LIBERTÀ INDIVIDUALI E LIBERTÀ COLLETTIVE

Alcuni famosi intellettuali, di area di “sinistra”, hanno sviluppato una critica alla gestione della pandemia, del green- pass, usando il concetto di libertà sancita dalla Costituzione, peccato che è la stessa Costituzione che legittima  la schiavitù salariata degli operai.
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Alcuni famosi intellettuali, di area di “sinistra”, hanno sviluppato una critica alla gestione della pandemia, del green- pass, usando il concetto di libertà sancita dalla Costituzione, peccato che è la stessa Costituzione che legittima la schiavitù salariata degli operai.


 

Facciamo due premesse, la Costituzione italiana è la Costituzione della repubblica democratica borghese, scritta con la collaborazione di Togliatti e dei suoi uomini che sacrificarono nella sua stesura gli interessi rivoluzionari degli operai, riconoscendo come fondanti i sacri principi su cui si regge la società dei borghesi al potere, a nostro parere tradendo il movimento operaio che si era formato agli inizi del novecento, durante il periodo fascista e nella resistenza nella seconda guerra mondiale. La Costituzione fissa le regole sociali entro cui ha luogo lo sfruttamento operaio e conferma la difesa della proprietà privata dei mezzi di produzione e del capitalismo, unendo così l’Italia ai paesi capitalisti dell’occidente.
La seconda premessa, è che non difendiamo di certo questo governo con a capo un banchiere, come si evince chiaramente dagli articoli di questo giornale.
Esponiamo qui, pertanto, delle critiche su esternazioni espresse da alcuni intellettuali sulla difesa della Costituzione, della libertà e della “democrazia”.

In questi mesi alcuni militanti che si dichiarano di area antagonista, e vari intellettuali di “alto grado”, alcuni provenienti dalla (cosiddetta) estrema sinistra degli anni 60/70, tra cui uno dei più famosi televisamente, Cacciari, che ha collaborato con Toni Negri alla rivista “Classe operaia” e poi “Contropiano”, di tendenza autodichiarata marxista, sono in primo piano nella contestazione al green pass, ma con una particolare operazione di difesa della Costituzione e delle libertà che questa garantirebbe, in opposizione della limitazione della libertà ridotta a generica possibilità di movimento e di agire, che questo governo avrebbe esercitato dall’inizio della pandemia. Tralasciamo il fatto, anche se significativo, che questi No green pass sono in buona parte anche no vax.
La critica è riferita a due aspetti. Il primo relativo alla difesa di articoli della Costituzione che per noi sono gli interessi della classe dominante, la borghesia, codificati, involucri formali nei quali gli operai sono stati “legittimamente” espropriati del loro lavoro per la ricchezza delle classi superiori, per primi i padroni industriali. In buona sostanza, il primo errore è quello di difendere una Costituzione che è una gabbia che qualunque movimento indipendente degli operai per esprimersi dovrebbe rovesciare. Il secondo è nel metodo di questa difesa. Questi intellettuali, presupponendo (come un dato di fatto indiscutibile) la giustezza della Costituzione, ne difendono gli articoli senza considerare la realtà della loro funzione-applicazione nei 60 anni dalla sua emanazione. Difendere un articolo della Costituzione a priori, solo perché è la Costituzione, è un atto di fede che si può assimilare ai dogmi religiosi. Non entriamo tuttavia in aspetti filosofici, che certamente eviterebbero semplificazioni ma ci porterebbero a scrivere un articolo che esula dalle caratteristiche di questo intervento

Non partire dall’analisi del reale rapporto fra le classi, dalla base materiale delle forme statali e politiche, negare la realtà e sostituirla con l’ideologia è una prassi tipica di una certa fascia di intellettuali che si credono genericamente di sinistra, provenienti dalla piccola borghesia, dove la difesa di alcuni principi ideologici, per giunta borghesi, (poiché anche la forma democratica del potere ha una struttura di classe), è il loro modo di elaborare posizioni ed esprimere giudizi. Combattere la presunta limitazione delle libertà che questo governo ha esercitato dall’inizio della pandemia, argomentandola semplicemente perché va contro un articolo della costituzione è un illogico concetto.
Il punto sarebbe che siccome il vaccino non è obbligatorio, non si può limitare la libertà di movimento a “cittadini” che legalmente e rispettando le leggi, non vogliono vaccinarsi. Si capisce che ragionando in astratto sulla libertà di movimento per chi è libero di muoversi dove e come vuole, un lasciapassare medico è un intervento dispotico. Ma è così per chi è costretto a muoversi in condizioni normali fra le mura di una fabbrica sotto una gerarchia e una casa dove andare a reintegrare le proprie forze consumate sul lavoro? Non è già questa vita da schiavi a limitare la libertà di movimento? Questo modo di affrontare la pandemia facendo appello alle libertà costituzionale non sposta forse tutta l’attenzione dalla questione vera: l’impossibilità insita nella società, di cui la Costituzione è carta fondante, di garantire la salute a tutti i cittadini in particolare gli operai? La costrizione al lavoro senza distanziamento, senza misure di sicurezza, fra cui annoveriamo anche i tamponi a pagamento, senza vaccinazioni sicure non è stata ancora una volta la dimostrazione che la Costituzione è solo il quadro formale che ha permesso, mentre prometteva di salvaguardare la salute pubblica, ad un ceto medico e farmaceutico di arricchirsi?
Questo “scontro” fra governo e alcuni settori di piccola borghesia intellettuale e imprenditoriale non si occupa di operai, non se ne cura, si occupa con cipiglio di libertà di movimento fra botteghe, ristoranti e università. Non c’era bisogno di tirare in ballo la costituzione borghese per capire che la richiesta del padrone del gren pass ai cancelli delle fabbriche serviva per garantirsi una forza lavoro sana, un esercito produttivo integro per la continuità produttiva e di profitto e solo per queste necessità di sfruttamento la salute di ogni singolo operaio interessava all’imprenditore e poi a tutta la società. La reazione istintiva di tanti operai al green pass era proprio prodotta dal sapere l’uso che ne avrebbe fatto il padrone, non certo che l’introduzione di esso avrebbe leso i suoi diritti di libertà costituzionale da schiavo salariato.

La condizione di schiavitù degli operai avrebbe forse qualche giovamento da questa difesa della Costituzione, della libertà e della democrazia borghese? No, inchioderebbe gli operai alla società del capitale come la migliore società possibile, i borghesi hanno bisogno di libertà individuali per condurre i loro affari, gli operai hanno bisogno di una libertà collettiva, la libertà come classe dalla schiavitù del lavoro salariato.
S. D.

P.S. Attendiamo, dopo l’obbligo vaccinale di questi giorni, di vedere come questi intellettuali giochino sui singoli articoli per cercare di difendere ancora la Costituzione.

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