Chi sanziona gli strapagati maestri, Re dell’assenteismo?

Caro Operai Contro, i parlamentari “lavorano” 2,5 giorni a settimana. Renzi non ha ancora detto: “abbiamo la medaglia d’oro dell’assenteismo”. I parlamentari sono i maestri insuperabili e strapagati dell’assenteismo legalizzato. Il loro è l’assenteismo più spudorato, non devono giustificare a nessuno i loro spostamenti, le timbrature, cosa fanno dove vanno ecc. Con tanto di filo spinato sullo stomaco, agiscono a viso aperto in doppio petto, trolley alla mano, non hanno bisogno né di timbrare in mutande, né di nascondere la testa in uno scatolone per non farsi riconoscere. Chi sanzionerà gli strapagati maestri Re dell’assenteismo? Possono solo essere sepolti […]
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Caro Operai Contro,

i parlamentari “lavorano” 2,5 giorni a settimana. Renzi non ha ancora detto: “abbiamo la medaglia d’oro dell’assenteismo”. I parlamentari sono i maestri insuperabili e strapagati dell’assenteismo legalizzato.

Il loro è l’assenteismo più spudorato, non devono giustificare a nessuno i loro spostamenti, le timbrature, cosa fanno dove vanno ecc.

Con tanto di filo spinato sullo stomaco, agiscono a viso aperto in doppio petto, trolley alla mano, non hanno bisogno né di timbrare in mutande, né di nascondere la testa in uno scatolone per non farsi riconoscere.

Chi sanzionerà gli strapagati maestri Re dell’assenteismo?

Possono solo essere sepolti insieme al sistema sociale che rappresentano.

Saluti da un affezionato lettore.

 

Da un articolo del Messaggero di Giovedì 11 Febbraio 2016.

Parlamento al lavoro 2,5 giorni a settimana: in Aula solo da martedì pomeriggio a giovedì

ROMA – Sedute a singhiozzo, Provvedimenti che rallentano, si inceppano, si sospendono in vista del weekend. Sempre che non ci sia un ponte per allungare il riposo del parlamentare italiano. L’ultimo esempio viene dal ddl Cirinnà approdato in commissione al Senato agli inizi d’autunno e ancora impantanato a Palazzo Madama. Andamento lento: due giorni e mezzo d’aula la settimana scorsa, un giorno e mezzo questa fare un voto. E per cominciare a votare sul serio l’articolato bisognerà aspettare martedì prossimo.

A conti fatti i nostri “onorevoli” lavorano full time 2 giorni e mezzo a settimana, 3 sommando il tragitto casa-lavoro. Già due anni fa il sito della Camera elencò mestamente il numero e la durata delle sedute a partire dal 15 marzo 2013, inizio della XVII legislatura. D’estate i lavori si fermano almeno un mese; a Natale il Palazzo chiude per 2 settimane. Risultato: l’attività impegna gli eletti per circa 20 ore a settimana. Dal martedì al giovedì mattina tra sedute, discussioni generali, esami di articoli, voto finale.

Da qui il simbolo, poco meno di una icona, che accomuna “l’onorevole” al personale in transito negli aeroporti il trolley. Le rotelle che attraversano parte il Transatlantico il lunedì pomeriggio. Riappaiono il giovedì dopo la pausa-pranzo. Qualche tempo fa il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi in prossimità delle vacanze estive chiese «la disponibilità» ai gruppi parlamentari di lavorare un po’ di più durante la settimana. E il Senato qualche tempo dopo, dati alla mano, dimostrò che i numeri di questa legislatura sono quasi da record rispetto alla passata legislatura. 490 sedute contro 420; 1527 ore e 49 minuti contro 1000 ore e 20 minuti. Differenze che risultavano ancora più evidenti per il lavoro delle commissioni che delle giunte. Insomma se ora si lavora poco, prima, dal 2008 al 2010 si lavorava ancora meno.

 

 

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