E ORA COSA SI FA?

Volantino distribuito il 22 settembre  a Pomigliano e il 6 ottobre 2021 a Melfi durante il cambio turno ai cancelli della Stellantis
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Volantino distribuito il 22 settembre  a Pomigliano e il 6 ottobre 2021 a Melfi durante il cambio turno ai cancelli della Stellantis


 

 

Si stanno fermando tutti gli stabilimenti Stellantis in Italia. Non è un buon segno, e non tutto dipende dalla crisi dei semiconduttori.

Sono diversi gli elementi su cui riflettere:

1) L’eliminazione di una linea di produzione a Melfi e la riduzione sostanziale di produzioni alla Sevel.

2) Il ritardo della produzione della Tonale a Pomigliano.

3) Dalla direzione Stellantis trapelano notizie di 12mila esuberi su circa 66mila dipendenti degli stabilimenti italiani con termine ultimo nel 2024.

4) La chiusura della GKN di Campi Bisenzio (Firenze), azienda con oltre 400 dipendenti, che produceva semiassi principalmente per Stellantis in Italia.

Tanti fatti manifestano una cosa certa: il processo di ristrutturazione del settore auto è iniziato e gli azionisti di Stellantis vorranno scaricare sugli operai tutto il costo dell’operazione.

Stabilire una linea di difesa è ciò su cui oggi conviene impegnarsi.

Gli operai che ancora hanno fiducia nei sindacalisti compromessi vadano a bussare alle porte delle loro sedi. Quando pochi mesi fa sostenevano che con Stellantis si apriva una fase di sviluppo che garantiva l’occupazione o mentivano per un posticino privilegiato o erano e sono incapaci di cogliere la realtà. Sia nell’uno che nell’altro caso devono pagare un prezzo. Chi gli ha dato il voto o il sostegno imponga loro di muoversi subito con gli scioperi prima che sia tardi.

Gli operai che da molto hanno rotto ogni rapporto con i sindacalisti venduti possono organizzarsi direttamente, nessuno può impedirlo. Costituiti in comitati saranno più forti e più rappresentativi nello spingere alla ribellione gli operai e travolgere i sindacalisti che si mettono di traverso.

La linea di difesa avrà i suoi baluardi in ogni fabbrica, costruita sulle linee, fra gli operai: Stellantis attaccherà in più punti, da Melfi alla Sevel, a Pomigliano e la risposta dovrà essere immediata in ogni punto. La forza per rispondere a livello nazionale è sotto il controllo del sindacalismo confederale che non ha nessun interesse a metterla in campo. In fabbrica è diverso, gli scioperi dal basso sono sempre possibili, fermare la produzione dove tira è a portata di mano, basta che gli operai decidano di difendersi.

Oggi l’attacco è alla GKN, ma lì la difesa regge bene. Poi c’è la Sevel e la sola minaccia dello sciopero ha spaventato tutti, “il primo sciopero dell’era Stellantis”. Manca uno sciopero a Melfi contro il taglio di una linea con i conseguenti esuberi e una reazione a Pomigliano contro l’utilizzo della cassa a fronte di un nuovo rallentamento produttivo.

Agli operai che resistono alla GKN servirebbe molto di più: l’apertura di un fronte nelle fabbriche Stellantis piuttosto che una semplice solidarietà formale. La combinazione della resistenza alla GKN con la discesa in campo degli operai di Stellantis sarebbe la prova che gli operai stanno costruendo una linea di difesa facendo affidamento sulle proprie forze, ed è quello che oggi è necessario.

Operai di Melfi, operai di Pomigliano non c’è tempo da perdere.

PARTITO OPERAIO

PER CONTATTI: [email protected] 15/09/2021 Sesto San Giovanni (MI), via G. Matteotti 496


Volantino in formato pdf

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