Sogeco di Lodi il buon padrone vende le macchine per ridare i soldi agli operai

Redazione operai contro, Il padrone della Sogeco di Codogno fabbrica del lodigiano che costruiva forni industriali, verrà candidato al prossimo Ambrogino d’oro, per la sua generosità e per la benevolenza nei confronti dei propri operai che sono stati licenziati…”dalla crisi”. La concorrenza nella crisi si sa, è sleale e non ha pietà per gli operai, la Sogeco è stata messa in liquidazione e gli operai sono stati licenziati senza passare dalla cassa integrazione. Ma il buon padrone della Sogeco impietosito, ha deciso di “salvare” i Tfr degli operai mettendo in vendita i macchinari in accordo con i sindacati asserviti. […]
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Redazione operai contro,

Il padrone della Sogeco di Codogno fabbrica del lodigiano che costruiva forni industriali, verrà candidato al prossimo Ambrogino d’oro, per la sua generosità e per la benevolenza nei confronti dei propri operai che sono stati licenziati…”dalla crisi”.

La concorrenza nella crisi si sa, è sleale e non ha pietà per gli operai, la Sogeco è stata messa in liquidazione e gli operai sono stati licenziati senza passare dalla cassa integrazione.

Ma il buon padrone della Sogeco impietosito, ha deciso di “salvare” i Tfr degli operai mettendo in vendita i macchinari in accordo con i sindacati asserviti.

Così la fabbrica Sogeco chiude per sempre e il buon padrone che aveva usufruito del Tfr dei propri operai ora verrà premiato perché risulta un benefattore.

Gli operai anche se licenziati possono stare tranquilli e rilassati, avranno il loro Tfr.

Il sindacalista della Fim Cisl ha fatto un ottimo lavoro……per il padrone e per gli altri creditori.

Un lettore

Dal “Il Giorno” di Lodi

Codogno, 30 settembre 2016 –

La Sogeco, ditta che realizza forni industriali, chiude i battenti, licenzia e finisce in liquidazione, ma vende i macchinari per ‘salvare’ i soldi dei Tfr dei propri dipendenti. L’intesa tra i vertici della ditta di via Molinari, al polo produttivo Mirandolina, e i rappresentanti sindacali è avvenuto nella giornata di mercoledì e di fatto fa tirare un sospiro di sollievo agli otto lavoratori che, in un primo momento, temevano di dover attendere sine die la corresponsione dei soldi dovuti: «La Sogeco rappresenta il paradosso di un’impresa ‘gioiello’ che fabbrica manufatti di altissimo livello ma che la crisi ha lo stesso messo in ginocchio: le aziende che acquistano preferiscono risparmiare e comprano pezzi meno costosi, rinunciando alla qualità. E così la Sogeco è finita in difficoltà», ha sottolineato Giuseppe Rossi, segretario Fim Cisl.

La questione è scoppiata a luglio quando la ditta è finita in liquidazione e sono partite le lettere di licenziamento, alcune delle quali arrivate ai lavoratori alcuni giorni fa. Le ultime uscite avverranno tra novembre e dicembre al termine delle ultime commesse. La ditta, non raggiungendo il tetto minimo dei quindici dipendenti, non ha potuto richiedere nè cassa integrazione nè mobilità, ma si è messa in gioco.

«Finire in fallimento avrebbe significato che i soldi dei Tfr sarebbero stati erogati con una tempistica non certa. Qui ci sono lavoratori da diversi anni in azienda e con un trattamento di fine rapporto consistente. L’intesa sottoscritta alcuni giorni fa li mette al riparo sotto questo aspetto – spiega Rossi – in un primo momento sembrava vi fosse una trattativa con un’altra impresa con la vendita del marchio, ma non c’erano adeguate garanzie per i lavoratori: l’eventuale acquirente avrebbe tenuto solo due dipendenti che avrebbero dovuto trasferirsi a Biassono. A questo punto è stato deciso per la vendita dei macchinari con incasso a rate: i lavoratori sono stati licenziati, ma avranno il loro Tfr». E aggiunge: «Inoltre la ditta incamererà altri fondi per la vendita dei forni che hanno ancora nella lista delle forniture. Poi si chiuderanno i battenti. Occorre riconoscere all’azienda l’impegno messo in campo che è un segnale importante anche per gli altri creditori».

 

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