SIRIA: L’ARSENALE DELL’ASSASSINO

Redazione di Operai Contro, padroni russi e padroni USA hanno inventato la tregua per poter continuare tranquillamente a bombardare i civili Padroni Russi e USA fanno gli smargiassi e dichiarano che i ribelli sono ormai in fuga Sono povere balle che i padroni Russi e USA raccontano per farsi coraggio Un lettore dalla Repubblica Armi, carrarmati, munizioni: l’arsenale conquistato dall’Is a Deri er-Zor Infatti nella base di Ayyash a fine gennaio i miliziani islamici hanno trovato di tutto. Circa mille casse di proiettili per kalashnikov, mitragliatrici pesanti, mortai e cannoni. Più di cento missili controcarro sofisticati. E sette micidiali […]
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Redazione di Operai Contro,

padroni russi e padroni USA hanno inventato la tregua per poter continuare tranquillamente a bombardare i civili

Padroni Russi e USA fanno gli smargiassi e dichiarano che i ribelli sono ormai in fuga

Sono povere balle che i padroni Russi e USA raccontano per farsi coraggio

Un lettore

dalla Repubblica
Armi, carrarmati, munizioni: l’arsenale conquistato dall’Is a Deri er-Zor

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Infatti nella base di Ayyash a fine gennaio i miliziani islamici hanno trovato di tutto. Circa mille casse di proiettili per kalashnikov, mitragliatrici pesanti, mortai e cannoni. Più di cento missili controcarro sofisticati. E sette micidiali missili terra-aria a medio raggio con il semovente per lanciarli: gli stessi ordigni di fabbricazione russa che si ritiene abbiano abbattuto il Boeing malese in volo sull’Ucraina.

Tutto qui? No, perché sono riusciti a mettere le mani anche su tre carri armati, una decina di blindati e una ventina di altri veicoli militari. E questi sono solo i materiali documentati dal video, mentre la lista finale del bottino potrebbe essere ancora più grande. Il deposito infatti era una delle riserve strategiche costruite alla fine degli anni Novanta in vista di un possibile conflitto con l’Iraq di Saddam Hussein, con cui i siriani si erano già scontrati durante la prima guerra del Golfo: conteneva scorte di munizioni e mezzi per equipaggiare un’intera brigata.

La base occupata dal Califfato dista una decina di chilometri dalla città di Deri er-Zor, un caposaldo del regime di Damasco assediato da quasi un anno: è una posizione incuneata nei territori dell’Is, a circa cento chilometri da Raqqa. Nonostante il sostegno dei bombardieri russi, a gennaio le truppe di Bashar al-Assad hanno abbandonato il campo trincerato di Ayyash per rifugiarsi nella città. Lasciando intatto l’arsenale: il segno di una fuga frettolosa da parte di soldati demotivati.

Non è l’unica. Il sostegno di Mosca, con nuovi equipaggiamenti e addestratori esperti, ha dato vigore alle unità scelte del regime, composte da uomini reclutati tra le comunità alawite. Gli altri soldati invece sembrano sempre meno disposti a morire per Damasco.

I miliziani del Califfato sostengono di avere trasferito gran parte delle prede in depositi più sicuri. Mentre alcuni giorni dopo la caduta di Ayyash caccia russi avrebbero bombardato la zona, distruggendo i terribili semoventi contraerei prima che potessero venire utilizzati contro gli stormi di Mosca. Ma sono informazioni difficili da verificare. Resta invece una certezza: la strada per cancellare lo Stato islamico sarà ancora lunga.

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