Vecchio sindacato in crisi. Dai padroni più tutele in cambio di produttività.

Redazione di Operai contro, Dario Del Vico nel suo articolo del Corriere della Sera del 29 settembre scrive che siamo entrati nella società post-sindacale e che ci si chiede se le grandi confederazioni sindacali sopravvivranno oppure no. Dal suo punto di vista, di giornalista borghese sempre a contatto con i padroni, egli ritiene il sindacato odierno in crisi, perché non più coerente nei fatti a rappresentare i lavoratori. De Vico sostiene che il sindacato in questi anni di crisi non si è adeguato e non si è modernizzato, per cui un sindacato che non riesce a tutelare i propri […]
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Redazione di Operai contro,

Dario Del Vico nel suo articolo del Corriere della Sera del 29 settembre scrive che siamo entrati nella società post-sindacale e che ci si chiede se le grandi confederazioni sindacali sopravvivranno oppure no.

Dal suo punto di vista, di giornalista borghese sempre a contatto con i padroni, egli ritiene il sindacato odierno in crisi, perché non più coerente nei fatti a rappresentare i lavoratori. De Vico sostiene che il sindacato in questi anni di crisi non si è adeguato e non si è modernizzato, per cui un sindacato che non riesce a tutelare i propri iscritti non ha motivo di esistere. Ciò i padroni l’hanno intuito già da tempo come nel caso specifico del padrone di Luxottica, Leonardo Del Vecchio.

De Vico s’immagina la fabbrica del domani in una società moderna senza sindacato, dove il modello aziendale ideale che collima gli interessi dei padroni con quelli degli operai è simile a quello attuato proprio dall’imprenditore Leonardo Del Vecchio. Del Vecchio padrone di Luxottica, la più grande azienda produttrice mondiale di occhiali, ha imposto da tempo una politica di welfare aziendale ai suoi dipendenti. Già dal 2009 regalò ad ogni dipendente beni alimentari per un valore di 110 euro invece di aumenti salariali in accordo con il sindacato. In seguito ha fornito gratis ai figli dei suoi dipendenti, libri di scuola, borse di studio, asili nido , corsi di lingue, copertura delle spese per l’assistenza sanitaria e da quest’anno anche una settimana di vacanze gratis al mare ai figli dei dipendenti. Benefit invece di aumenti salariali. Tutele in cambio di produttività.

Continua nel suo articolo De Vico sostenendo che < …. L’azienda di domani sarà una comunità che deve obbedire alle leggi del mercato ma che coltiva la responsabilità verso i propri dipendenti, anzi collaboratori……con una politica di scambio nuova, senza passare dai sindacati, dai padroni più tutele ma in cambio di maggior produzione >. E minor salario, ma questo per De Vico non conta.

E’ chiaro che il giornalista De Vico è filo padronale e niente a spartire con gli operai, ma una cosa in parte ha ragione, quando dice che il sindacato è in crisi. Per noi operai il sindacato è in crisi non da adesso, ma da tanti anni cioè ogni qualvolta che non è stato in grado di difendere gli operai contro i padroni.

I vecchi sindacati confederali, spesso hanno fallito nella difesa degli interessi dei lavoratori e degli operai.

Dai rinnovi a perdere dei contratti nazionali e integrativi alla incapacità della difesa dei posti di lavoro quando il padrone decide di licenziare.

Dalla mancanza di tutele nelle condizioni di lavoro alla incapacità di difesa dei salari.

Sindacalisti dirigenti incapaci di organizzare forme di lotte come nel caso del Jobs Act, approvato senza la minima opposizione sindacale.

Funzionari sindacali compromessi o corrotti che accettano le scelte dei padroni facendosi poi portavoce dei padroni stessi per convincere gli operai.

Anche gli altri nuovi sindacati, alternativi ai confederali sono discutibili, dapprima combattivi e in contrapposizione alle scelte degli altri sindacati ma alla fine spesso si adeguano ai compromessi.

I sindacati sono morti nel momento in cui non riescono nemmeno a difendere un solo operaio licenziato dal padrone e farlo reintegrare al suo posto di lavoro oppure quando non tentano o non sono in grado di impedire la chiusura di una fabbrica.

Una cosa è certa, nella crisi il sindacato potrebbe sfruttare le lotte per diventare più forte, acquisire più consensi e più tessere, purtroppo così non è.

La storia di lotte operaie positive ed efficaci negli interessi degli operai sono per fortuna dovute unicamente dal sindacalismo operaio cioè dalle ribellioni di operai che hanno fatto in proprio.

Inoltre, a proposito della tanto decantata generosità da parte del Leonardo Del Vecchio, il De Vico non ha scoperto nulla di nuovo. Tanti altri padroni in passato avevano attuato queste forme di tutela, molte erano le colonie estive e i villaggi di case per operai e impiegati. Queste forme di beneficenza in realtà non sono altro che veri e propri ricatti e non tutele perché in cambio i padroni esigono sempre maggior produttività e sottomissione al padrone.

Saluti da un operaio di Monza.

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