10 famiglie occupano le case a Cagliari

Caro Operai Contro, 10 famiglie in emergenza abitativa hanno occupato due giorni fa uno stabile di proprietà della Regione a Cagliari. Il Movimento di Lotta per la Casa denuncia che in città ci sono mille famiglie senza alloggio. Allego un articolo di Sardinia Post. Saluti dalla Sardegna.   Dieci famiglie in emergenza abitativa hanno occupato due giorni fa uno stabile di proprietà della Regione a Cagliari. L’occupazione è avvenuta mercoledì alle prime luci dell’alba: le famiglie, tutte già in graduatoria da anni per l’ottenimento di un alloggio popolare, hanno forzato l’ingresso di una palazzina in via Bainsizza 51, nel […]
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Caro Operai Contro, 10 famiglie in emergenza abitativa hanno occupato due giorni fa uno stabile di proprietà della Regione a Cagliari. Il Movimento di Lotta per la Casa denuncia che in città ci sono mille famiglie senza alloggio. Allego un articolo di Sardinia Post.

Saluti dalla Sardegna.

 

Dieci famiglie in emergenza abitativa hanno occupato due giorni fa uno stabile di proprietà della Regione a Cagliari. L’occupazione è avvenuta mercoledì alle prime luci dell’alba: le famiglie, tutte già in graduatoria da anni per l’ottenimento di un alloggio popolare, hanno forzato l’ingresso di una palazzina in via Bainsizza 51, nel quartiere di Sant’Avendrace, sul colle di Tuvixeddu. Con loro il Movimento di Lotta per la Casa, nato a Cagliari circa un anno fa come supporto per le persone che si trovano in situazioni di difficoltà.

Nelle famiglie ci sono diversi bambini tra i due e i dieci anni: stanche di attendere un alloggio dalle graduatorie del Comune di Cagliari o dalla lista Area della Regione hanno scelto di stabilirsi nelle case che fino a dieci anni fa erano usate dai dipendenti della Telecom.

L’area che inizialmente, vista la sua posizione strategica, era di proprietà della Marina Militare, negli anni Trenta del secolo scorso fu data in concessione alla Asst, l’Azienda di Stato per i Servizi Telefonici, che qui costruì due palazzine con tredici appartamenti. Nel 1966 i terreni furono ceduti dalla Marina allo Stato e da qui alla Regione Sardegna, l’uso rimase sempre alla Asst che nel frattempo era diventata Sip e poi Telecom. Dal 2008 la Telecom ha cambiato sede e l’intera area è stata restituita alla Regione. In attesa di una nuova destinazione le palazzine sono rimaste inutilizzate.

Il Movimento di Lotta per la Casa sottolinea che in città ci sono mille famiglie senza alloggio, pur avendo i requisiti per occupare una casa comunale o regionale. A portare sostegno alle famiglie ci sono anche alcuni rappresentanti di Cagliari Social Forum, Asce e Usb.

Le voci di protesta. I portavoce hanno spiegato di aver “deciso di riprenderci quello che è nostro perché siamo stanchi di chiedere e aspettare soluzioni invano dalla politica”. “Da quattro anni occupo uno stabile in via Flumentepido, e vivo senza acqua né luce – ha raccontato una delle mogli che da tre giorni si trova nello stabile in via Bainsizza con marito e due figli – chiediamo dignità e che finisca quest’ingiustizia”. I rappresentanti del Movimento, che questa mattina presidiano in 50 l’ingresso nella via, hanno fatto notare che “gli alloggi dello stabile ex Telecom non sono popolari né soggetti ad assegnazione”. Sul posto vi sono anche gli agenti della Squadra mobile.“ Abbiamo deciso di riappropriarci di uno spazio pubblico, scoprendo di avere la possibilità di scegliere tra cinquemila case sfitte presenti in città – hanno sottolineato i rappresentanti del Movimento – Sappiamo che ci sono tantissime persone nella nostra situazione, in attesa da anni di un posto nelle case popolari che sembra non arrivare mai, costrette ad accettare lavori precari e sottopagati, obbligate a dover pagare affitti altissimi per case fatiscenti. A loro ci rivolgiamo per costruire insieme un futuro dignitoso”.

Gli obiettivi. Obiettivo del Movimento è anche quello di contestare l’operato delle amministrazioni che “si sono succedute e che non hanno progettato né costruito più nessuna casa popolare dopo l’edificazione dei quartieri-ghetto negli anni ’80 ai margini di Cagliari, si pensi a Sant’Elia e Mulinu Becciu”, e che “da circa vent’anni non hanno minimamente aggiornato le graduatorie, limitandosi a proporre, nell’ambito di edilizia popolare, il cambio di sigla all’ente, che da Istituto autonomo case popolari, Iacp, è diventato Area, Azienda regionale per l’edilizia abitativa), un carrozzone mangia soldi – hanno denunciato gli attivisti – famoso più per gli scandali e le ruberie che per la risoluzione dei problemi abitativi”.

 

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