EDILIZIA. LA GUERRA DEI CRIMINI DI “PACE”: PIÙ 16%.

L’aumento incontenibile dei morti sul lavoro degli operai dell’edilizia e l’aggressione imperialista di Putin: manifestazioni di una stessa realtà, il profitto ad ogni costo.
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L’aumento incontenibile dei morti sul lavoro degli operai dell’edilizia e l’aggressione imperialista di Putin: manifestazioni di una stessa realtà, il profitto ad ogni costo.


 

Caro Operai Contro, il nuovo contratto nazionale per oltre 1 milione di operai e lavoratori dell’edilizia, è stato siglato il 3 marzo 2022 e il 28 aprile l’assemblea nazionale unitaria Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, in modalità online completerà il percorso.
La sigla del contratto dell’edilizia, arriva 9 giorni dopo l’aggressione dell’esercito di Putin all’Ucraina.
Due fatti apparentemente scollegati fra loro, ma strettamente intrecciati la “pacifica” guerra quotidiana e il conflitto bellico.
Sotterraneo o palese, lo scontro quotidiano tra operai e padroni, si manifesta in innumerevoli modi, dall’aumento dei morti sul lavoro all’aggressione di un paese imperialista con missili, bombe e carri armati, sono 2 aspetti di una guerra che ha le stesse origini nello sfruttamento capitalistico degli operai.
Ne vediamo alcuni esempi nella situazione creatasi con i bonus per la casa da una parte, e dall’altra, come risponde alle morti sul lavoro il nuovo Ccnl dell’edilizia.
Con i bonus e il superbonus i padroni dell’edilizia hanno fatto un sacco di sodi. Con loro le banche, gli “amici”, i prestanome e i faccendieri che, approfittando della prassi vulnerabile per ottenere il credito per eseguire i lavori, l’importante era ottenerlo, fargli un bel crestone e poi cederlo a un’impresa edile o presunta tale, la quale poteva fare la stessa cosa. Di passaggio in passaggio senza limiti, finché il governo Draghi è intervenuto stabilendo che la cessione del credito non doveva superare i 3 passaggi. In pratica quindi è rimasta la possibilità di subappalto del subappalto dell’appalto.
Da un subappalto a un altro, con le relative creste, l’impresa che alla fine faceva il lavoro, (e oggi li fa con il limite max di 3 cessioni di credito) per non rinunciare al suo bel margine di guadagno, appesantisce le condizioni di lavoro degli operai.
Risultato? nei primi nove mesi 2021 le denunce all’Inail per infortuni nel comparto “costruzioni” sono state 21.346 contro le 17.891 dello stesso periodo dell’anno precedente (+16,1%); le morti sul lavoro 87 contro 73 (+16%). Un imbarbarimento del lavoro operaio di questo settore che, dopo l’agricoltura, storicamente aveva già il primato dei “crimini di pace” delle morti e degli infortuni sul lavoro.

Come contrasta il nuovo Ccnl questa crescita esponenziale?
Al punto “Protocollo Sicurezza” si legge che verrà creata un’anagrafe di categoria aggiornata, dei Responsabili della Sicurezza dei Lavoratori (RLS) eletti in ciascun impresa. Per quanto riguarda la formazione diretta degli operai su prevenzione e antinfortunistica, sostanzialmente dice che, operaie e impiegati tecnici che entrano per la prima volta in un cantiere, avranno una formazione obbligatoria di 16 ore. Poi ci sarà un aggiornamento di 6 ore ogni 3 anni, contro i 5 di prima.
Dunque le 16 ore iniziali valgono per tutta la vita lavorativa, con l’aggiornamento di 6 ore ogni 3 anni.
Solo con questi provvedimenti, difficilmente si riuscirà a sottrarre muratori e profili operai dell’edilizia, dal “fuoco” degli infortuni e delle morti sul lavoro. Intanto per gran parte della giornata lavorativa, gli operai continueranno a lavorare gratis, ovvero per arricchire il padrone.
A questo si aggiunge un altro fattore di rischio, perché il nuovo Ccnl dell’edilizia ingloba, facendoli propri, gli accordi del dicembre 2020, fra sindacati confederali di categoria e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Accordi che espongono gli operai di questo settore allo stress del ciclo continuo dei 3 turni giornalieri per 7 giorni di fila, compresi festività e lavoro notturno. “Metteremo la luce nei campi per farvi lavorare anche di notte”, titolava su queste pagine l’articolo di critica a quegli accordi.
L’aumento salariale è di 92 euro lordi mensili per l’operaio comune. 107,6 per l’operaio qualificato, 119,6 per l’operaio specializzato. Andranno in busta paga in due tempi: oltre la metà subito a marzo, il rimanente a luglio 2023.
L’aumento quindi, prendiamo le 92 euro dell’operaio comune, da questo mese e per 17 mesi sarà di 52 euro, e solo a luglio 2023 diventeranno 92 fino alla scadenza del contratto il 30 giugno 2024. Nel frattempo un’inflazione ancora in crescita, scatena la guerra tra carovita e potere d’acquisto dei salari.
Saluti Oxervator

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