COME FARE TANTI PROFITTI CON LA PANDEMIA

Un vaccino prodotto come merce con un valore d’uso e un valore di scambio. Il valore d’uso non dà le garanzie che avevano promesso, il valore di scambio è una miniera d’oro per gli azionisti.
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Un vaccino prodotto come merce con un valore d’uso e un valore di scambio. Il valore d’uso non dà le garanzie che avevano promesso, il valore di scambio è una miniera d’oro per gli azionisti.


 

Il governo attuale si sta dimostrando sempre di più un organismo esecutivo direttamente al servizio delle classi dominanti. Tutta la falsa dialettica tra i vari partiti politici, la loro rappresentatività stabilita su base elettorale, la presunta democraticità dei governi che su queste basi si formavano, in questa fase storica sparisce.
Tutta la mistificazione sulle regole “democratiche” della gestione dello Stato ha lasciato il posto al governo come “consiglio d’amministrazione”. Il governo Draghi è la direzione della macchina politico amministrativa in mano ai padroni stessi.
La gestione della pandemia è un esempio importante tra i tanti.
La sua gestione da parte del potere ha avuto due scopi fondamentali:
Il primo, non bloccare il funzionamento del baraccone. L’economia doveva continuare a girare, le fabbriche dovevano rimanere aperte, i profitti dovevano continuare.
Il secondo è stato quello di cercare una scorciatoia per superare la fase pandemica. La produzione, in tempi rapidi del vaccino, doveva servire naturalmente a superare la crisi sanitaria e sociale che avrebbe potuto provocare, nascondendo le inadeguatezze delle strutture mediche, e nel contempo aprire un mercato internazionale ad un medicinale che, comprato dagli Stati, facesse guadagnare lauti profitti ai grandi produttori.
Nella prima fase della pandemia le fabbriche non hanno mai chiuso, anche quelle che non rientravano nelle cosiddette “produzioni essenziali”. Gli operai sono stati costretti a lavorare sempre rischiando costantemente di contagiarsi. Non a caso il numero più alto di ammalati e di morti si è avuto nelle zone a maggiore concentrazione industriale.
In questa prima fase si sono anche avute sporadiche critiche nei confronti dell’organizzazione dei servizi essenziali attuate dai governi precedenti. Si è parlato di sanità pubblica insufficiente, di scuole inadatte per alunni e docenti, trasporto pubblico in condizioni pietose. Le critiche non hanno mai lambito l’organizzazione del lavoro in fabbrica. Qui le uniche voci contro sono venute dall’interno stesso delle fabbriche, dove gli operai hanno cercato di mettere in discussione l’organizzazione imposta dal padrone, ma il ricatto del posto di lavoro e la repressione hanno evitato che il baraccone si fermasse.
Con il vaccino tutte le critiche sono rientrate. Il vaccino è diventato la risoluzione di tutti i mali. Chi sollevava il dubbio ragionevole della sua efficacia è stato subito tacciato di essere un pazzo. C’è comunque da ricordare che nella sua iniziale distribuzione si partì come al solito dalle classi superiori, non si tenne conto di chi lavorando correva il rischio più elevato, popoli interi non lo hanno ricevuto per il costo elevato. Come qualunque merce anche il vaccino ha un valore d’uso e uno di scambio e il valore di scambio ne definisce la sua distribuzione, non è una novità che i migliori strumenti di cura vadano per primi a chi ha tanti soldi.
Ora con il numero dei contagi sempre più alto appare agli occhi di tutti che questa non poteva essere l’unica soluzione, ma il governo diretto dei padroni del grande banchiere Draghi va per la sua strada.
Il maggior numero di morti nelle nazioni più sviluppate ci sono stati nella “grassa” America, dove chi non ha una assicurazione sanitaria non ha diritto a cure mediche, e in Italia, dove sulla carta la sanità è pubblica ed è “eccellente”.
Tutti abbiamo potuto misurare quanto sia funzionante questa sanità pubblica. Ospedali fatiscenti, cure mediche inesistenti, farmaci per affrontare il contagio principalmente a pagamento. Il vaccino non può risolvere il problema delle strutture sanitarie che rimangono quelle che sono, insufficienti a curare i malati di covid che comunque si producono e riproducono più o meno gravi, vaccinati e non vaccinati.
In due anni di pandemia e molte critiche di facciata alla privatizzazione della sanità, le strutture sanitarie pubbliche non sono migliorate.
Stesso discorso vale per la scuola e i trasporti. Dopo dichiarazioni ad uso stampa contro le “classi pollaio”, gli spazi per alunni ed insegnanti sono rimasti gli stessi e le strutture scolastiche sono ulteriormente peggiorate. Per il trasporto pubblico i carnai costantemente in ritardo dei treni per pendolari sono sempre lì, ma i lavori per i treni veloci non si sono mai fermati.
Come in un terremoto che vede soccombere chi finisce sotto le macerie di edifici inadeguati e arricchire imprese e tecnici che partecipano alla ricostruzione, così è successo e sta succedendo per la pandemia. I maggiori produttori di vaccini fanno profitti a palate e così anche i produttori di mascherine e tamponi. E’ la presenza di questi pescecani che mette in dubbio l’efficacia della gestione pandemica, l’efficacia degli stessi metodi di cura.
E’ un caso che dietro queste produzioni ci siano le imprese più grandi al mondo come i fondi d’investimento e le maggiori banche mondiali? Dietro a Pfitzer, Moderna, Astra Zeneca ci sono fondi d’investimento come Black Rock e banche come Bank of America, DeutscheBank, Morgan Stanley, JP Morgan ed altre. La politica, e il banchiere Draghi prima degli altri, non è indifferente agli interessi di questi squali.
Poi le scelte dei politici locali sono direttamente condizionate non solo da queste imprese, ma dagli interessi di piccole e medie imprese sul territorio, dai bottegai. Anche le notizie fatte circolare dai grandi “mezzi d’informazione di massa”, sono inquinate visto che gli stessi squali sono presenti massicciamente con partecipazioni azionarie consistenti anche in questo settore.
Mentre la maggior parte della popolazione si rincoglionisce dietro le notizie manipolate di stampa e televisione e gli operai continuano a lavorare in condizioni di rischio potenziato e per quattro soldi negli stabilimenti, quando si finisce malati di covid negli ospedali di periferia della sanità pubblica ci aspettano lunghe attese, mezzi tecnici insufficienti e personale medico portato allo stremo.
F. R.

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