Dopo la “prima” della Scala, a cena con la borghesia milanese.

Redazione, La “prima” del Teatro della Scala di Milano, tradizionale appuntamento che inaugura la stagione lirica milanese, ha tenuto impegnato per giorni i mass media nazionali nel raccontare notizie riguardanti i preparativi di questo importante avvenimento. Quest’anno in particolare l’attenzione delle notizie si è concentrata non solo per la consueta presenza di vip della mondanità italiana ed internazionale ma anche per le imponenti misure di sicurezza adottate dalle forze di polizia a scopo cautelativo per impedire possibili attentati.   Oltre 600 il numero di militari impegnati tra forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale, tiratori scelti, Digos […]
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Redazione,

La “prima” del Teatro della Scala di Milano, tradizionale appuntamento che inaugura la stagione lirica milanese, ha tenuto impegnato per giorni i mass media nazionali nel raccontare notizie riguardanti i preparativi di questo importante avvenimento.

Quest’anno in particolare l’attenzione delle notizie si è concentrata non solo per la consueta presenza di vip della mondanità italiana ed internazionale ma anche per le imponenti misure di sicurezza adottate dalle forze di polizia a scopo cautelativo per impedire possibili attentati.

 

Oltre 600 il numero di militari impegnati tra forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale, tiratori scelti, Digos che con l’aiuto di apparati elettronici sofisticati, metal detector, artificieri, cani addestrati, hanno garantito e tutelato la protezione ai convenuti dello spettacolo alla Scala.

 

Tutto alla fine è filato liscio con grande soddisfazione del sindaco Pisapia e del nuovo prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, i quali hanno definito le straordinarie misure di sicurezza “proporzionali alle minaccia di terrorismo”.

 

Peccato però che nessuno abbia evidenziato gli elevati costi per mobilitare questa imponente organizzazione di uomini e di dispositivi di sicurezza messi in campo per proteggere la sfarzosità mondana di personaggi altolocati che approfittano dell’evento milanese per una passerella di abiti firmati costosissimi e di gioielli altrettanto preziosi.

 

Come il fatto che poco o nulla è stato detto quando dopo l’esibizione lirica, la serata della borghesia milanese è terminata nei locali intorno al Teatro e nel centro città, gente borghese che non si vergogna per aver pagato cifre dalle cento euro alle trecento euro a persona per una cena.

 

Spese pazze e inutili dal punto di vista dei poveri e di chi fatica tutti i giorni in fabbrica per un miserabile stipendio, spese utili e necessarie dal punto di vista del comune di Milano e dei ricchi che mancano di rispetto e disprezzano coloro che vivono nella povertà.

 

E.L.

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