LA BEFFA DEI PAR COLLETTIVI A MELFI E GLI ADDESTRAMENTI FUNZIONALI

Continua a crescere il malcontento tra gli operai di MELFI, questi si sentono sempre più soli e abbandonati al proprio destino ...
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Continua a crescere il malcontento tra gli operai di MELFI, questi si sentono sempre più soli e abbandonati al proprio destino, infatti nessuna voce si alza da parte del sindacato per rivendicare un salario dignitoso per questi operai, mentre sempre più forte si chiede al governo altri soldi per il padrone!
Accade nel mese di maggio e sembra purtroppo solo il primo di una serie di mesi in cui una moltitudine di operai non raggiungeranno il famoso rateo (i giorni minimi da lavorare in un mese per avere tredicesima, premio e maturazione di par, cioè permessi annui retribuiti, e ferie).
I sindacati riuniti con l’azienda il 18 hanno acconsentito all’utilizzo di par collettivi utili al raggiungimento del rateo; peccato però che esistono altri operai che il rateo lo raggiungono anche senza par e moltissimi invece che, nonostante utilizzeranno questi par collettivi, non raggiungeranno lo stesso questo obbiettivo.
UNA DOPPIA BEFFA dunque per questi operai che, oltre a perdere i soldi direttamente in busta paga, perderanno rispetto agli altri il doppio dei par!
I malumori continuano anche in relazione agli strani spostamenti che in questi giorni si verificano tra le due linee, si parla di addestramenti funzionali all’azienda in modo che l’operaio impari a lavorare su ogni tipo di vettura per trovarsi pronto quando queste vetture dovrebbero passare tutte su un’unica linea!
Proprio così, le voci tra gli operai raccontano proprio questo: fermate collettive a luglio ed agosto per adeguare la linea alla produzione di tutte le vetture e a settembre tutti su una linea a 430 auto a turno con i 20 turni!
Sì, i 20 turni di cui i sindacalisti filantropi si sono sempre vantati, quelli che, secondo loro, hanno permesso l’assunzione dei 1800 jobs-act (e questa vola la beffa è per loro, visto che è proprio tra i giovani che iniziano a muoversi le proteste); e quindi in nome del bene comune, in passato è stato chiesto a tanti operai di mandare giù il boccone amaro di lavorare in maniera continua sabato e domenica, e questi hanno accettato, pensando che questo sacrificio di buono portava l’assunzione di tantissimi giovani nel centro sud che altrimenti sarebbero dovuti emigrare.
Come avranno intenzione di giustificare ora i famosi 20 turni che oggi invece porteranno inevitabilmente, oltre al peggioramento delle condizioni lavorative, molti esuberi e soprattutto LICENZIAMENTI negli indotti?
Quanto ancora bisogna aspettare per far sentire la voce dei lavoratori? Sarà utile dichiarare sciopero a settembre quando la linea sarà ormai adeguata? Serve ancora stare fermi a perdere tempo e lasciare che venga strappato il futuro a questi operai?
Ninco Nanco, operaio di Melfi

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