Magistrati e Rolex

Magistrati, giudici, funzionari di polizia si presentano come integerrimi difensori della legalità. Poi si scopre che sono corrotti. Per soldi, gioielli e prostitute truccano gli atti e le inchieste, assolvono i padroni che li pagano. Casi isolati? Casi normali in una società dove la ricchezza per pochi detta legge. Caro Operai Contro, 15 gennaio 2019. Una cena con industriali e dirigenti di grandi gruppi pubblici e privati, insieme a magistrati, procuratori, avvocati e finanzieri, politici e governanti, (esclusi i 5 Stelle), si ritrovano in quello che sembrerebbe prefigurare un nuovo inciucio tra Forza Italia, renzisti e stavolta magari anche […]
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Magistrati, giudici, funzionari di polizia si presentano come integerrimi difensori della legalità. Poi si scopre che sono corrotti. Per soldi, gioielli e prostitute truccano gli atti e le inchieste, assolvono i padroni che li pagano. Casi isolati? Casi normali in una società dove la ricchezza per pochi detta legge.

Caro Operai Contro, 15 gennaio 2019. Una cena con industriali e dirigenti di grandi gruppi pubblici e privati, insieme a magistrati, procuratori, avvocati e finanzieri, politici e governanti, (esclusi i 5 Stelle), si ritrovano in quello che sembrerebbe prefigurare un nuovo inciucio tra Forza Italia, renzisti e stavolta magari anche la Lega?

Nella cena a 600 euro a coperto, c’è anche da decidere il da farsi sul terremoto che proprio in questi giorni, sta colpendo giudici, procuratori e magistrati, con decine di denunce, arresti e indagati.

Un’occasione per i commensali, di accordarsi per una giustizia “una tantum”, che garantisca ai padroni l’aumentato sfruttamento operaio, tenendo al palo se possibile, o comunque monitorare sul nascere, eventuali ribellioni come gilet gialli insegnano.

Ovviamente, le toghe non pretenderebbero in cambio l’immunità, perché non sarebbe né etico né legale!!! Del resto sarebbe un vero peccato, sciupare quel clima di conviviale mondanità instauratosi con la cena, proseguendo con gli arresti di magistrati, procuratori, ispettori di polizia, come è successo questa settimana!!!

14 gennaio 2019. All’arresto dei 2 magistrati e dell’ispettore di polizia, decisi dalla procura di Lecce, non hanno assistito alti papaveri dello Stato. Nessuna delle 18 persone indagate, compresi 2 avvocati e un imprenditore di Firenze, hanno avuto come il forzato rimpatrio di Cesare Battisti, il picchetto d’onore del governo Conte, rappresentato dai ministri Salvini, Bonafede e centinaia di poliziotti col mitra spianato, ad accogliere un prigioniero inerme, scendere dall’aereo sotto scorta armata.

I 2 magistrati e l’ispettore di polizia arrestati per associazione a delinquere, con l’aiuto dei 2 avvocati ora interdetti dall’attività, sono accusati di aver fabbricato, carteggi e prove per sentenze con assoluzione dei padroni, per vari reati finiti sotto processo. In cambio i padroni “ricambiavano” con regali, oggetti preziosi, mazzette. Finchè i costi diventati insostenibili al livello di estorsione e strozzinaggio, a ottobre 2018 hanno spinto un padrone, a rivolgersi alla polizia e vuotare il sacco.

Il Gip di Lecce, ha disposto il sequestro di immobili, conti correnti, oggetti preziosi per un valore di circa 2 milioni di euro: in particolare a un giudice sono stati sequestrati 489mila euro, all’altro 672mila (tra i quali un orologio in oro Daytona Rolex e un quantitativo di diamanti), all’ispettore di polizia e ad uno dei due avvocati, beni per 436mila euro, mentre all’imprenditore fiorentino e l’altro avvocato, 53mila euro.

16 gennaio 2019. 2 giorni dopo la Puglia è toccato alla Calabria, con la notizia di 15 magistrati e procuratori, indagati per gravi reati. Dettagli non vengono svelati per le indagini aperte, ma non ci vuole Sherlock Holmes per intuire che in questi casi, i “gravi reati”, servono per favorire e propiziare la commistione d’interesse, dalla quale, direttamente o non, a farne le spese sono gli sfruttati e gli strati sociali più bassi.

Alle cene mondane con padroni, magistrati e relativi codazzi, Salvini si trova a suo agio. “Chi sbaglia paga” è il suo motto. Ma vale a discrezione del suo metro di misura razzista, che ha dichiarato guerra al disagio sociale e agli operai.

La sentenza che consente alla Lega di restituire in 81 anni la refurtiva di 49 milioni, è il passe-partout di Salvini, vale anche come biglietto da visita per le sue cene mondane, con padroni e magistrati. Qui, dietro l’inedito struscio tra la Boschi e Salvini, c’è forse una continuità delle manifestazioni dalla pretesa apartitica dei Si Tav a Torino, o “partito del Pil”, che ha visto sempre più numerosa la presenza di Forza Italia, Pd e Lega. Forse un nuovo nazareno allargato in vista delle elezioni?

Saluti Oxervator

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