FCA DI MELFI: LE TUTE CHIARE

MELFI – Mentre si allarga anche agli altri stabilimenti Fca la richiesta delle operaie di cambiare i pantaloni della tutta, una volta blu, oggi dai colori chiari, grigia quasi bianca, per gli ovvi problemi che si creano nei giorni del ciclo mestruale, arriva secca la risposta dell’azienda che però sembra scontentare le lavoratrici di Melfi. «Da gennaio forniremo delle culotte», è stata la risposta dei vertici aziendali della fabbrica di San Nicola – riferita anche dal quotidiano Repubblica – nel corso dell’incontro che si è tenuto con le sigle sindacali sull’argomento. «All’inizio – dice ancora Tina, come racconta sempre […]
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MELFI – Mentre si allarga anche agli altri stabilimenti Fca la richiesta delle operaie di cambiare i pantaloni della tutta, una volta blu, oggi dai colori chiari, grigia quasi bianca, per gli ovvi problemi che si creano nei giorni del ciclo mestruale, arriva secca la risposta dell’azienda che però sembra scontentare le lavoratrici di Melfi. «Da gennaio forniremo delle culotte», è stata la risposta dei vertici aziendali della fabbrica di San Nicola – riferita anche dal quotidiano Repubblica – nel corso dell’incontro che si è tenuto con le sigle sindacali sull’argomento. «All’inizio – dice ancora Tina, come racconta sempre il quotidiano nazionale – pensavamo ad uno scherzo. Nessuno poteva immaginare che si potesse arrivare a tanto. L’ipotesi di sopperire a questo problema, consegnandoci un pannolino, sembra aggiungere la beffa all’umiliazione». Per ora, quindi, sembra scartata l’ipotesi contenuta nella richiesta inviata ai dirigenti aziendalie sottoscritta da centinaia di lavoratrici: ritornare ai colori scuri per evitare che il pantalone chiaro possa sporcarsi nei giorni del ciclo, con l’ovvio imbarazzo che la circostanza crea. La divisa in dotazione ormai da quattro anni negli stabilimenti del gruppo era stata espressamente voluta per contribuire alla nuova immagine della fabbrica modello. Cambiare le tute di Melfi, significherebbe cambiare quelle di tutti gli stabilimenti. Nel frattempo, però, il problema è molto sentito. Sono tante le operaie che hanno raccontato a Repubblica di essersi ritrovate in questa situazione, magari chiuse in bagno, per non tornare sul luogo di lavoro con la divisa evidentemente macchiata. Per altro in uno stabilimento dove la presenza maschile è molto nutrita. E in cui si fa un lavoro dove si sta tutto il giorno in piedi, in diverse posizioni, visto che si lavora dentro le macchine, con il corpo piegato dentro le scocche. «Diventa facile sporcarsi quando hai il ciclo mestruale – racconta una di loro – E così scatta un senso di umiliazione.
Tutti in fabbrica lo vengono a sapere, qualcuno dei colleghi maschi fa anche il commento stupido tra le auto in fila.
Tutto per colpa del pantalone chiaro. Per questo abbiamo deciso di agire cominciando a raccogliere firme per chiedere di cambiare il colore della divisa. Basta, non ce la facciamo più».

Sabato 10 Ottobre 2015 07:12

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