KILLER SERIALE A TARANTO

Operai, il 9 Luglio 1960 fu messa la prima pietra che sanciva la nascita dell’Ilva, (Italsider) la più grande acciaieria d’Europa. Sono più di 55 anni che il serial killer provoca morte in fabbrica e sul territorio, per questi omicidi nessuno è colpevole; prima della vita delle persone (e soprattutto di quella degli schiavi salariati e delle loro famiglie, bambini compresi) viene il Dio profitto. I padroni sapevano e, con la complicità di politicanti di destra, di sinistra, e dei nuovi ciarlatani asserviti, sindacati compiacenti e apparati dello stato, hanno permesso al killer di spargere nell’aria: circa 4.159 tonnellate […]
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Operai,

il 9 Luglio 1960 fu messa la prima pietra che sanciva la nascita dell’Ilva, (Italsider) la più grande acciaieria d’Europa. Sono più di 55 anni che il serial killer provoca morte in fabbrica e sul territorio, per questi omicidi nessuno è colpevole; prima della vita delle persone (e soprattutto di quella degli schiavi salariati e delle loro famiglie, bambini compresi) viene il Dio profitto. I padroni sapevano e, con la complicità di politicanti di destra, di sinistra, e dei nuovi ciarlatani asserviti, sindacati compiacenti e apparati dello stato, hanno permesso al killer di spargere nell’aria: circa 4.159 tonnellate di polveri sottili, circa 11 mila tonnellate di diossido d’azoto, e poi anidride solforosa, acido cloridrico, anidride carbonica, arsenico, cromo, nichel, benzene e –  secondo i dati del registro INES (inventario nazionale emissioni)- negli ultimi anni è stata immessa in atmosfera il 93% di tutta la diossina prodotta in Italia; e insieme al 67% di piombo, la diossina, è  tra i più potenti composti tossici conosciuti. La diossina ha reso impossibile il pascolo sui terreni nel raggio di 20 Km dall’impianto. Tutto questo risulta in una perizia del tribunale di Taranto. I periti nominati dalla Procura di Taranto calcolano che in sette anni il padrone Riva, i figli e dirigenti hanno provocato, con l’inquinamento, 11.550 morti causati dalle emissioni (in media 1.650 l’anno) – decessi dovuti soprattutto a cause cardiovascolari e respiratorie-, e oltre 26.999 ricoveri, sempre per cause cardiache, respiratorie, e cerebrovascolari. I decessi e le malattie sono moltissimi nei quartieri Tamburi e Borgo, quelli più vicini alla zona industriale. Secondo i dati ufficiali del rapporto “Sentieri” dell’istituto Superiore di Sanità, nel periodo2003- 2009, Taranto registra (rispetto alla media della Puglia) un + 14% di mortalità per gli uomini e un+ 8% di mortalità per le donne. La mortalità nel primo anno di vita dei bambini è maggiore del 20%. Addirittura, c’è una percentuale di + 211% – rispetto alla media pugliese -dei mesoteliomi della pleura. Operai, i padroni sapevano, i politicanti e i sindacati asserviti sapevano, le istituzioni borghesi – Sanità, Magistratura, polizia, carabinieri- tutti quelli preposti al controllo sapevano! La cosa drammatica è che anche gli operai, schiavizzati, ricattati, e con salari da fame sapevano, e il loro silenzio assordante è deplorevole: hanno ceduto al ricatto, accettando di lavorare in queste condizioni  pur di non morire di fame. Operai, ora sappiamo meglio di prima come e con che quantità di veleni ci portano alla morte, noi e le nostre famiglie, e primi i nostri figli. Operai, è ora di dire basta,  bisogna mettere la parola fine a questo genocidio, la fabbrica e Taranto sono una camera a gas, organizziamoci in modo indipendente senza delegare a nessuno la difesa dei nostri interessi. Siccome il nuovo padrone, come il vecchio, se ne strafrega della salute dei suoi operai e degli abitanti della zona, pensa solo a fare soldi, l’unica risposta seria degli operai che lavorano all’ILVA può essere: o risanate a livelli accettabili, come vi siete impegnati a fare, oppure blocchiamo la fabbrica e fermiamo gli impianti. Se gli operai dello stabilimento aspettano che sindacalisti, forze politiche firmatari degli accordi del  settembre 2018, facciano rispettare gli impegni, fanno prima a morire loro, i loro figli, e le loro famiglie. Gli operai possono stringere un patto di ferro con i cittadini di Taranto che vengono avvelenati dall’acciaieria e mettere la Mittal- Alcelor,  i rappresentanti politici, i capi sindacali di fronte all’alternativa: o interventi immediati, reali per ridurre l’inquinamento assassino, o l’ILVA e Taranto a ferro e fuoco.

A.L.

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