STELLANTIS CASSINO PLANT, SI LAVORA A GIORNATA

Per tutto il mese di settembre i capi sindacali hanno minacciato fuoco e fiamme sul futuro dello stabilimento ma senza promuovere nemmeno un'ora di sciopero. Oggi siamo nella condizione che con un semplice comunicato gli operai vengono mandati a casa, la fabbrica chiusa l'1 e il 4 ottobre. Siamo nel pieno caporalato industriale
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Per tutto il mese di settembre i capi sindacali hanno minacciato fuoco e fiamme sul futuro dello stabilimento ma senza promuovere nemmeno un’ora di sciopero. Oggi siamo nella condizione che con un semplice comunicato gli operai vengono mandati a casa, la fabbrica chiusa l’1 e il 4 ottobre. Siamo nel pieno caporalato industriale


 

Agli inizi di settembre 2021 i funzionari confederali, quelli che firmano tutto, della ex FCA di Cassino ora Stellantis davano qualche segno di vitalità, uscendo dal consueto torpore che li contraddistingue nella difesa degli interessi degli operai.
Donato Gatti, segretario Fiom per la federazione di Frosinone e Latina durante il direttivo convocato d’urgenza a Cassino, usa toni inconsueti accusando apertamente la direzione dello stabilimento Stellantis di aumentare la velocità delle linee e dei carichi di lavoro rispetto al numero di operai giornalieri comandati. Questo, insiste Gatti, senza nessuna preventiva comunicazione: “A volte – aggiungevano a sostegno alcuni delegati e rappresentanti sindacali – aggravate dall’aumento repentino all’interno del turno che viola tutte le norme contrattuali e allo stesso tempo di sicurezza”(fonte Leggo Cassino.it 9 settembre 2021). L’aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro nelle linee sottodimensionate avviene in un quadro estremamente preoccupante per gli operai dello stabilimento di Cassino, fermo da fine luglio e per tutto il mese agosto. La ripresa a settembre ha visto il continuo ricorso alla solidarietà e alla cassa, con il solito alibi della mancanza di semiconduttori provenienti dai paesi asiatici.
Tavarez bontà sua, nella visita allo stabilimento il 21 gennaio 2021, era stato molto chiaro: “bisogna fare più auto per aumentare la redditività, ridurre i costi per vendere più auto.” Tutti obbiettivi che peggiorano ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro degli operai per aumentare i dividendi degli azionisti Stellantis.
Anche il segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uliano, minaccia di ricorrere allo sciopero se Tavares non chiarisce la propria posizione sulla regolarizzazione degli operai a tempo, ma il CEO di Stellantis ha già annunciato che non ha nessuna intenzione di regolarizzare i somministrati, ma di voler spostare gli operai fissi “inutilizzati” negli stabilimenti dove la produzione lo richiederà.
Con il crollo delle vendite delle auto prodotte a Cassino (-64% Giulia e Stelvio ormai a fine ciclo) infatti le prospettive di un utilizzo a tempo pieno degli impianti dello stabilimento, per i padroni Stellantis rimangono un remoto miraggio e non sarà certamente la promessa di produrre la Maserati Grecale (SUV) a permettere l’introduzione del terzo turno. I ritmi e i carichi di lavoro aumenteranno ulteriormente e si concentreranno sui pochi operai comandati solamente in alcuni giorni della settimana secondo le richieste del mercato. Agli altri la miseria della cassa integrazione o la deportazione temporanea negli stabilimenti volta per volta produttivi.
Secondo le dichiarazioni di alcuni delegati operai il numero degli addetti diretti, nello stabilimento di Cassino, è passato negli ultimi due anni da 4300 dipendenti a 3200. Altri 400 operai circa, saranno espulsi su base volontaria senza sostituzione. Nelle fabbriche dell’indotto si parla di oltre 3000 operai che hanno perso il posto di lavoro con l’aggravante di non poter usufruire, considerando le dimensioni aziendali, dei cosiddetti ammortizzatori sociali.
Questa rigidità da parte di Stellantis sui somministrati ci porta dritto allo sciopero, invitiamo nuovamente Tavares a cambiare posizione”, Abbaia Uliano ( seg naz Fim/Cisl fonte clubalfa 10/09/21) per evitare di mordere.
Gatti della Fiom, chiede invece un altro tavolo di consulta però stavolta composto da tutti i presidenti delle regioni in cui sono presenti stabilimenti Stellantis, affinché si faccia pressione sul Mise ed il governo, affinché faccia pressione su Stellantis (aula consiliare Cassino 21/09/2021).
Mente la UILM si affida completamente a Draghi e Giorgietti “Di fronte alla crisi di approvvigionamento dei microchip, la Uilm ‘esprime fortissima preoccupazione’ e all’incontro previsto l’11 ottobre prossimo al Mise su Stellantis indica che ‘chiedera’ al Governo un sostegno per vigilare sui lanci dei nuovi modelli nelle fabbriche italiane, a cominciare da quelli attesi nei prossimi mesi a Cassino e a Pomigliano, per proseguire il confronto sul futuro piano industriale e sul destino delle societa’ di servizio e per superare il prima possibile la drammatica crisi di approvvigionamento che sta attanagliando il settore”(fonte L’inchiesta 28/09/2021)
In una situazione simile dove la condizione degli operai rischia di precipitare ancora più in basso, ai direttivi sindacali convocati d’urgenza, alle formali minacce di bloccare la produzione, un sindacato che difende gli operai dovrebbe far seguire azioni incisive e mirate, che fermino gli stabilimenti, per esempio, nei pochi giorni lavorativi. Il sindacalismo concertativo e compromesso, invece, perde ancora una volta l’occasione di dare a Tavares un segnale chiaro sul ridimensionamento degli organici a Cassino e sulla ristrutturazione in generale del comparto auto Stellantis.
Gli operai di Cassino, oltre ad essere sottoposti ad una continua e drastica riduzione del salario con messa in cassa e contratti di solidarietà, nei mesi a venire Tavares li metterà, in concorrenza ulteriore al ribasso, davanti alla scelta di spostarsi negli stabilimenti che tirano oppure vedersi ridotto ulteriormente il salario. Saranno gli operai a sostenere i costi della trasferta? Come verranno calcolate le ore necessarie a raggiungere (e rientrare) eventualmente gli altri stabilimenti Stellantis? Il sindacalismo filopadronale ignora la questione ed anche il sindacalismo che si definisce conflittuale, confinato nel proprio ruolo minoritario, tace.
L’iniziativa non può, in questa situazione, che tornare agli operai Stellantis di Cassino e dell’indotto rimasti sotto il comando di fabbrica che dovranno intraprendere le iniziative di lotta necessarie a tutelare i loro interessi concreti.
M. C.

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