Philips ai fornitori della Saeco: «Portate i componenti in Romania»

dal Corriere BOLOGNA – La Philips aggira il blocco dei tir messo in atto da operai e sindacati nello stabilimento Saeco di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, dove è in corso da 48 giorni un presidio per protestare contro i 243 licenziamenti annunciati dall’azienda. E lo fa chiedendo ai fornitori di dirottare in Romania la spedizione dei componenti. In una nota, l’azienda fa infatti sapere di essere stata costretta «ad attivare le procedure per chiedere ai propri fornitori di indirizzare temporaneamente i componenti necessari alla produzione delle macchine automatiche della serie Intelia presso la fabbrica rumena di Orastie», […]
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dal Corriere

BOLOGNA – La Philips aggira il blocco dei tir messo in atto da operai e sindacati nello stabilimento Saeco di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, dove è in corso da 48 giorni un presidio per protestare contro i 243 licenziamenti annunciati dall’azienda. E lo fa chiedendo ai fornitori di dirottare in Romania la spedizione dei componenti. In una nota, l’azienda fa infatti sapere di essere stata costretta «ad attivare le procedure per chiedere ai propri fornitori di indirizzare temporaneamente i componenti necessari alla produzione delle macchine automatiche della serie Intelia presso la fabbrica rumena di Orastie», precisando che «l’iniziativa ha come unico obiettivo quello di rispettare i tempi di consegna degli ordini in portafoglio, proteggendo, nell’interesse in primo luogo dello stabilimento italiano, le quote di mercato commerciali della serie Intelia, e non rappresenta dunque lo spostamento di una linea produttiva».

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L’AVVERTIMENTO – Philips lancia poi un avvertimento ai sindacati, affermando che «il ripristino in tempi brevi dell’agibilità operativa dello stabilimento di Gaggio Montano è la condizione necessaria perchè questo provvedimento non diventi definitivo». Questo anche perchè «la piattaforma di produzione della linea Intelia era stata portata dalla Romania in Italia nel corso del 2015, a testimonianza dell’importanza che lo stabilimento di Gaggio riveste nei piani di sviluppo strategico dell’azienda», ma «il blocco illegale in atto sta compromettendo questa iniziativa e, se dovesse perdurare, metterebbe seriamente a rischio sia il piano di rilancio messo a punto dall’azienda, sia la sopravvivenza stessa della fabbrica».

I LAVORATORI – Appresa la notizia della richiesta di Pnilips ai fornitori di dirottare in Romania la spedizione dei componenti fino ad ora indirizzati alla Saeco, i dipendenti dello stabilimento di Gaggio Montano hanno iniziato a abbandonare il loro posto di lavoro. Uno sciopero spontaneo immediato che potrebbe replicarsi anche domani. Quella di Philips, del resto, è «una decisione inaudita, una provocazione – attacca Stefano Zoli, della Fiom-Cgil- soprattutto a valle del fatto che oggi l’azienda avrebbe dovuto avere, in mattinata, un incontro con il ministro» Federica Guidi che sta seguendo personalmente la vertenza, e «quando mancano solo quattro giorni al prossimo incontro a Roma». Philips assicura che non si vuole togliere produzioni a Gaggio, ma i componenti che vanno in Romania sono «proprio quelli destinati alla costruzione delle macchine da caffè che dovrebbero rafforzare la Saeco: spostarli- avverte Marino Mazzini, segretario della Fim-Cisl di Bologna- equivale a dire che c’é la volontà di far morire del tutto lo stabilimento di Gaggio». L’azienda dice il contrario… «Dicono che fanno così perché a questo li costringe il blocco delle merci» attuato davanti alla fabbrica, e allora «è un ricatto bello e buono. È una provocazione gravissima, inspiegabile: se vogliono fare una trattativa vera- rilancia Mazzini- siamo pronti, ma per discutere un piano industriale che parli di rilancio e non preveda neanche un esubero ma il ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali». E dopo il blitz della Philips parte un appello affinché intervenga il ministero. Intanto, «la gente sta uscendo spontaneamente e c’e’ da credere che altrettanto succederà domani», dicono i rappresentanti dei lavoratori.

12 gennaio 2016 (modifica il 13 gennaio 2016)

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