ILVA DI TARANTO. ALLA FINE SI SONO ACCORTI CHE ANCHE GLI OPERAI HANNO QUALCOSA DA DIRE…

Dal Corriere della sera, L'Economia del 5/12/2019
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Dal Corriere della sera, L’Economia del 5/12/2019

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Ex Ilva, Gli esuberi

Gli operai: «A casa a salario pieno
Ora vogliamo respirare aria buona»

di Paola Pica05 dic 2019

Gli operai: «A casa a salario pieno Ora vogliamo respirare aria buona»

«Decidano loro, ArcelorMittal e il governo: o tutti al lavoro o tutti a casa a stipendio pieno, non ci faremo ancora dividere fra chi va in cassa integrazione a 900 euro al mese e chi deve proseguire a lavorare in una fabbrica avvelenata. Non ci vergogneremo a stare a casa pagati. Abbiamo già dato in fatica e salute sull’altoforno e in acciaieria, ora è tempo di curarci, respirare aria buona, studiare per istruirci, scrivere poesie». Sono le parole che circolano in queste ora sulla chat di un gruppo di operai dell’ex Ilva di Taranto. Il messaggio, rimbalzato sui social e sulle agenzie di stampa sembra tratto da un recente volantino del «partito operaio». Chi si «scandalizza per questa nostra soluzione — si legge ancora, in riferimento alla proposta di stare a casa retribuiti— vada lui a guadagnarsi il pane nel caldo e nel fumo di una fabbrica siderurgica, e provi l’ebbrezza di diventare inservibile». «Se non serviamo più a produrre acciaio, ci devono mantenere, con un salario pieno, al cento per cento, a non fare niente». Il muro alzato dalla multinazionale che ha ribadito al governo il piano con 2900 licenziamenti subito, a ridosso di Natale, da realizzare nel 2020, e altri 1.800 entro il 2023 ha gettato nello sconforto la comunità dei lavoratori.

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