General Electric di Sesto San Giovanni gli operai saranno licenziati ad ottobre

Redazione operai contro,  Oggi i 179 lavoratori della G.E. di Sesto S.G. hanno ricevuto la lettera di conferma che verranno licenziati ad ottobre ma assicura la direzione aziendale della multinazionale americana, gli stipendi di agosto e settembre saranno pagati.  Come prendere per il culo gli operai .… “siamo bravi noi padroni americani perché ora non vi licenziamo…. fate buone ferie…” E secondo i sindacati Fiom, Fim e Uilm, gli operai non devono effettuare iniziative eclatanti contro l’azienda perché in cambio del pagamento degli stipendi estivi si deve attuare una “tregua estiva” di non belligeranza contro i padroni americani.  Le […]
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Redazione operai contro,

 Oggi i 179 lavoratori della G.E. di Sesto S.G. hanno ricevuto la lettera di conferma che verranno licenziati ad ottobre ma assicura la direzione aziendale della multinazionale americana, gli stipendi di agosto e settembre saranno pagati.

 Come prendere per il culo gli operai .… “siamo bravi noi padroni americani perché ora non vi licenziamo…. fate buone ferie…”

E secondo i sindacati Fiom, Fim e Uilm, gli operai non devono effettuare iniziative eclatanti contro l’azienda perché in cambio del pagamento degli stipendi estivi si deve attuare una “tregua estiva” di non belligeranza contro i padroni americani.

 Le istituzioni si raccomandano invece all’aiuto del governo e di Renzi in special modo.

 Operai della G.E. non date retta e non fidatevi di chi vi dice di stare tranquilli perché sicuramente non sono dalla vostra parte.

 Operai della G.E. organizzatevi adesso e in proprio perché ad ottobre sarà troppo tardi,

occupate la fabbrica.

 Operai della G.E. ad ottobre istituzioni e sindacati non verranno licenziati. 

 Redazione Vi invio l’articolo del “Giorno “ di oggi

 Un sostenitore degli operai General Electric di Sesto S.G.

 

 

Dal “ Giorno”

 

I dipendenti General Electric, ex Alstom, hanno già in mano la lettera che annuncia stipendi pagati per l’estate ma licenziamenti da ottobre. La Fiom è stata chiara: o si alza il tiro, politico, o l’industria rischia di scomparire da Sesto.

Sindaco Monica Chittò (nella foto), c’è imbarazzo nel sollecitare il Governo e il premier Renzi a prendere posizione?
«Con 50 Comuni, tra cui Milano, abbiamo lanciato un appello e intrapreso

un percorso. L’appello è stato raccolto dal Governo, che ha aperto un tavolo al Mise con Giampietro Castano, coordinatore dell’Unità per la gestione delle vertenze».

Mentre Ge dismette a Sesto, in Toscana investe 600 milioni di dollari con un accordo di programma insieme a Governo e Regione.

«Quella di Ge non è una crisi aziendale e per primi abbiamo evidenziato la discrasia tra la gestione del sito e il resto d’Italia. Abbiamo chiesto più volte di non trattare in modo separato la questione Ge nel Paese. Su nostra richiesta il Governatore della Toscana Enrico Rossi ha fatto su questo una dichiarazione pubblica. Abbiamo attivato tutti i parlamentari del territorio, da FdI al Pd. Non si può dire che ci siamo limitati a dare solidarietà ai lavoratori».

Renzi non si è mai espresso.

«La posizione ufficiale è quella del Mise: salvare lo stabilimento e considerare un unico sistema Italia. Il 6 settembre torneremo al tavolo. Non mi aspetto coerenza con le lettere ai dipendenti. Avrebbero potuto già licenziarli. Spero ci siano margini di trattativa. A settembre un’iniziativa pubblica sposterà il dibattito sul modus operandi delle multinazionali: il territorio non può essere depauperato di innovazione e competitività».

Con una procedura del tutto inusuale Alstom Transport si è vista sfilare una maxicommessa che aveva già vinto a favore di Hitachi.

«Se ci sono investimenti pubblici, il lavoro deve essere nel Paese: bisogna cambiare le regole. Con sindacati e Regione avevamo ribadito che la che la commessa dovesse restare in Italia. E a Sesto sarà sviluppato un pezzo della produzione della seconda gara, affidata ad Alstom».

Gabioneta, Alsto, Abb, Ge: il lavoro sta sparendo dalla città delle fabbriche?

«Campari conta 400 dipendenti e ha scelto di mantenere il suo centro ricerca, sono arrivati Heineken, Coca Cola, Alstom Grid. È cambiato il tipo di lavoro, ma lo sviluppo non ha fatto perdere identità. Lo dimostrano le aree Falck con la Città della Salute e la previsione di 8mila posti di lavoro»

 

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