BIRMANIA: OLTRE 100 MORTI

Ha superato quota 100 morti il bilancio della strage in una miniera di giada in Myanmar, causata dalla frana di un cumulo di materiale di risulta in una miniera nello Stato di Kachin che ha travolto decine di disperati che vivono accanto alla miniera arrampicandosi ogni giorno sulle montagne di scarti della lavorazione della giada alla ricerca di frammenti del prezioso minerale da rivendere. Birmania, 90 morti nella miniera di giada Birmania, 90 morti nella miniera di giada Birmania, 90 morti nella miniera di giada Il mercato della giada Nello stato Kachin, dove è tuttora in corso una guerra […]
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Ha superato quota 100 morti il bilancio della strage in una miniera di giada in Myanmar, causata dalla frana di un cumulo di materiale di risulta in una miniera nello Stato di Kachin che ha travolto decine di disperati che vivono accanto alla miniera arrampicandosi ogni giorno sulle montagne di scarti della lavorazione della giada alla ricerca di frammenti del prezioso minerale da rivendere.

Il mercato della giada

Nello stato Kachin, dove è tuttora in corso una guerra separatista contro l’esercito birmano, il mercato della giada è in pieno boom grazie all’inesauribile domanda dalla confinante Cina. Le tante miniere nel Kachin, da dove si estrae giada tra la più pregiata al mondo, attirano cercatori di fortuna da tutto il Paese, che rovistano tra i detriti all’esterno delle miniere nella speranza di mettere le mani su un pezzo di pietra preziosa, che possa alleviare le condizioni di povertà in cui vivono. Spesso, queste ricerche clandestine avvengono al buio, su montagne ridotte a un paesaggio lunare a causa degli scavi massicci e senza alcun rispetto per l’ambiente. Il business della giada è uno dei simboli delle estreme disuguaglianze tra la massa della popolazione birmana e una piccola cricca di militari e affaristi legati all’esercito, che per decenni hanno venduto di contrabbando le ricchezze naturali della Birmania dirottando i proventi verso i loro conti correnti personali. Incidenti ai lavoratori delle miniere accadono spesso, con vittime che neanche vengono riportate. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa Global Witness, pubblicato in ottobre, il commercio di giada nel 2014 ammonterebbe a 31 miliardi di dollari, una somma dieci volte più grande di quella ufficiale, e che equivarrebbe a metà del Pil nazionale: il gruppo l’ha definita «forse la più grande rapina di risorse naturali della storia moderna». Tale ricchezza non raggiunge però la popolazione, ed è anzi causa di una devastazione sociale; nella zona delle miniere di Hpakant, gran parte della popolazione e dei minatori è dipendente dall’eroina e dalle metanfetamine, disponibili a prezzi irrisori.

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