90 licenziamenti: il sindacato chiede 15 mila euro per liquidare la lotta

Caro Operai Contro, alla Preca Brummel di Carnago (Va), 40 licenziamenti dichiarati dall’azienda, più 50 già fatti fanno 90 licenziamenti. Il sindacato chiede al padrone di “addolcire” i licenziamenti, dando 15 mila euro a testa per ogni operaio licenziato. In pratica in questo modo è come se smobilitasse in partenza la lotta contro i licenziamenti. Bisogna dire basta a questo tipo di sindacalismo e organizzare il sindacalismo operaio. Saluti operai   Articolo preso da La Prealpina L’azienda di abbigliamento per bambini presenta un piano industriale confidando nel concordato preventivo Da una parte c’è la crisi, dall’altra il tentativo di […]
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Caro Operai Contro,

alla Preca Brummel di Carnago (Va), 40 licenziamenti dichiarati dall’azienda, più 50 già fatti fanno 90 licenziamenti. Il sindacato chiede al padrone di “addolcire” i licenziamenti, dando 15 mila euro a testa per ogni operaio licenziato. In pratica in questo modo è come se smobilitasse in partenza la lotta contro i licenziamenti. Bisogna dire basta a questo tipo di sindacalismo e organizzare il sindacalismo operaio.

Saluti operai

 

Articolo preso da La Prealpina

L’azienda di abbigliamento per bambini presenta un piano industriale confidando nel concordato preventivo

Da una parte c’è la crisi, dall’altra il tentativo di uscirne. Si mette un vestito nuovo contro le difficoltà e guarda al futuro Preca Brummel: l’azienda di abbigliamento per bambini con quartier generale a Carnago ha presentato in questi giorni un piano di rilancio per il quinquennio 2018-2022 nell’ambito del deposito di una domanda di concordato in continuità, con l’ausilio degli advisor Pwc e Studio Chiomenti di Milano. Si attende ora l’autorizzazione del tribunale e il placet dei creditori.

«Oltre ad una riorganizzazione interna (che prevede la gestione di un esubero di circa 40 unità su un totale organico di circa 300 dipendenti, in accordo con le organizzazioni sindacali), il piano si fonda su un importante progetto di rilancio dell’azienda», spiega una nota ufficiale del gruppo che proprio nell’head quarter nel Varesotto conta 140 dipendenti. E purtroppo la maggior parte dei licenziamenti dovrebbe essere proprio qui.

Preca Brummel storicamente si colloca nel mercato nazionale tra le aziende leader nel settore dei vestiti per l’infanzia, con i suoi brand Brums, Bimbus e Mek. In sessant’anni di attività, arrivata alla terza generazione di gestione da parte della famiglia Prevosti, l’azienda vanta una distribuzione importante in oltre 30 Paesi nel mondo, con una rete di negozi di proprietà e in franchising.

«Una particolare attenzione alle nuove dinamiche distributive e all’evoluzione del canale retail – dichiara Carola Prevosti, amministratore unico e rappresentante della terza generazione – hanno richiesto un’importante azione di revisione che porterà nel prossimo quinquennio, oltre a preservare l’alta qualità della distribuzione italiana, a focalizzarsi maggiormente nel canale online e nei mercati internazionali».

Nel sito carnaghese in via Galliano c’è il cuore dell’azienda, il cervellone centrale e amministrativo-direttivo, dove viene concentrato lo studio sul prodotto e sullo sviluppo commerciale. Una realtà che esiste dal 1951 e che ha vestito generazioni di bimbi.

«È stata una fase difficile – commenta Pietro Apadula della Cisl dei laghi che ha gestito la vertenza insieme a Ernesto Raffaele della Cgil Varese -. L’ammissione al concordato è stata chiesta il 3 aprile e gli esuberi annunciati erano 64 con mobilità. Noi abbiamo chiesto tempo per ridurre il trauma e ottenere almeno la cassa di sei mesi, in una realtà che ha già visto uscire una cinquantina di addetti dopo una mobilità di un anno: poi si sono complicati i rapporti con le banche e la presentazione del piano di rilancio è andata per le lunghe. Siamo arrivati all’ultimo giorno consentito, il 3 novembre, ma i licenziamenti sono calati a 40».

Una vicenda complessa anche se c’è l’intesa verbale sulla mobilità: i sindacati chiedono però di assicurare 15mila euro subito come incentivo al licenziamento, visto che già il Tfr sarà congelato. «Dobbiamo ancora formalizzare l’accordo ma la base c’è – continua Apadula -. Prima dunque è stato presentato il concordato e poi si aprirà la procedura di mobilità: il giudice dovrà valutare se il piano stia in piedi o meno e poi i creditori dovranno dare il loro placet. Purtroppo la maggior parte degli esuberi sarà proprio a Carnago fra impiegati, modellisti, magazzinieri, addetti alla logistica. Gli altri dipendenti infatti sono nei negozi. Il piano di ristrutturazione è in mano a persone molto serie ma è il settore stesso a essere in difficoltà».

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