IL PUPO RENZI E LA RIPRESA

Operai, il Pupo dei padroni non perde occasione per sostenere che in Italia c’è la ripresa, che l’Italia inizia a correre e che l’occupazione cresce. Pupo e quaquaraquà: crescono solo i profitti dei padroni, il suo governo ha fatto leggi contro gli operai e finanziato i padroni, salva le banche che hanno truffato i risparmiatori. Le fabbriche chiudono o licenziano, gli operai rimangono senza lavoro e senza casa perché non possono permettersi di pagare un affitto o le rate dei mutui; se occupano le case popolari patrimonio degli operai (perché costruite con le trattenute Gescal) vengono sfrattati; le cooperative, […]
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Operai,
il Pupo dei padroni non perde occasione per sostenere che in Italia c’è la ripresa, che l’Italia inizia a correre e che l’occupazione cresce. Pupo e quaquaraquà: crescono solo i profitti dei padroni, il suo governo ha fatto leggi contro gli operai e finanziato i padroni, salva le banche che hanno truffato i risparmiatori. Le fabbriche chiudono o licenziano, gli operai rimangono senza lavoro e senza casa perché non possono permettersi di pagare un affitto o le rate dei mutui; se occupano le case popolari patrimonio degli operai (perché costruite con le trattenute Gescal) vengono sfrattati; le cooperative, bianche e “rosse”, licenziano i soci, i presidenti vengono salvati e i soci operai che erano solo schiavi salariati vengono buttati in miseria. Pupo e quaquaraquà: l’unica ripresa è quella dei padroni che accorciano le catene. Durante il cosiddetto boom economico (dovuto alle distruzioni della 2° guerra imperialista mondiale) i padroni ci concedevano qualche piccolissima briciola in più, allungando le catene che ci tenevano comunque schiavi, anche per garantirsi la pace nelle fabbriche o a livello sociale. E complici dei padroni, per garantirsi la pace sociale, sono stati i partiti di DX e di “SX”, i sindacati tutti, la piccola borghesia sinistrata e movimentista con parole d’ordine che non erano né carne né pesce e che appagavano soltanto il desiderio di sentirsi rivoluzionari. Ci sono stati e ci sono tuttora avanguardie operaie che pongono il problema reale: l’organizzazione indipendente degli operai per liberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato e l’inevitabile conflitto tra sfruttati e sfruttatori. Con la crisi storica del sistema capitalista, i padroni per soddisfare la loro pantagruelica fame di profitto devono accorciare le catene della schiavitù, ci licenziano, chi ha la “fortuna” di avere un lavoro subisce minacce, ritmi impossibili, deve accontentarsi di avere un salario da fame e deve accettare anche il rischio di poter morire o diventare un invalido per il lavoro, cosa che comunque ci ha sempre accompagnato nella nostra vita di schiavi. E i giovani disoccupati? Diventeranno carne da macello nella guerra imperialista che i padroni si apprestano a scatenare. I partiti? Hanno tolto quella parvenza che li differenziava: la destra e la sinistra portano avanti tutto quello che serve ai padroni per far perpetrare loro il dominio sugli schiavi salariati. La maggioranza degli italiani non vota, a loro non interessa, governano anche con 1%; il servilismo di questi pupi verso i padroni è vomitevole. I sindacati? non hanno mai portato avanti gli interessi degli operai, concertavano con i vari governi e padroni su come addomesticare le lotte operaie, e ora con la crisi non servono più anche se continuano ad urlare “diritti, diritti, non calpestate i diritti dei lavoratori” omettendo di dire però che i diritti nascondono i soprusi che gli operai vivono sulla propria pelle sotto la dittatura borghese; tuttora questi servi, per cercare di garantirsi i loro privilegi, in modo indegno leccano il culo dei padroni che li utilizzano per fare accettare agli operai i licenziamenti e salari da fame. Operai: di questi lecca culi possiamo farne volentieri a meno. La piccola borghesia sinistrata e movimentista, rincorre oggi come allora le contraddizioni che i padroni seminano a piene mani. Le avanguardie operaie? Oggi, come allora, si pongono il problema reale degli operai: l’organizzazione indipendente degli operai per liberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato. Organizzare il PARTITO OPERAIO nelle fabbriche è l’obiettivo che ogni singolo operaio deve porsi anche in quelle fabbriche dove c’è un solo operaio che si vuole mettere sul terreno della costruzione del PARTITO OPERAIO. Collegare queste realtà diventa il compito principale da portare avanti con determinazione. Le catene della schiavitù non si spezzano invocando il partito, si spezzano solo costruendo il PARTITO OPERAIO.
  1. L.
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