CHE FARE 2

Che fare? Lenin (1902)   2. La spontaneità delle masse e la coscienza della socialdemocrazia Abbiamo detto che è necessario animare della stessa illimitata risolutezza ed energia il nostro movimento incomparabilmente più vasto e profondo di quello degli anni settanta. Infatti, fino ad oggi nessuno ancora, sembra, aveva messo in dubbio che la forza del movimento contemporaneo consiste nel risveglio delle masse (e principalmente del proletariato industriale) e la sua debolezza nella mancanza di coscienza e d’iniziativa dei dirigenti rivoluzionari. Ma di recente è stata fatta una scoperta sbalorditiva, che minaccia di rovesciare tutte le idee dominanti sull’argomento. Essa […]
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Che fare?

Lenin (1902)

 

2. La spontaneità delle masse e la coscienza della socialdemocrazia

Abbiamo detto che è necessario animare della stessa illimitata risolutezza ed energia il nostro movimento incomparabilmente più vasto e profondo di quello degli anni settanta. Infatti, fino ad oggi nessuno ancora, sembra, aveva messo in dubbio che la forza del movimento contemporaneo consiste nel risveglio delle masse (e principalmente del proletariato industriale) e la sua debolezza nella mancanza di coscienza e d’iniziativa dei dirigenti rivoluzionari.

Ma di recente è stata fatta una scoperta sbalorditiva, che minaccia di rovesciare tutte le idee dominanti sull’argomento. Essa è opera del Raboceie Dielo che, polemizzando con l‘Iskra e la Zarià, non si è limitato a muovere obiezioni su alcuni punti, ma ha tentato di scoprire la radice profonda del «dissenso generale» e l’ha trovata nella «diversa valutazione della importanza relativa dell’elemento spontaneo e dell’elemento “metodico” cosciente». L’atto di accusa del Raboceie Dielo afferma: «Sottovalutazione dell’importanza dell’elemento oggettivo e spontaneo dello sviluppo» [1*]. Noi rispondiamo: anche se la polemica dell’Iskra e della Zarià avesse avuto il solo risultato di indurre il Raboceie Dielo a escogitare questo «dissenso generale», questo solo risultato ci darebbe una grande soddisfazione, tanto questa tesi è significativa ed illumina vivamente il fondo delle divergenze teoriche e politiche esistenti tra i socialdemocratici russi.

Ecco perché la questione del rapporto tra coscienza e spontaneità presenta un interesse generale immenso ed esige uno studio particolareggiato.

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Il Che fare? fu scritto da Lenin tra la fine del 1901 e l’inizio del 1902, nella primavera di quest’anno egli scrisse la prefazione. Il libro uscì ai primi di marzo, per la casa editrice Dietz di Stoccarda.
Si ringraziano Mishù e i compagni di Rivoluzione Comunista
HTML mark-up per il MIA: Mishù, febbraio 2004.

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