ORTAGGI DISTRUTTI E OPERAI

Redazione di Operai Contro, Gli operai a salario, con le loro famiglie, mangiano poca frutta e poca verdura. Gli operai cassintegrati, in mobilità, licenziati o disoccupati ne mangiano ancora meno, a volte quasi niente. Storicamente, gli operai hanno sempre mangiato poca frutta e poca verdura, ma negli ultimi anni i loro consumi sono calati notevolmente. Frutta e verdura, anche se di stagione, costano molto, soprattutto nelle città (e in particolare in quelle medie e grandi), e sempre più spesso gli operai non possono permetterseli. Le statistiche proposte da centri di studio e organizzazioni agricole dicono chiaramente che in Italia […]
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Redazione di Operai Contro,

Gli operai a salario, con le loro famiglie, mangiano poca frutta e poca verdura. Gli operai cassintegrati, in mobilità, licenziati o disoccupati ne mangiano ancora meno, a volte quasi niente. Storicamente, gli operai hanno sempre mangiato poca frutta e poca verdura, ma negli ultimi anni i loro consumi sono calati notevolmente. Frutta e verdura, anche se di stagione, costano molto, soprattutto nelle città (e in particolare in quelle medie e grandi), e sempre più spesso gli operai non possono permetterseli.

Le statistiche proposte da centri di studio e organizzazioni agricole dicono chiaramente che in Italia si assiste da oltre dieci anni a un progressivo calo dei consumi di frutta e verdura. Esse dicono che dal 2000 a oggi gli Italiani (in generale) hanno rinunciato a consumare quasi 1,7 milioni di tonnellate di frutta e verdura (-18%), pari a 17 chili a persona, in media 1,5 kg in meno ogni anno. Dicono anche che i consumi annui di prodotti ortofrutticoli freschi si sono fermati a 130,6 kg, che quivalgono ad appena 360 g al giorno.

Le statistiche non si addentrano nell’analisi dei consumi per classe sociale. Ma, visto che i valori sopra citati sono medi e che i costi di frutta e verdura sono alti e spesso in crescita, ci vuole poco a capire che gli operai salariati, a reddito basso e con potere d’acquisto calante, hanno consumi al di sotto (e parecchio) della media.

Il calo dei consumi di frutta e verdura esprime, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, una tendenza “pericolosa” per la salute, poiché esiste una fortissima correlazione tra scarso consumo di frutta e verdura e malattie, legate soprattutto all’obesità e al sovrappeso. I dati sul consumo quotidiano segnalano che, sempre in media, ci si sta allontanando a passi veloci dalla razione giornaliera raccomandata (almeno 400 grammi al giorno) e che si è molto distanti dal rispettare il numero raccomandato di porzioni di frutta e verdura da assumere ogni giorno: In Italia solo il 18% della popolazione di età superiore ai tre anni consuma quotidianamente almeno 4 porzioni di frutta e verdura. Un 18% nel quale certamente non rientrano gli operai e le loro famiglie. Anzi le famiglie degli operai sono più esposte a problemi di salute legati alla cattiva alimentazione, perché più facilmente sopperiscono alla mancanza di frutta e verdura (e di altri alimenti di qualità, ma costosi) con cibi-spazzatura a basso costo, pur di riempirsi la pancia e saziare la fame: una condizione della quale soffrono in particolare i bambini e i ragazzi.

Oggi che la tecnica può mettere a disposizione di tutti cibo in abbondanza e di qualità, tanti ancora soffrono la fame o vivono in condizioni di cattiva alimentazione. E non si tratta solo di salari bassi e modesto potere di acquisto! A febbraio è accaduto in più regioni italiane che le temperature miti, più alte di quelle medie stagionali, hanno anticipato di alcune settimane la raccolta di numerose colture orticole, aumentando la disponibilità di ortaggi e verdure. Ma la concentrazione di una grande offerta in pochi giorni ha esasperato i conflitti nelle campagne: i commercianti, e in particolare la grande distribuzione, ne stanno approfittando per imporre prezzi bassi agli agricoltori, mantenendo però costanti i prezzi alla vendita al dettaglio, in modo da ritagliarsi un più ampio margine di profitto; i medi e grossi agricoltori, quelli che fanno ricorso a manodopera salariata per le operazioni colturali, di fronte a prezzi tanto bassi e quindi a margini di profitto non adeguati alle loro aspettative, preferiscono non raccogliere e abbandonare le colture nei campi oppure fresarle e interrarle.

Così, mentre gli operai non mangiano frutta e verdura perché non possono permettersi di pagarla, tante verdure e tanti ortaggi vengono distrutti per crisi di sovrapproduzione, perché ce ne sono troppi! Questo è il capitalismo!

SALUTI OPERAI DALLE CAMPAGNE

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