Autunno caldo e autunno freddo per gli operai sempre le solite fregature

Redazione operai contro, Fino a qualche anno fa il mese di settembre era ritenuto il mese dell’avvio delle lotte e degli scioperi contro i padroni e contro le manovre governative antioperai e antipopolari. I sindacati proclamavano gli scioperi e organizzavano le manifestazioni simili a delle processioni con balli, canti e sventolio di bandiere colorate delle varie parrocchie sindacali. L’autunno caldo era caratterizzato da delle parvenze di lotta dove gli operai e i lavoratori di tutte le categorie interessate ai rinnovi dei contratti nazionali venivano portati in piazza dai sindacati compiacenti dei padroni. Tante processioni controllate e blindate dal servizio […]
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Redazione operai contro,

Fino a qualche anno fa il mese di settembre era ritenuto il mese dell’avvio delle lotte e degli scioperi contro i padroni e contro le manovre governative antioperai e antipopolari.

I sindacati proclamavano gli scioperi e organizzavano le manifestazioni simili a delle processioni con balli, canti e sventolio di bandiere colorate delle varie parrocchie sindacali.

L’autunno caldo era caratterizzato da delle parvenze di lotta dove gli operai e i lavoratori di tutte le categorie interessate ai rinnovi dei contratti nazionali venivano portati in piazza dai sindacati compiacenti dei padroni.

Tante processioni controllate e blindate dal servizio d’ordine sindacale che terminavano con pallosi discorsi del segretario sindacalista di turno che inneggiava finti proclami di lotta e di proteste contro i padroni e portare in piazza gli operai serviva e serve non bloccare con picchetti le fabbriche e non bloccare totalmente le produzioni nelle fabbriche per non creare danni ai padroni.

Alla fine di queste finte lotte i risultati sono sempre state briciole di aumenti contrattuali e un aumento legalizzato di sfruttamento per gli operai.

Ora i giornalisti parlano che con il governo Renzi l’autunno caldo è diventato un autunno freddo perché le lotte organizzate dai sindacati non sono più numerose e cattive come una volta per il fatto che le grandi fabbriche non esistono più.

I giornalisti filopadronali non osano dare dei venduti alla Camusso o a Landini piuttosto che alla Furlan o a Barbagallo che non sanno e non vogliono organizzare gli operai a ribellarsi contro i padroni.

Redazione Vi invio un articolo a riguardo del prossimo settembre di lotta dura.

Un estimatore del vostro giornale

 Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, raggiunto accordo sulle crisi aziendali

Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un documento comune concepito con il fine di affrontare la difficile situazione congiunturale e governare con più efficacia i processi di transizione industriale. Il documento è stato sottoscritto ieri, 1 settembre, nel corso di un incontro tra la confederazione dell’industria italiana e le parti sociali,

Il documento presenta un modello innovativo di gestione delle crisi e delle ristrutturazioni aziendali che mette al centro la ricollocazione dei lavoratori, assegnando alle parti sociali, attraverso la contrattazione, un ruolo attivo di maggiore responsabilità.

In particolare, sono state individuate specifiche soluzioni da adottare in due differenti contesti: nelle imprese interessate dalla Cassa integrazione straordinaria, laddove siano previsti esuberi, si propone, attraverso un accordo sindacale, la condivisione di un “piano operativo di ricollocazione” finalizzato a favorire la formazione e la ricollocazione dei lavoratori, già durante il periodo di cassa integrazione. Per le attività di formazione e di outplacement le parti hanno previsto la possibilità di operare attraverso i fondi interprofessionali. Per quanto riguarda le imprese che operano in aree di crisi industriale complessa e non complessa, laddove vi siano concrete possibilità di rilancio delle attività produttive, si propongono, oltre alle misure sopra descritte, anche alcuni correttivi alla disciplina degli ammortizzatori sociali.

“Questo accordo mette in campo modalità contrattuali e politiche attive e richiede al governo di non sottrarre risorse agli ammortizzatori sociali, ma al contrario di mettere a disposizione quelle risorse che con il venir meno della mobilità non ci sarebbero state”. Questo il commento di Susanna Camusso, secondo la quale la notizia ha ancora un risvolto politico perché si sancisce la fine di quella “narrazione sull’abolizione della rappresentanza e dei corpi intermedi”. Può iniziare una “stagione diversa e questo accordo dice che le parti sociali sono in grado di fare accordi, di fare proposte e di rivendicare un’interlocuzione con il governo che non sia più estemporanea, ma che provi ad affrontare i temi concreti del lavoro”.

Si attende ora il vaglio del documento da parte del Governo, per procedere poi all’attuazione delle proposte. Un prossimo appuntamento tra governo e sindacati sui temi del lavoro è fissato per il prossimo martedì 6 settembre.

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