Prove di guerra … alle stelle

Redazione di Operai Contro, qualche settimana fa la notizia che sommergibili e navi spia russi operassero nelle vicinanze dei cavi transoceanici di telecomunicazioni e internet. Si veda il New York Times del 25 ottobre. Mesi fa ad occupare le cronache militari erano stati invece i continui sconfinamenti di aerei russi nel Baltico, anche in quel caso massimo allarme del sistema di controllo aereo occidentale del Nord Europa. Poi seguirono, nella stessa zona, anche gli sconfinamenti navali (si veda OC Numero 034 del 30 aprile 2015). Ora le prove di guerra tra le grandi potenze sono giunte all’abbattimento reale dell’aereo […]
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Redazione di Operai Contro,

qualche settimana fa la notizia che sommergibili e navi spia russi operassero nelle vicinanze dei cavi transoceanici di telecomunicazioni e internet. Si veda il New York Times del 25 ottobre. Mesi fa ad occupare le cronache militari erano stati invece i continui sconfinamenti di aerei russi nel Baltico, anche in quel caso massimo allarme del sistema di controllo aereo occidentale del Nord Europa. Poi seguirono, nella stessa zona, anche gli sconfinamenti navali (si veda OC Numero 034 del 30 aprile 2015). Ora le prove di guerra tra le grandi potenze sono giunte all’abbattimento reale dell’aereo russo da parte dei turchi.

Come ad ogni vigilia di grandi guerre, assistiamo a provocazioni, messe alla prova dell’altrui forze militari, ai test delle proprie capacità offensive. E questo avviene con apparati e strumenti di distruzione di massa da miliardi e miliardi di euro.

Il Corriere della sera del 22 novembre scorso riporta addirittura che la sfida è giunta fino ai satelliti messi in orbita per i più svariati scopi civili. Ma anche militare. Oggi si è passati a velivoli spaziali e vettori capaci di annientare “gli apparati degli avversari”. “Con un raggio laser, una pioggia di detriti dall’effetto lupara, una collisione voluta o simulata. Ecco allora trucchi, mosse, lanci di vettori con carichi speciali, tutti parte di una corsa, ovviamente poco pubblicizzata. Washington e Mosca sono in testa nella gara, insieme ai cinesi, decisi a recuperare terreno dal mare agli astri”.

Altro che Daesh e misere pretese di un proprio califfato: grandi potenze capitalistiche, si fronteggiano e si mostrano i muscoli per mantenere il dominio attuale o per affermarne uno nuovo. Si fa fatica a comprendere quanto sfruttamento operaio vi possa stare dietro, quante rapine nel mondo abbiano potuto far diventare le borghesie di questi paesi così forti. Ma è evidente che di per loro non indietreggeranno di un passo, anche a rischio di portare l’intera umanità all’annientamento vista la potenza distruttrice cui sono giunte.

L’assurdità che così tanta ricchezza prodotta, così tanto lavoro operaio, vengano ormai indirizzati per la guerra e la distruzione, non può palesarsi nella testa di quelli che di questa ricchezza godono senza averla prodotta. Questi sono pronti a sostenere e a scatenare la peggiore delle guerre mondiali.

“Chi può fermarli? Solo quei milioni di schiavi industriali che nelle fabbriche e nei campi di ogni paese conoscono chi è il padrone, coloro che hanno combattuto e combattono contro il proprio governo, coloro che, se devono fare una guerra, pensano che è mille volte più ragionevole rivolgere le armi contro il proprio padrone piuttosto che contro un qualunque altro schiavo straniero”. Come scrive il partito operaio.

R.P.

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