Illusione di morte di fame: il gioco d’azzardo rende bene

Redazione operai contro, I dati parlano chiaro, il gioco d’azzardo rende bene in Italia: 84,5 miliardi di euro di fatturato che corrisponde al 5% del prodotto nazionale lordo. Un vero boom di soldi e di profitti per i padroni delle agenzie di gioco e per le casse erariali dello Stato, dall’anno 2000 al 2014 un aumento del fatturato del 350 % quando il Pil procapite crollava del 7,5%. Miliardi di euro di profitti, fonte di guadagno senza fine per i titolari delle agenzie di scommesse, di sale gioco con slot machine e di ricevitorie del lotto ma sopratutto un […]
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Redazione operai contro,

I dati parlano chiaro, il gioco d’azzardo rende bene in Italia: 84,5 miliardi di euro di fatturato che corrisponde al 5% del prodotto nazionale lordo. Un vero boom di soldi e di profitti per i padroni delle agenzie di gioco e per le casse erariali dello Stato, dall’anno 2000 al 2014 un aumento del fatturato del 350 % quando il Pil procapite crollava del 7,5%.

Miliardi di euro di profitti, fonte di guadagno senza fine per i titolari delle agenzie di scommesse, di sale gioco con slot machine e di ricevitorie del lotto ma sopratutto un enorme vantaggio economico per lo Stato che usufruisce del gettito fiscale.

Illusione di morte di fame, crisi economica e sociale, ludopatia che secondo gli ultimi studi autorevoli colpisce un italiano su 75, tutto ciò non toglie le gravi responsabilità che hanno le lobby concessionarie del gioco d’azzardo e lo Stato italiano.

Da una parte il governo con le solite falsità di porre un freno al continuo aumento delle aperture di nuove agenzie di scommesse e di sale gioco, come pochi giorni fa quando Matteo Renzi dichiarò che vuole combattere l’azzardo diminuendo il numero delle slot machine introducendo un articolo nella legge di stabilità che stabilisce una riduzione del 30% delle macchinette mangiasoldi.

Se non fosse che la legge prevede una riduzione che dovrebbe avvenire nell’arco di circa 4 anni per raggiungere il numero di 265 mila slot machine in attività a regime: una ogni 225 abitanti, cifra che ci vede sempre come primo paese in Europa con il maggior numero di slot machine.

E la fregatura che salva ancora e favorisce le lobby dei giochi d’azzardo sta nel fatto che il taglio del 30% dovrà essere applicato alle macchinette già in attività e in circolazione. Considerando però che ve ne sono giacenti nei magazzini circa 82.500 che sommate alle 342.200 in esercizio, il numero totale sale a 424.700 che se venisse ridotto del 30% farebbe risultare un numero di poco inferiore alle 300.000 macchinette, ben più alto del limite di legge di 265.000 previsto alla fine del 2019.

Mentre il governo imbroglione e arraffone di imposte e tasse che sono del 10% sui giochi d’azzardo e che in questo modo riempe le proprie casse statali, le classi borghesi che fanno profitti a tutto spiano con le agenzie di sale gioco vengono legittimate dalle giustificazioni dei sostenitori delle slot machine, che esse devono esistere perche’ così non si consegna alla criminalità organizzata il giro degli affari dei giochi d’azzardo.

Il business dei giochi d’azzardo arricchisce i padroni i quali attribuiscono il fenomeno come al solito allo stato di crisi economica che incombe, alle classi meno abbienti che cercano nella sorte benevola la risoluzione dei loro problemi economici.

I padroni furbescamente allontanano in questo modo ogni sospetto e ogni velleità di lotta e ribellione delle classi ploretarie contro gli stessi padroni che utilizzano anche come strumento dissuasivo le slot machine e tutti i vari tipi di giochi d’azzardo per illudere il popolo e le classi ploretarie a ricercare nel gioco la speranza di una fonte di guadagno facile se non si vuole essere sfruttati nei posti di lavoro.

E.L.

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