BOLLETTINO DI GUERRA

Non perché sono cattivi i padroni ammazzano gli operai, vogliono solo bassi costi e alti profitti. I numeri ufficiali di morti e feriti sul fronte del lavoro dicono di una vera strage.
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Non perché sono cattivi i padroni ammazzano gli operai, vogliono solo bassi costi e alti profitti. I numeri ufficiali di morti e feriti sul fronte del lavoro dicono di una vera strage.

Caro Operai Contro,
“Obiettivo Tutela” la rivista dell’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro), denuncia la strage delle morti sul lavoro in costante aumento anche nel 2019.Un bollettino di guerra supportato dai dati dell’INAIL.
“Nel 2018 gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 1.218. Rispetto il 2017 sono aumentati del 10,1%, in pratica 104 in più”. Ma ciò non è bastato ai governi Conte 1° e 2°, ad assumere come emergenza straordinaria la strage di operai e intervenire subito con misure e provvedimenti tempestivi. Questi governi erano troppo impegnati, prima a colpire operai e immigrati con i “decreti sicurezza”, poi a difendere questi stessi decreti.
“Sono 3,3 morti al giorno per 365 giorni l’anno. Il 72% deceduti esercitando la propria attività lavorativa, mentre il 28% durante il tragitto, casa-posto di lavoro-casa, infortuni cosiddetti in itinere. La metà dei morti sul lavoro si contano nelle aree geografiche del Nord-Ovest e del Nord-Est. In aumento anche il totale degli infortuni sul lavoro, arrivati a oltre 600 mila nel 2018, molti dei quali invalidanti e pure le malattie professionali”.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro” prosegue la denuncia dell’ANMIL, “ ha ispezionato nel 2018 appena 20.942 aziende, ben 16.394 pari al 78,2% sono risultate irregolari. In complesso sono state accertate 31.218 violazioni, di cui la stragrande maggioranza (26.885 pari quasi al 90%) di natura penale e 4.333 di natura amministrativa”.
Queste e altre denunce in merito, fatte proprio dall’Associazione degli operai mutilati e invalidi spesso scampati alla morte, in quelli che chiamano infortuni sul lavoro, ma più pertinente sarebbe chiamarli: omicidi per il profitto. Ferite che cambiano la vita di chi le subisce e dei familiari, lasciano per sempre, un “segno” dentro e fuori il loro corpo, nella loro esistenza. Tutto questo perché i padroni non spendono soldi per mettere gli operai a lavorare in condizioni di sicurezza, non applicano neanche gli obblighi e le norme di leggi vigenti. Tanto per male che vada, i padroni se la cavano al massimo con una multa, dilazionata all’infinito.
L’ANMIL afferma: “Sono ovviamente, numeri che destano impressione e che ci fanno molto dubitare sul livello di civiltà raggiunto dal nostro Paese”. Proprio così. Come si può definire “civile” una società nella quale una parte dei suoi componenti, gli operai, per sopravvivere devono lavorare senza adeguate misure di prevenzione e sicurezza?
Già non si può parlare di “civiltà” ma di barbarie, perché una parte di essere umani per sopravvivere, deve vendere la sua forza lavoro, peggio ancora quando ciò mette brutalmente a repentaglio la propria incolumità, col ricatto del lavoro.
E’ come obbligare queste persone a camminare in un campo pieno di mine, quelli che non muoiono nell’esplosione restano feriti, o per sempre mutilati e invalidi. Ma li chiamano “Infortuni sul lavoro”!
A questi operai mandati dal padrone allo sbaraglio, a combattere disarmati sul fronte della produttività, senza misure di sicurezza, rimasti mutilati e invalidi, una società “civile” avrebbe riservato loro una corsia preferenziale per limitare loro il disagio che nella quotidianità, li penalizza in tanti campi, rispetto agli altri uomini. Invece per non essere emarginati da quella stessa società che li ha resi “disabili”. Questi operai si devono appoggiare ad un’Associazione che cerca di affrontare gli effetti e non le cause della strage che li coinvolge. Altro che società civile!
Tra le rivendicazioni dell’ANMIL c’è la richiesta“al governo di mettere all’ordine del giorno come assolutamente prioritario il problema della sicurezza sul lavoro ecc. ecc.”, ed il “rafforzamento di personale ispettivo che controlli il rispetto delle normative vigenti ecc. ecc.”.
Le solite richieste che si ripetono da anni, che naturalmente verranno disattese. I dati parlano chiaro. Non vengono chiamati in causa i padroni e le aziende, come diretti responsabili degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, come mai? Forse con una convinzione che siano il governo e le istituzioni a prevalere sui padroni e non viceversa?
Saluti Oxervator

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