SALARIO, TEMPO, RISPETTO

Queste le parole d’ordine del grande sciopero delle donne in Svizzera. Parità di salario rispetto agli uomini di operaie e lavoratrici, riduzione di orario per più tempo libero, rispetto per la condizione sociale della donna. Come sono diverse dalle fumose e inconcludenti parole d’ordine sindacali in Italia: mettere al centro il lavoro, rilancio degli investimenti, un futuro per l’industria… Si può sempre imparare, ma Furlan, Landini e Barbagallo, impigliati nelle logiche confindustriali e nei giochi politici, non impareranno mai. Le operaie e le lavoratrici in Italia possono invece imparare subito, azione diretta, rivendicazioni semplici, e sciopero vero che blocchi […]
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Queste le parole d’ordine del grande sciopero delle donne in Svizzera. Parità di salario rispetto agli uomini di operaie e lavoratrici, riduzione di orario per più tempo libero, rispetto per la condizione sociale della donna. Come sono diverse dalle fumose e inconcludenti parole d’ordine sindacali in Italia: mettere al centro il lavoro, rilancio degli investimenti, un futuro per l’industria…

Si può sempre imparare, ma Furlan, Landini e Barbagallo, impigliati nelle logiche confindustriali e nei giochi politici, non impareranno mai. Le operaie e le lavoratrici in Italia possono invece imparare subito, azione diretta, rivendicazioni semplici, e sciopero vero che blocchi tutto. Da un paese all’altro, un passo alla volta, il risveglio degli sfruttati è ormai inarrestabile.

Da Ticinonews del 15 giugno 2019 (https://www.ticinonews.ch/svizzera/484952/oltre-mezzo-milione-di-persone-allo-sciopero-delle-donne)

OLTRE MEZZO MILIONE DI PERSONE ALLO SCIOPERO DELLE DONNE

I partecipanti hanno invaso ieri numerose città svizzere. Record storico per Bellinzona con 10mila manifestanti

Lo sciopero delle donne di ieri ha ampiamente superato ogni aspettativa. È quanto rileva oggi l’Unione sindacale svizzera (USS), secondo cui oltre mezzo milione di persone hanno formato la marea viola che ha invaso strade e piazze del Paese.

Gli svizzeri hanno dunque risposto alla grande all’iniziativa tanto che, si legge in una nota dell’USS, il numero di partecipanti ha superato quello del primo sciopero delle donne, risalente al 1991. “Il 14 giugno 2019 passerà alla storia come la più grande azione politica nella storia elvetica dallo sciopero generale del 1918”, scrive il sindacato.

L’adesione è stata notevole sin dal mattino: 100’000 persone sono scese in strada prima di mezzogiorno. Nella sola Zurigo, in tutta la giornata i partecipanti sono stati 160’000. La massa colorata di lilla ha paralizzato il centro anche a Losanna (60’000), Berna, Basilea (40’000 ciascuna) e Ginevra (20’000).

Affluenze storiche per le città si sono registrate pure a Friburgo e Sion (entrambe 12’000), ma anche a Bellinzona, Neuchâtel e Winterthur, centri in cui sono accorse 10’000 persone, sottolinea il sindacato nel suo bilancio.

L’enorme mobilitazione dimostra che la lotta per l’uguaglianza professionale e sociale di genere deve andare avanti. Allo sciopero di ieri hanno aderito donne di ogni estrazione, viene evidenziato nel comunicato.

I datori di lavoro saranno chiamati in causa in autunno sui salari. Secondo il sindacato dovranno offrire sostanziali aumenti in particolar modo alle donne, soprattutto nelle occupazioni “tipicamente” femminili, che si distinguono per stipendi molto bassi.

È inaccettabile che le donne siano svantaggiate rispetto ai colleghi uomini per quanto riguarda la retribuzione, si lamenta l’USS: ci vogliono controlli e sanzioni. Inoltre, le chance di fare carriera delle persone di sesso femminile devono essere migliorate, proponendo anche una compatibilità più efficiente tra lavoro e famiglia.

Il sessismo, prosegue il sindacato, va contrastato con fermezza, anche nel mondo del lavoro. Non possono essere accettate molestie sessuali, né licenziamenti a causa di una maternità o per chi deve assistere i propri familiari, conclude l’USS.

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