini accusa: “Nel turismo mancano più di 300 mila addetti, ma non si trovano a causa anche della concorrenza del divano di Stato”. Gaetano Quagliarello ex Forza Italia, bolla il R. di c. come “un voto di scambio istituzionalizzato”.
Ma perché questa gente non lascia lo scranno in parlamento e il relativo reddito, e non vanno loro a sollazzarsi sul “divano di Stato” a 580 euro al mese per tutto il nucleo famigliare?
Tra chi ammette la necessità di aumentare i salari, non tutti lo fanno riconoscendola un’esigenza per arrivare a fine mese. C’è chi chiede di alzare i salari per scongiurare la recessione, come fa il Commissario europeo Nicolas Schmit che non ha dubbi: “Bisogna adeguare i salari italiani all’inflazione”. O come il ministro del Lavoro Orlando: “Le imprese devono capire che senza aumenti salariali finiremo in una nuova recessione”.
Il ministro dell’Innovazione tecnologica, Colao indipendente Pd, avverte Confindustria: “Ci dobbiamo ricordare dei ragazzi, assumete di più, pagate di più senza differenze di genere”. E’ lo stesso Colao a constatare che: “in Italia i salari sono cresciuti meno della produttività”. Un altro alibi in meno per Bonomi.
Per la prima volta in Italia il 10 giugno 2022, tutte le associazioni dei consumatori hanno indetto manifestazioni sulla falsa riga del “cacerolazo” argentino, dove si scende in piazza battendo mestoli e pentole, rivendicando più salario.
Ma per colpire Confindustria e Bankitalia servono scioperi e proteste incisive. E’ azzardato chiedersi: “che si aspetta a scioperare?”
Saluti Oxervator.

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