Fusione Baosteel-WISCO, nasce il secondo colosso mondiale della siderurgia (controllato dallo Stato)

Redazione di Operai Contro, vi invio un articolo che parla della concentrazione della produzione di acciaio in Cina per vincere la concorrenza e del destino degli operai cinesi e di tutto il mondo di essere licenziati Un lettore assiduo da cinaforum.net Dalla fusione di due tra i principali produttori cinesi di acciaio sta per nascere China Baowu Iron and Steel Group, colosso mondiale della siderurgia secondo solo al lussemburghese ArcelorMittal. Dopo il via libera dato dalla State-owned Assets Supervision and Administration Commission (SASAC) e, entro la fine di questo mese, il passaggio del piano al Consiglio di Stato (il […]
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Redazione di Operai Contro,

vi invio un articolo che parla della concentrazione della produzione di acciaio in Cina per vincere la concorrenza e del destino degli operai cinesi e di tutto il mondo di essere licenziati

Un lettore assiduo

da cinaforum.net

Dalla fusione di due tra i principali produttori cinesi di acciaio sta per nascere China Baowu Iron and Steel Group, colosso mondiale della siderurgia secondo solo al lussemburghese ArcelorMittal.
Dopo il via libera dato dalla State-owned Assets Supervision and Administration Commission (SASAC) e, entro la fine di questo mese, il passaggio del piano al Consiglio di Stato (il governo) per l’approvazione definitiva, ufficialmente sarà Baosteel ad acquisire Wuhan Iron and Steel (WISCO, che diventa una sussidiaria di Baosteel), entrambe aziende di proprietà statale (SOE).
La fusione darà vita a China Baowu Iron and Steel Group, un gigante in grado di produrre 60 milioni di tonnellate all’anno e con un patrimonio di 700 miliardi di yuan (105 miliardi di dollari).

 Si tratta di uno sviluppo molto importante, dopo che era stato avanzato più di un dubbio sulla capacità e/o sulla volontà della leadership cinese di ristrutturare le aziende di Stato per dar vita – secondo i piani annunciati da tempo – ad aziende di Stato più efficienti, in grado di competere sui mercati internazionali.
Come ha dichiarato Xu Shaoshi – a capo della NDRC, l’organismo governativo che sovrintende alla politica economica – la fusione tra Baosteel e WISCO mira anzitutto a ridurre l’eccesso di capacità produttiva cinese nel settore dell’acciaio.
Negli ultimi mesi si è acuito lo scontro con Europa e Stati Uniti, che hanno messo la Cina sul banco degli imputati per la sua produzione in eccesso esportata a prezzi più bassi di quelli di mercato (dumping).

Il fardello dell’acciaio, Pechino annuncia tagli di produzione →

Il 3 settembre scorso, aprendo il summit del G20 di Hangzhou, il presidente cinese, Xi Jinping, si era impegnato a ridurre la produzione di acciaio cinese di 100-150 milioni di tonnellate entro il 2020.
“La fusione tra Baosteel e WISCO rappresenta un grosso passo avanti nella transizione da una produzione a basso costo a una manifattura di elevata qualità”, ha dichiarato Li Xinchuang, presidente del China Metallurgical Industry Planning and Research Institute.

“Il settore dell’acciaio svolge un ruolo centrale nella riduzione della capacità produttiva cinese – ha aggiunto Li intervistato da China Daily -. Grazie alla fusione, le due compagnie potranno fare affidamento sui rispettivi punti di forza”.

Baosteel è presente nella regione del delta del Fiume azzurro, in quella del delta del Fiume delle perle e nella regione autonoma uigura del Xinjiang. WISCO i suoi principali stabilimenti nelle province dello Hubei e dello Yunnan e nella regione autonoma Zhuang del Guangxi. Li ha spiegato che l’unione tra le due aziende renderà “organica” una produzione precedentemente frammentata su un territorio estremamente vasto.
La domanda di acciaio e ferro è crollata per effetto della crisi economica internazionale e del rallentamento dell’economia cinese, che nel 2015 ha fatto registrare un tasso di crescita del 6,9%, il più lento degli ultimi 25 anni.
I profitti di Baosteel sono precipitati dell’83% (a 1 miliardo di yuan, 150 milioni di dollari) lo scorso anno, mentre WISCO ha accusato un passivo di 7,5 miliardi di yuan (nel 2014 aveva registrato profitti per 1,3 miliardi di yuan).

 

Su pressione del governo, Baosteel e WISCO hanno annunciato i loro piani di tagli: la prima ridurrà la produzione di 9,2 milioni di tonnellate in tre anni, la seconda di 4,2 milioni di tonnellate di acciaio e 3,19 milioni di tonnellate di ferro quest’anno, una misura che provocherà il licenziamento o il ricollocamento di 10.000 operai.
Secondo le associazioni cinesi di categoria, alla fine del 2015 il prezzo medio dell’acciaio era sceso del 32% rispetto all’anno precedente.

Ciononostante la Cina ha sfornato 822 milioni di tonnellate d’acciaio nel 2014 e, per quest’anno, è prevista una produzione ancora maggiore, anche se la domanda per il 2016 è stimata in 672 milioni di tonnellate.


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