CONSIDERAZIONI A FREDDO SU ALCUNE VICENDE ESTIVE.

  Sembra un caso ma, spesso, di estate si accavallano fatti di cronaca che sono sviscerati fino all’inverosimile: così, quest’estate si è parlato in modo ossessivo di caporalato, sicurezza delle infrastrutture e delle strade e di immigrazione clandestina, che non passa mai di moda. La gestione dei mezzi d’informazione di queste notizie ha un filo conduttore comune: sostenere la validità del sistema e dimostrare che si tratta solo di “incidenti di percorso” o di errori umani. Chiaramente la trattazione delle notizie nasconde alcuni aspetti degli avvenimenti. Poi il tempo passa, le notizie si raffreddano e tutto rimane come prima. […]
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Sembra un caso ma, spesso, di estate si accavallano fatti di cronaca che sono sviscerati fino all’inverosimile: così, quest’estate si è parlato in modo ossessivo di caporalato, sicurezza delle infrastrutture e delle strade e di immigrazione clandestina, che non passa mai di moda. La gestione dei mezzi d’informazione di queste notizie ha un filo conduttore comune: sostenere la validità del sistema e dimostrare che si tratta solo di “incidenti di percorso” o di errori umani. Chiaramente la trattazione delle notizie nasconde alcuni aspetti degli avvenimenti. Poi il tempo passa, le notizie si raffreddano e tutto rimane come prima. Allora voglio affrontare problematiche poco approfonditi dai pennivendoli di regime per offrire spunti di riflessione.

IL CROLLO DEL PONTE MORANDI.

Sia chiaro, non voglio tediare i lettori del tematico su questa vicenda, ma voglio mettere l’accento, in modo problematico, su alcuni aspetti non considerati dalla stampa del tragico crollo.

  • COME SONO MORTE LE 43 VITTIME? È un aspetto volutamente poco affrontato: i morti sono solo automobilisti oppure ci sono stati dei morti schiacciati dalle macerie, e cosa facevano questi ultimi? C’è stato solo un cenno su alcuni operai di alcune imprese legate alla gestione dei rifiuti, ma di loro non si sa nulla, mentre degli automobilisti morti si sono raccontate le loro storie di vita, un caso?
  • LE CASE SOTTO IL PONTE: la stampa ha fatto apparire normale che ci siano delle case e delle attività produttive sotto un ponte. Queste case e altri manufatti devono essere demoliti e assegnare una casa agli sfollati, ma non sarebbe stato più semplice bonificare l’area prima della costruzione del ponte?  Inoltre tutte le costruzioni sono antecedenti, oppure ce ne sono di successive alla realizzazione del ponte autostradale, perché in nessun dibattito è stato affrontato questo aspetto? Non conosco quelle aree, ma dalle immagini televisive mi sono fatto l’idea che senza le case sottostanti il ponte sarebbe potuto essere più basso e più semplice. Se è proprio così e perché nessuno ha messo l’accento su quest’aspetto? Infine in che modo la presenza di costruzioni ha impedito manutenzioni straordinarie o sostituzione del ponte?

P.S. Che cosa sarebbe successo se fosse crollato un ramo del viadotto che passava sopra le case, quante morti in più ci sarebbero state?

LE SCELTE COSTRUTTIVE: perché per un viadotto di tale portata non si è scelta una tecnica costruttiva collaudata e sicura, invece di ricorrere a tecniche sperimentali La stampa ha fatto apparire la disgrazia come una fatalità, mancanza di manutenzione, e età del manufatto, ma il ponte di Brooklyn è li dal 1887 e nel mondo ci sono tanti ponti centenari! Nei dibattiti televisivi ci sono stati tanti ingegneri che hanno difeso il loro collega Morandi, morto da qualche tempo ma nessuna delle sue opere, a quanto pare, se la passa bene! Interessi e favori da tutelare? Se questa disgrazia fosse capitata al Sud Italia Salvini e compari avrebbero messo in campo la Mafia, Camorra, corruzione, abusivismo e incapacità, perché non si parla di questo anche per Genova?

  • PUBBLICO OPRIVATO? Negli ultimi tempi ci stanno rompendo i c…ni con questa presunta diatriba. Balle! Tutti difendono i profitti! È chiaro che se si socializzassero i profitti delle autostrade sarebbe meglio, piuttosto che ingrossare le tasche di privati. Che cosa cambia, però, se i soldi sono pubblici, ma i lavori sono fatti da ditte private con il sistema degli appalti e sub – appalti? In Sicilia le strade e autostrade sono in condizioni disastrose e sono tutte in mano pubblica. In realtà è il sistema degli appalti a creare problemi, è proprio per garantire i profitti dei privati che si utilizzano materiali scadenti, ANCHE CON I SOLDI PUBBLICI! I servizi sarebbero veramente pubblici se anche i lavori fossero fatti da imprese pubbliche, ma questo è possibile solo in un contesto di socializzazione dei mezzi di produzione. Allo stato attuale lo Stato e gli Enti Pubblici sono al servizio del profitto, ciò non toglie che la gestione pubblica è comunque da preferire.
  • Cosa ci insegna la tragedia di Genova? La vicenda di Genova ci insegna come l’efficienza di questo sistema socio economico è solo un mito che viene tenuto in piedi dai pennivendoli di regime: in questi giorni tutti gli organi di stampa hanno manipolato i fatti ad arte per difendere  il sistema. Non solo, questi fatti di cronaca servono per nascondere, le morti sul lavoro, la condizioni di lavoro le diseguaglianze sociali e quant’altro mette in discussione il sistema.

LE MORTI DEI BRACCIANTI IN PUGLIA.

Un’altra tragedia che è stata cavalcata dalla cronaca quest’estate è stata la morte di sedici braccianti extracomunitari sulle strade pugliesi. Quanta ipocrisia è sgorgata per alcuni giorni su gli organi di stampa! Sino allora nessuno si occupava del caporalato, c’era il problema dei migranti, presunta emergenza cavalcata ad arte per distogliere le persone dai problemi concreti. Poi è avvenuta questa sciagura, con sedici morti in pochi giorni e allora tutti a occuparsi del caporalato, del rispetto delle regole, delle condizioni di vita di questi poveri cristi. Nessuno, ma proprio nessuno, si è mai occupato delle condizioni di lavoro. È sembrato come se l’unico problema sia il trasporto sul luogo di lavoro. Ma i vari commentatori hanno idea di cosa sia fare, anche solo 8 ore, ma se ne fanno anche 12 o 14 ore, con 40 gradi all’ombra? Che società è quella che costringe a delle persone a vivere in questo modo? In realtà è il sistema del lavoro salariato a creare simili brutture e sul lavoro di questi poveri   cristi ricava profitto un gran numero di parassiti che nessuno colpevolizza, che non si fanno scrupoli di imporre delle condizioni che costringe a mantenere in piedi questo sistema.

GLI INCIDENTI TIR.

È stata un’altra costante di quest’estate, gli incidenti dei Tir. Un’esplosione di un Tir ha determinato alcuni morti e il crollo del ponte di Gravellona Toce. Anche gli incidenti dei braccianti di Puglia sono stati determinati da dei Tir che trasportavano, guarda caso, dei pomodori. Vittime di un sistema che ha favorito il trasporto delle merci su gomma anche quando non è necessario.

PIETRO DEMARCO

 

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