Obama pensava di creare una resistenza filo americana in Siria per scalzare Assad

Spettabile Redazione, mi permetto segnalare questo articolo dal “Sole 24 ore” nel quale si dice chiaramente che Obama voleva creare una resistenza in Siria asservita agli Usa per abbattere il governo di Assad. Il tentativo di Obama di comprare la resistenza in Siria è fallito. Saluti con stima da una lettrice. New York – Barack Obama ha cancellato i fondi del Pentagono – un programma da 500 milioni di dollari – destinati ai gruppi dell’opposizione moderata in Siria. È l’ammissione di una bruciante sconfitta, che sancisce l’incapacità di trasformare queste forze, nonostante l’addestramento e l’equipaggiamento promesso dal Pentagono, in […]
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Spettabile Redazione,

mi permetto segnalare questo articolo dal “Sole 24 ore” nel quale si dice chiaramente che Obama voleva creare una resistenza in Siria asservita agli Usa per abbattere il governo di Assad. Il tentativo di Obama di comprare la resistenza in Siria è fallito.

Saluti con stima da una lettrice.

New York – Barack Obama ha cancellato i fondi del Pentagono – un programma da 500 milioni di dollari – destinati ai gruppi dell’opposizione moderata in Siria. È l’ammissione di una bruciante sconfitta, che sancisce l’incapacità di trasformare queste forze, nonostante l’addestramento e l’equipaggiamento promesso dal Pentagono, in combattenti efficaci, in grado di tener testa all’avanzata dell’esercito terrorista dello Stato Islamico.

Ma è una sconfitta che apre anche una nuova fase della strategia americana, alla disperata ricerca di iniziative che possano fermare i terroristi e allo stesso tempo contenere la nuova offensiva della Russia a fianco del regime di Assad a Damasco, definito da Mosca come il vero baluardo contro Isis e del quale Washington continua invece a chiedere la rimozione. Iniziative che però rispondano a un principio irrevocabile: Obama ha concluso che mai gli Stati Uniti si faranno trascinare in un conflitto e una escalation con Mosca in Siria, che giudica disastrosi.

La nuova fase ora consiste in un’operazione concentrata nel Nordovest della Siria: il progetto conta di creare e appoggiare apertamente una coalizione di tribù sunnite, la Syrian Arab Coalition, che diventi un alleato della forze curde che oggi costituiscono il nerbo della resistenza a Isis. «Il Dipartimento della Difesa fornirà ora equipaggiamento e armi a un selezionato e verificato numero di leader e alle loro unità in modo che nel tempo possano organizzare un’offensiva in territori ancora controllati da Isis», ha fatto sapere il Pentagono in un comunicato. I progressi di queste forze verranno monitorati con cura e a loro verrà garantita la copertura aerea statunitense.

I ribelli siriani moderati non verranno del tutto abbandonati: la Cia gestisce un seperato programma che sostiene e rifornisce una rete di gruppi in lotta contro Assad. Il Pentagono da parte sua aprirà un piccolo centro di addestramento in Turchia, mirato ad addestrare leader dell’opposizione ad Assad in compiti quali chiamare raid aerei. Verranno però eliminati gli sforzi di reclutamento di nuove forze da inviare in grandi centri in Giordania, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi.

 

 

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