Traffico illecito rifiuti pericolosi

Redazione di Operai Contro, manager dei padroni sono indagati per traffico illeciti di rifiuti pericolosi. Sono i manager della centrale Enel Federico II di Cerano, della cementir di Taranto e ILVA di Taranto. Sono indagati solo di traffico illecito di rifiuti pericolosi. La magistratura non tiene conto degli operai che vengono assassinati. Operai che con quei rifiuti lavorano. Ancora una volta si dimostra che nella società borghese gli schiavi salariati sono trattati peggio delle bestie Un operaio dell’ILVA dal Corriere del Mezzogiorno Militari della Guardia di finanza di Taranto hanno eseguito il sequestro preventivo, con facoltà d’uso e l’obbligo […]
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Redazione di Operai Contro,

manager dei padroni sono indagati per traffico illeciti di rifiuti pericolosi. Sono i manager della centrale Enel Federico II di Cerano, della cementir di Taranto e ILVA di Taranto.

Sono indagati solo di traffico illecito di rifiuti pericolosi. La magistratura non tiene conto degli operai che vengono assassinati. Operai che con quei rifiuti lavorano.

Ancora una volta si dimostra che nella società borghese gli schiavi salariati sono trattati peggio delle bestie

Un operaio dell’ILVA

dal Corriere del Mezzogiorno

Militari della Guardia di finanza di Taranto hanno eseguito il sequestro preventivo, con facoltà d’uso e l’obbligo di seguire prescrizioni, della centrale Enel Federico II di Cerano, a Brindisi, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Lecce su un presunto traffico illecito di rifiuti. L’inchiesta è diretta dal sostituto procuratore Alessio Coccioli. Nel provvedimento sarebbe contestata la qualità del tipo di ceneri arrivate alla Cementir di Taranto per produrre cemento, risultate non in linea con le norme di legge.

Oltre alla centrale Enel di Cerano, i militari della Guardia di finanza hanno sottoposto a sequestro per traffico di rifiuti anche lo stabilimento di Taranto ‘Cementir Italia spa’ e i parchi ‘loppa d’altoforno, nastri trasportatori e tramogge’ di quest’ultima fabbrica e del siderurgico Ilva di Taranto. Per tutti i siti è stata disposta la facoltà d’uso provvisoria per un termine non superiore ai 60 giorni.

Nell’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti che coinvolge Enel, Cementir e Ilva bdi Taranto, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Taranto stanno eseguendo nei confronti di Enel Produzione spa un sequestro per equivalente dell’ingiusto profitto che avrebbe ricavato, pari a 523 milioni e 326 mila euro, per il periodo settembre 2011-settembre 2016. Gli indagati sono 31, facenti parte delle 3 società, accusati di traffico illecito di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzate.

«Secondo la nostra ricostruzione accusatoria e quello che emerge dalle intercettazioni, i dirigenti Enel sapevano della circostanza» che le ceneri inviate alla Cementir per la produzione di cemento non erano in regola. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone De Castri, a margine di una conferenza stampa svoltasi in Procura sui sequestri eseguiti stamani.

«Lo sapevano documentalmente – ha aggiunto – anche perché l’impianto preposto allo stoccaggio delle ceneri pericolose c’era, e la cosa secondo noi più grave è che non venisse utilizzato. Ovvero, c’era già tutto quanto fosse possibile per far bene la propria attività in sicurezza e questo non è stato fatto. Per Enel la convenienza stava proprio di ‘eliminarè la procedura di eliminazione del rifiuto».

Secondo la Procura di Lecce, la circostanza che alcuni dirigenti Enel sapessero che si trattava di ceneri pericolose emerge da intercettazioni telefoniche in cui gli stessi «fanno riferimento alla necessità di confondere gli inquirenti presentando loro dati alterati e non veritieri e di evitare di comunicare con l’Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente, ndr)».

Questa condotta «illecita», sostengono i magistrati, ha di fatto «trasformato una voce di costo aziendale legata allo smaltimento di rifiuti in una fonte di introiti per Enel rappresentato dal prezzo corrisposto da Cementir per la somministrazione delle ceneri». La procura aggiunge che «a nulla rileva l’irrisorietà di tale prezzo di vendita, posto che l’intera condotta, nella prospettiva di Enel Produzione, assume una connotazione economica di primaria importanza se parametrata al costo che l’azienda avrebbe dovuto sostenere per smaltire correttamente le ceneri-rifiuto pericoloso e inquinante».

«Ora ci saranno indagini di Arpa e ministero della salute, ma mi sento di dire al momento che non ci sono problemi per la salute pubblica», ha spiegato Leone de Castris. «Secondo la consulenza tecnica disposta – ha aggiunto il procuratore – le ceneri provenienti dalla combustione di idrocarburi sono state qualificate dal nostro consulente tecnico come rifiuti pericolosi contenenti metalli come vanadio, mercurio e nichel e ammoniaca».

ENEL: NOSTRI PROCESSI CORRETTI – «Enel Produzione apprende dei provvedimenti di sequestro emessi questa mattina a carico di Cementir e dell’Ilva, che hanno interessato anche la centrale di Brindisi Cerano». E’ quanto scrive in una nota Enel Produzione che spiega: «I provvedimenti relativi alla centrale di Enel Produzione riguardano l’uso delle ceneri nell’ambito di processi produttivi secondari. Enel Produzione confida che nel corso delle indagini potrà dimostrare la correttezza dei propri processi produttivi e presterà ogni utile collaborazione alle Autorità inquirenti».

«Il provvedimento di sequestro – viene inoltre specificato – non pregiudica la corretta operatività della centrale, nel rispetto di prescrizioni coerenti con il modello operativo di Enel Produzione».

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