CHE FINE FANNO I RIFIUTI INDUSTRIALI: NON ESISTE SOLO LA TERRA DEI FUOCHI.

PREMESSA. Lo scopo di questo mio intervento è di porre l’accento su una contraddizione stridente di questo sistema economico, non di dare dei dati certi che non ci sono, ma è proprio questo il problema. Il capitalismo si fonda sulla produzione di valori di scambio: bisogna produrre per vendere, solo n questo modo si realizza il profitto. I cittadini possono avere due ruoli, produrre o consumare, al di fuori di questi ambiti sono inutili per il sistema. Al popolo non deve interessare come si realizza il processo produttivo, sono solo chiamati a consumare per soddisfare i propri bisogni, il […]
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PREMESSA.

Lo scopo di questo mio intervento è di porre l’accento su una contraddizione stridente di questo sistema economico, non di dare dei dati certi che non ci sono, ma è proprio questo il problema. Il capitalismo si fonda sulla produzione di valori di scambio: bisogna produrre per vendere, solo n questo modo si realizza il profitto. I cittadini possono avere due ruoli, produrre o consumare, al di fuori di questi ambiti sono inutili per il sistema. Al popolo non deve interessare come si realizza il processo produttivo, sono solo chiamati a consumare per soddisfare i propri bisogni, il più delle volte imposti, e basta. Produci, consuma, crepa è l’imperativo su cui si basa questo sistema. Così siamo sommersi sempre più da nuove merci di cui non si conosce il ciclo produttivo, normalmente realizzato su scala globale. Come si ottengono le merci che si trovano negli scaffali, non è dato saperlo, ancor meno si conoscono i processi che stanno  a monte delle produzioni, come si ricavano, cioè, i materiali di base dei manufatti. Nessuno ne parla, salvo quando spunta una nuova “ Terra dei fuochi “. Comunemente il problema dei rifiuti è circoscritto ai Rifiuti Solidi Urbani e reflui fognari. Ma tutti i sottoprodotti delle lavorazioni industriali che fine fanno?   Bene è di questo che voglio parlare in modo problematico, voglio solo sollevare il problema.

UN PO’ NUMERI.

Diamo le dimensioni dei rifiuti industriali, approssimando abbondantemente per difetto. Ebbene, su scala globale si producono circa un  miliardo di tonnellate di Rifiuti Solidi Urbani. Sulla base dei dati ufficiali, basati sugli smaltimenti compiuti a norma di legge, i rifiuti speciali nel mondo dovrebbero ammontare a circa sette miliardi di tonnellate. Sette volte quelli urbani. Allora le discariche speciali dovrebbero essere sette volte le discariche “ ordinarie”, ma dove sono collocate e come sono smaltiti i rifiuti speciali, è un vero mistero. Inoltre il dato, a mio avviso, è sottostimato perché su altri video si dice che i sottoprodotti della lavorazione delle merci sono circa venti volte i prodotti finiti, dov’è la verità? Comunque si tratta di cifre spaventose, e non si comprende come non emergano siti e discariche di smaltimento. C’è da fare ancora un’altra considerazione: questi dati non tengono conto degli scarti dell’estrazione delle materie prime, che fine fanno? E che fine fanno i prodotti intermedi delle industrie di prima trasformazione, ormai quasi tutte collocate nei paesi  in via di sviluppo? Nessuno conosce la reale consistenza dei rifiuti speciali. Solo gli addetti ai lavori conoscono la composizione chimica e la pericolosità dei prodotti intermedi, il ruolo del popolo è solo quello di consumare, punto.

ALCUNE STORIE.

Come premesso, non posso dare delle certezze ma solo offrire degli spunti di riflessioni, ponendo l’accento su come i conti non tornano sui dati dello smaltimento, lo farò riferendomi ad alcuni fatti di cronaca.

LA MINIERA DI PASQUASIA. La vicenda di questa miniera, a cavallo tra le provincie di Enna e Caltanissetta, è veramente strana. Questa era la più grande miniera di sali potassici e di zolfo di Europa, sali potassici, tra l’altro, di ottima qualità. Improvvisamente, nel ’92 la miniera chiude, senza un reale motivo economico, era ancora nel pieno della sua produttività e il mercato ancora tirava. Per molti anni, però, chi abitava nelle vicinanze della miniera, ha notato uno strano via vai di autotreni che scaricavano in piena notte nella miniera. Dopo alcuni anni sono iniziati ad aumentare i tumori nella zona e la gente ha iniziato a preoccuparsi. Sono cominciate le denunce, la magistratura ha avviato le indagini e si è così scoperchiato un vaso di pandora: nella miniera era stato depositato, illegalmente, di tutto e in quantità inimmaginabili. Ma non è finita qui! Negli ultimi tempi ci sono stati pesanti scandali, con 32 indagati, per la bonifica del sito, dalla serie al danno si aggiunge la beffa. Alla fine chi pagherà i costi della bonifica, se mai si farà, della miniera? I cittadini, compresi i familiari dei morti di cancro, si sa i profitti sono privati, la riparazione dei danni sono pubblici. Per chi vuole approfondire posto dei link. https://it.wikipedia.org/wiki/Pasquasia , http://enna.gds.it/2017/03/24/miniera-di-pasquasia-inchiesta-chiusa .

LE NAVI CHE AFFONDANO. È un altro aspetto oscuro dello smaltimento dei rifiuti speciali: in tutti i mari del mondo improvvisamente affondano delle navi cariche di non si sa che cosa. Solo nel Mediterraneo se ne contano 52, nel mondo si pensa che ammontano  a 637. Chiaramente questi sono solo i dati conosciuti, il mare è immenso e nasconde molto. Intanto un magistrato che indagava su questi affondamenti misteriosi è stato avvelenato per fermare le indagini. Cosa non si fa per risparmiare sullo smaltimento, per aumentare il profitto. Gli affondamenti delle navi sono solo un aspetto degli scarichi in mare, cosa possono scaricare le navi da crociera e cosa possono bruciare nei loro motori nessuno lo sa. Esagerazioni? Allora come si spiega l’alta concentrazione di mercurio e di metalli pesanti, al limite della commestibilità, nei pece spada e nei tonni, ma anche nelle foche e nei leoni marini dei mari del nord? Gli eschimesi hanno iniziato a conoscere il cancro perché si nutrono di questi animali. Anche in questo caso posto un link. https://www.themisemetis.com/corruzione/nataledegrazia-avve

COSA VA NELLE DISCARICHE?

Ecco un altro aspetto controverso, nelle discariche dei rifiuti solidi urbani dovrebbero finire solo i rifiuto solidi urbani non differenziati, ma capita spesso che queste vengano chiuse per eccessivo inquinamento. Sono tanti casi in Italia, soprattutto nelle discariche gestite da privati: è il caso della discarica di Conversano, in Puglia, ma anche n Sicilia, spesso, le discariche sono state periodicamente chiuse. Quello che emerge, però, è solo la punta dell’iceberg, altrimenti come si spiga l’estrema tossicità del percolato, il liquido di scolo delle discariche? Si sa i privati vogliono arrotondare, e a loro non interessa se qualcuno muoia, com’è riferito su questo post: dei gestori di una discarica non si fanno scrupoli di versare 200 tonnellate di rifiuti tossici, anche se potranno morire dei bambini. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/15/i-bambini-che-mu.

LA BORGHESIA SA BEN PROTEGGERE I SUOI FIGLI.

Vorrei far riflettere su un aspetto della vicenda della TERRA DEI FUOCHI e da altre simili: nessun giornalista o organo d’informazione ha mai colpevolizzato, nel modo dovuto, gli imprenditori che hanno scaricato illecitamente i rifiuti tossici. Eppure, da quello che mi risulta, non c’è stato mai nessun imprenditore si è pentito delle sue malefatte, ma i mass media puntano il dito solo sulle organizzazioni mafiose, invece questi dovrebbero essere considerati criminali e assassini allo stesso modo dei mafiosi. Ma nessun di questi è andato, o andrà in carcere, la borghesia sa ben proteggere i suoi figli.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.

La barbarie del capitalismo trova nella devastazione ambientale la sua massima espressione. La concertazione monopolistica del capitale fa si che le multinazionali dispongano del Pianeta a proprio piacimento. Gli organi di persuasione di massa fanno anche la loro parte inculcando l’idea che i tumori, le nuove malattie siano il prezzo da pagare per il progresso. Balle. Basterebbe solo impedire che ci siano prodotti intermedi tossici per evitare lo scempio sopra descritto,  ma questo può avvenire se si produce per i valori d’uso o non di scambio, ma questo può avvenire solo con il controllo sociale e collettivo dei mezzi di produzione.

PIETRO DEMARCO.

 

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