DALLA PIAGGIO ALLA TEXPRINT, ALLA GKN, IN CAMPO LA FORZA OPERAIA

Bisogna essere in tanti perché il numero conta. E ci conteranno i manager che hanno deciso di licenziare, i politici ed i capi sindacali pronti con gli ammortizzatori sociali a chiudere le fabbriche. Se saremo tanti per loro diventa tutto più difficile. In marcia verso Firenze.
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Bisogna essere in tanti perché il numero conta. E ci conteranno i manager che hanno deciso di licenziare, i politici ed i capi sindacali pronti con gli ammortizzatori sociali a chiudere le fabbriche. Se saremo tanti per loro diventa tutto più difficile. In marcia verso Firenze.


 

L’unione con gli operai che lottano è un nostro interesse.
Sabato 18 settembre è stata convocata una manifestazione dai lavoratori della fabbrica GKN di Firenze. Stanno lottando per bloccare la chiusura della fabbrica. I padroni,  prima hanno preso a piene mani soldi pubblici,   ora  in nome della libertà del capitale  e del mercato, senza esitazione, hanno deciso di lasciare senza lavoro 500 persone. A questi rapaci i profitti non bastano mai e sono alla ricerca di operai più sfruttabili da qualche altra parte.
In testa al corteo sfileranno insieme i lavoratori della Texprint, quasi tutti immigrati. Nonostante il ricatto della perdita del lavoro e del permesso di soggiorno, hanno denunciato  un sistema di schiavitù che riguarda molte aziende dell’indotto tessile di Prato: 12 ore al giorno per 7 giorni, lavoro nero, nessun diritto. Una lotta che dura da 8 mesi.  Al loro appello, alla loro richiesta di legalità,  le Istituzioni, in testa il Sindaco di Prato, hanno risposto con la polizia, gli sgomberi, i  manganelli, gli arresti.
La  determinazione di questi compagni   è un esempio per tutti, ma le loro difficoltà sono anche il segno della debolezza attuale dei lavoratori. Solo l’unità di tutti gli operai può creare le condizioni per difendersi da queste violenze, soltanto rimettendo assieme la forza del movimento operaio si è in grado di aprire trattative e fare accordi che migliorino la vita delle persone. Ben  diversi  sono stati infatti  i risultati  e l’  “attenzione” e l’intervento delle Istituzioni quando si  è mossa insieme  la forza  imponente di chi produce.
Dobbiamo aver chiaro che niente ci è stato regalato, ogni nostro diritto  è stato strappato dai lavoratori delle generazioni precedenti. Così come dobbiamo aver ben stampato in mente che i padroni sono uniti  nei loro obiettivi contro i lavoratori: demolirne ad una ad una le  conquiste, ridurli al silenzio, generare nelle fabbriche un clima di divisione e di paura.
Le pretese della Piaggio che viviamo oggi, di un uso indiscriminato senza limiti di forza lavoro precaria, di gestione unilaterale di ferie e permessi, di decidere di negare il premio annuale, sono perciò solo   facce di una stessa medaglia.
Invece, quante volte ci siamo sentiti dire, per giustificare accordi di arretramento, che fuori ci sono aziende in crisi che, c’è chi sta peggio di noi?
Metodi strausati per dividere ed impaurire i lavoratori ma, gli operai  hanno vinto contro  gli  attacchi padronali solo quando hanno usato  i propri  metodi:   riempiendo  le piazze  e facendo sentire tutto il proprio  peso di produttori  in fabbrica e nella società.
Per queste ragioni, è nel nostro interesse esprimere la più convinta  vicinanza e  solidarietà ai compagni delle fabbriche che stanno lottando e partecipare alla manifestazione del 18 a Firenze.
PARTENZA IN TRENO PER FIRENZE, CON RITROVO DAVANTI ALLA STAZIONE DI PONTEDERA ALLE ORE 13

Comitato Operaio Piaggio

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