Con Renzi volano i profitti al tritolo made in Italy

Caro Operai Contro, nonostante la legge proibisca di vendere armi a paesi in guerra, nonostante la richiesta di embargo votata dal Parlamento europeo, nei confronti di questi paesi, il governo Renzi non ha mai fermato le autorizzazioni all’esportazioni di armi. Nel 2015 il bilancio della Rwm Italia Spa, è aumentato del 20%, passando dai 40 milioni di euro nel 2014, ai 48 milioni del 2015. I padroni che intascano profitti al tritolo, ringraziano Renzi, loro grande sponsor. Saluti dalla Sardegna   L’articolo di Sardinia Post Tempi di guerra e di incassi sonanti per l’industria degli armamenti. Non fa eccezione […]
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Caro Operai Contro,

nonostante la legge proibisca di vendere armi a paesi in guerra, nonostante la richiesta di embargo votata dal Parlamento europeo, nei confronti di questi paesi, il governo Renzi non ha mai fermato le autorizzazioni all’esportazioni di armi. Nel 2015 il bilancio della Rwm Italia Spa, è aumentato del 20%, passando dai 40 milioni di euro nel 2014, ai 48 milioni del 2015. I padroni che intascano profitti al tritolo, ringraziano Renzi, loro grande sponsor.

Saluti dalla Sardegna

 

L’articolo di Sardinia Post

Tempi di guerra e di incassi sonanti per l’industria degli armamenti. Non fa eccezione la Rwm Italia Spa, come dimostra il bilancio relativo all’esercizio 2015. Nell’anno appena trascorso, la società controllata dal colosso tedesco “Rheinmetall” ha, infatti, visto aumentare del 20% i ricavi provenienti dalla vendita di mine marine e bombe d’aereo. A conti fatti, tondi otto milioni di euro in più in soli dodici mesi. Se infatti, le entrate legate alla vendita di bombe e servizi si erano fermate a 40 milioni di euro nel 2014, nell’anno appena trascorso gli introiti raggiungono i 48 milioni di euro.

Trainati dalle vendite, aumentano anche gli utili, passati dai 2,5 del 2014 ai 4,1 milioni di euro nel 2015. L’ottima salute della Rwm viene certificata anche dai principali indicatori di redditività (Roi, Return on investment, e Ros, Return on sales), superiori di diversi punti percentuali alla media dell’industria manifatturiera italiana. Vale a dire che l’industria degli armamenti genera più denaro – e morti – di qualsiasi altro settore.

Oltre alle novità, una conferma: il principale utilizzatore dei prodotti della Rwm continua ad essere l’Arabia Saudita, che utilizza le bombe della serie Mk confezionate in Sardegna nella guerra dello Yemen. Proprio il continuo invio di armi alla monarchia saudita è valso alla Rwm la ribalta internazionale: nonostante la richiesta di embargo votata dal Parlamento europeo e le sistematiche violazioni dei diritti umani da parte dei sauditi nello Yemen denunciate dalle Nazioni Unite, il governo italiano non ha mai sospeso le autorizzazioni all’export.

Ma oggi le cose potrebbero cambiare. È la stessa Rwm ad ammettere che “a causa dei conflitti in atto in Medio Oriente, in particolare in Siria e Yemen, che vedono coinvolti, tra gli altri l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, occorre considerare il possibile rischio che le licenze di esportazione verso tali Paesi possano subire ritardi o possibili arresti sulla base delle posizioni che verranno assunte dal governo italiano e dall’Unione Europea”, si legge nella Relazione di gestione per l’anno 2015. Tuttavia, in casa Rheinmetall sembra regnare una certa sicurezza. E non solo perché la flessibilità della struttura organizzativa e specifiche clausole contrattuali consentiranno di limitare i danni in caso di revoca delle autorizzazioni. Il punto è che “non si prevedono rischi né incertezze nel mantenimento di tali autorizzazioni”.

Insomma, più certezze che dubbi. Anche perché il 2015 ha fatto segnare un altro record per la Rwm: nel corso dell’anno appena trascorso, la società ha infatti contratto ordini superiori alle previsioni per un valore di 49,1 milioni di euro. I nuovi contratti si aggiungono a quelli già stipulati, portando il portafoglio ordini a poco meno di 100 milioni di euro (dati al 31 dicembre 2015). I contratti sono così suddivisi: le commesse provenienti da enti governativi italiani ed esteri rappresentano circa il 36% del totale, mentre il rimanente 64% è rappresentato da contratti con importanti società del settore della difesa che agiscono da capicommessa come Burkan Munitions Systems, Raytheon Systems Ltd, Tubitak Sage, Roketsan, Selex, Chemring e Bae Systems.

Archiviato il 2015, pare proprio che il 2016 andrà ancora meglio per la Rwm: nei primi tre mesi dell’anno, infatti, la società ha stipulato contratti per 30 milioni di euro. A cui potrebbero aggiungersi circa 400 Milioni di Euro relativi a un importante contratto pluriennale con un paese estero. La cui identità al momento rimane segreta. Ciò che è chiaro, invece, è che nel 2015 i mercati verso i quali si sono concentrati gli sforzi commerciali in vista di probabili opportunità di contratto sono Francia, Regno Unito, Polonia, Ungheria, Danimarca, Taiwan, Korea del Sud e Vietnam, Thailandia, Malesia, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e Algeria.

D’altra parte, i tedeschi puntano forte sulla Rwm. Nel corso del 2015, gli investimenti realizzati sfiorano i 2,4 milioni di euro. Parola d’ordine: migliorare l’efficenza per far fronte all’incremento dell’attività. Ulteriori 640.000 euro sono stati spesi per acquisire i diritti relativi a tutti i tipi di corpi bomba forniti in passato dalla Samp –  società di armamenti transalpina ormai decaduta-, al Ministero della Difesa Francese. Facile collegare l’investimento alla megacommessa da 225 milioni di euro attribuita alla Rwm Italia Spa dal ministero della Difesa France nel gennaio del 2016. Intanto, attendibili fonti francesi rivelano che una parte della commessa verrà subappaltata a Eurenco, società specializzata in propellenti ed esplosivi creata da Snpe (società di proprietà dello Stato francese) nel 2004 e passata nel 2013 a Giat Industries, holding statale imparentata con il colosso francese degli armamenti Nexter, sempre controllato da Parigi.

Piero Loi

 

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